Qualunque sia il vostro giudizio o gradimento sulla trilogia di Sydney Sibilia (per noi molto alto), nessuno puo’ negare che il regista salernitano abbia realizzato un qualcosa molto inconsueto ed originale per il cinema italiano, attingendo a piene mani dall’immaginario americano dei film dei super-eroi e da molte serie tv (ad esempio Breaking Bad) e soprattutto utilizzando metodi di produzione che raramente vediamo nelle pellicole italiane (ad esempio girare due film della trilogia quasi assieme).
L’avventura adesso e’ finita (ma ne siamo davvero certi ?) e “Smetto Quando Voglio – Ad Honorem” arriva al cinema per questa ultima missione della banda dei precari.
Sopox è la formula del gas nervino. Ecco a cosa gli serviva un cromatografo. ‘Sto pazzo si è messo a sintetizzare del gas nervino”
Inizia così il capitolo finale della saga di Smetto Quando Voglio. Pietro Zinni è in carcere e con lui tutta la banda. Ma non possono rimanerci a lungo perché in giro c’è Walter Mercurio (Luigi Lo Cascio) che è pronto a fare una strage e solo le migliori menti in circolazione possono fermarlo.
Ma chi è Walter Mercurio? Cosa nasconde? Qual è il suo piano?
La Banda si riunisce per l’ultima volta per affrontare il cattivo più cattivo di sempre. Ma non possono farcela da soli, stavolta avranno bisogno dell’aiuto del nemico storico, Murena (Neri Marcorè). Con lui dovranno evadere da Rebibbia per anticipare le mosse di Mercurio, cercando di capire come neutralizzare l’attacco che sta mettendo in piedi, un evento a cui parteciperanno centinaia di persone.
Smetto Quando Voglio-Ad Honorem si preannuncia esplosivo, con un epico, gran finale che chiuderà il cerchio dell’intera trilogia. Ogni saga ha una fine.
Ecco le belle parole (di commiato) del regista Sydney Sibilia:
“Allora, partiamo da quello che dovreste già sapere, Ad honorem è il terzo e ultimo capitolo della trilogia di Smetto Quando Voglio.
Quando abbiamo cominciato a concepire la saga, l’ambizione era quella di fare tre film che, pur mantenendo una fortissima base comedy, andassero in tre direzioni differenti, creando tre esperienze cinematografiche diverse.
Nel primo volevamo una commedia all’italiana di accezione classica, che attingesse a piene mani dalle serie tv di quel momento.
Nel secondo ci piaceva l’idea che l’azione poliziottesca e western italiana si fondesse con i sequel americani degli anni Ottanta e Novanta. Nel terzo le regole sono cambiate ancora, e sinceramente non saprei dire stavolta cos’è che ci ha ispirato.
Ad honorem è stato un film scritto di getto, di pancia e di cuore, e quella che poi siamo andati a girare è stata, in pratica, la prima stesura. La sensazione è stata quella di procedere su un percorso già tracciato: tutti gli eventi dei primi due film servivano a portarci verso un’unica soluzione finale.
Ad honorem rispetta in pieno la tradizione degli epiloghi delle trilogie classiche, e risponde alle domande contenute nei film precedenti chiudendo però il cerchio in questo definitivo faccia a faccia tra il buono e il cattivo.
La sfida più ardua è stata inserire un villain all’interno dell’universo di Smetto Quando Voglio, che, per quanto espanso, appartiene comunque al genere della commedia classica, quella che deve far ridere. Per qualche strano motivo, le cinematografie del mondo sono piene di sfide
tra buoni e cattivi, quella italiana no. Sono tutti un po’ buoni e un po’ cattivi. L’ultimo villain che abbiamo avuto e che ricordiamo all’interno di una saga comedy è stato il geometra Luciano Calboni, acerrimo nemico e nemesi di Fantozzi.
Ma oggi i linguaggi sono altri, e a noi serviva un nemico cattivo davvero, spietato, senza scrupoli, credibile e molto umano, che con la sua entrata in scena, alla fine del secondo capitolo, portasse la saga a un livello più dark, epico, epocale.
Stavamo ancora scrivendo, quando la casting (Francesca Borromeo) mi chiamò per dirmi: “Luigi Lo Cascio, Walter Mercurio può essere solo Luigi Lo Cascio”.
Con Luigi abbiamo lavorato sulle motivazioni. Per dare verosimiglianza alle gesta di un cattivo così determinato, bisognava assolutamente convincersi delle sue ragioni, e le sue ragioni erano davvero più convincenti di quelle dei buoni.
Tra loro due, Pietro Zinni e Walter Mercurio, abbiamo inserito una figura a metà, tenuta forzatamente fuori dal secondo film ma antagonista diretto della banda nel primo capitolo, per rendere chiaro poi che tra buoni e cattivi c’è sempre un ribaltamento di fronte.
Murena, il nemico storico, torna in questo finale, per dimostrare che si può forzare sulle sfumature (e riderne) anche quando si scrivono commedie che puntano sugli archetipi. La banda, in questo senso, è la grande ricchezza di Smetto Quando Voglio.
Sapere di averla rimessa in piedi per l’ultima volta un po’ di nostalgia me la dà. Ci vediamo al prossimo film. Avrà un titolo diverso, promesso.”
Si conclude questo lungo ciclo ed allora salutiamo la banda con il trailer ufficiale di questo film !!