Agatha Christie: Missione compiuta !

Quale fu il libro preferito da Agatha Christie tra gli innumerevoli che scrisse ?
 
Non la serie di Poirot, ne’ quella su Miss Marple, ma la scrittrice inglese bensi’ avrebbe più volte affermato che fosse il giallo “E’ un problema” (edito nel 1949, in Italia apparso per la prima volta il 30 dicembre 1950 nella collana Il Giallo Mondadori con il numero 105).

 

Ora questo libro sceneggiato dal Premio Oscar Julian Fellowes (Downton Abbey, Gosford Park) diventa il film “Mistero a Crooked House” diretto dal regista francese Gilles Paquet-Brenner (“La chiave di Sara”, “Dark Places – Nei luoghi oscuri”).


 

Il film vanta un cast prestigioso: la pluricandidata all’Oscar Glenn Close (Attrazione Fatale, Le relazioni pericolose) nel ruolo di Lady Edith, Cristina Hendricks, Joan Holloway della serie “Mad Men”, è Brenda moglie del defunto Aristides Leonides.
Nei panni di Magda, attrice e nuora della vittima, Gillian Anderson, Dana Scully di “The X-Files”. Max Irons (Posh, Woman in gold) è Charles Hayward, detective privato. Infine l’attore inglese Terence Stamp interpreta l’Ispettore capo Taverner.

 

Inghilterra, fine anni ’50. Il ricco patriarca greco Aristides Leonides muore in circostanze sospette. L’autopsia parla chiaro: si tratta di avvelenamento.
La nipote Sophia decide di chiedere l’intervento dell’investigatore privato Charles Hayward, un tempo suo amante; la ragazza lo invita a trasferirsi a Crooked House, tenuta di famiglia, per indagare sull’omicidio.
I sospetti di Charles da subito ricadono su Brenda, seconda e giovane moglie di Aristides e su Laurence Brown, istitutore privato dei fratelli più piccoli di Sophia. Pare, infatti, che i due abbiano una relazione segreta.
Ben presto, però, l’investigatore si renderà conto dell’atmosfera di risentimento e amarezza che coinvolge la dinastia dei Leonides: tutti i componenti della famiglia avevano un movente per uccidere Aristides e i loro alibi si rivelano poco convincenti…

 

Anna Baisi ha visto per noi l’anteprima stampa ed ecco la sua recensione:
 
“Il romanzo di Agatha Christie tradotto in italiano “E’ un problema” dall’originale “Crooked House” ora diventa un film “Mistero a Crooked House” diretto dal regista francese Gilles Paquet-Brenner.
Sebbene non sia il romanzo più conosciuto della Christie forse anche perché non compaiono i celeberrimi Poirot o Miss Marple: era il romanzo più amato dell’autrice britannica.
Non aveva torto perché il plot narrativo contiene elementi interessanti di dinamiche famigliari che coprono tre generazioni quindi che impongono confronti e scontri oltre ad un finale che è più di un colpo di scena con elementi decisamente audaci, drammatici ed inquietanti.
Viste queste peculiarità che consentono una visione in linea con il giallo della Christie ma anche risvolti moderni le vicende del film sono state temporalmente spostate dall’anno 1947 alla fine degli anni Cinquanta permettendo cosi di inserire la nascita del rock n’roll ad altri fermenti culturali dell’epoca che nulla tolgono al senso ultimo del classico “covo di vipere” del nucleo famigliare ma ne aggiungono connotazioni più affascinanti e nuovi stimoli culturali di quel periodo.
Il personaggio cardine e più oscuro è il patriarca greco Aristides Leonides: il ricco magnate greco che muore ovviamente in circostanze che si riveleranno misteriose e la sua presenza, anche da morto, sarà sempre costante e tirannica grazie ad un suo imponente ritratto che troneggia sopra lo scalone principale e che nei momenti clou del film ci viene mostrato con beffardo compiacimento e sembra osservare sadicamente divertito noi umili spettatori arrancare nel mistero della sua morte.
 
Ma chi sono i personaggi che vivono nella splendida dimora di “Three Gables”.
Anzitutto i figli di Aristides, Philip e Roger. Philip (l’attore Jiulian Sands) è il figlio maggiore, sedicente scrittore sempre in cerca di soldi per le sue pièce e la di lui moglie Magda, attrice alcolizzata e nuora di Aristides, impersonata da Gillian Anderson, pessima madre di Sophia (Stefanie Martini, attrice inglese emergente) e di Eustace e Josephine.
Per questi ultimi due vale spendere una parola in più perché sono deliziosi, Eustace (Preston Nyman) è un adolescente minato nel fisico da strascichi di poliomielite, intelligente, arguto, iconoclasta e rockettaro e la sorellina Josephine (la dodicenne Honor Kneafsey) è una ragazzina un po’ stramba che si aggira nella magione con tanto di taccuino dove annota sospetti ed indizi per giungere alla risoluzione del caso che le derivano dall’origliare e spiare i componenti della famiglia.
Roger (Christian McKay), l’altro fratello e Clemency l’arida consorte (Amanda Abbington), il preferito del padre ma incapace negli affari non vede l’ora di poter finalmente scappare dalla famiglia e rifarsi una vita.
Poi Brenda (Christina Hendricks), la ballerina di Las Vegas che Aristides aveva sposato in seconde nozze, personaggio sopra le righe, fragile alla Marilyn Monroe e che tutti vorrebbero colpevole perché ritenuta arrivista e soprattutto potenziale erede.
 
Lascio per ultima Lady Edith perché personaggio magistrale e complesso interpretato da Glenn Close, sorella della prima moglie di Aristides che vive con la famiglia, non si capisce cosa pensa del ex cognato, ama i nipoti ed è una impeccabile old british woman che imbraccia spesso un vecchio fucile per sgominare le talpe che infestano la tenuta: perfetta.
Sophie, personaggio anch’esso ricco di sfumature e spogliato di quel tono vittoriano amato dalla Christie chiama ad indagare l’investigatore Charles Hayward (Max Irons) più Marlowe che compassato ispettore inglese, con il quale in passato aveva avuto una tortuosa relazione amorosa in Egitto.
L’attore Terence Stamp impersona l’ispettore Taverner, detective di Scotland Yard che indaga sulla morte di Aristides.
 
Io non aggiungerei altro perché è un giallo e quindi a Voi le indagini ma mi sento di dire che è un noir ben sviluppato, con sontuosità sia negli abiti, sia nelle atmosfere che nelle location (ben tre dimore diverse sono state unite per ricostruire i fasti della magione avita di “Three Gables”) sia nella messa in scena di psicologie raffinate e contorte peraltro già definite così nel romanzo originale.
Il nipote della scrittrice Mathew Prichard è fiducioso che i fan accoglieranno con entusiasmo questa ultima avventura che porta le parole di sua nonna sul grande schermo. “Se questo film rappresenta una sorta di Agatha Christie Experience, allora il pubblico lo riconoscerà e lo amerà”, dice. “Penso che l’importante sia che si esca dalla sala sentendo di aver avuto effettivamente vissuto un’esperienza di Agatha Christie.” Aggiungerei: missione compiuta.”

 

Un filmato tinto di giallo per terminare questo articolo !!

 


 

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