Quando abbiamo visto “L’insulto” nella rassegna di Venezia a Milano abbiamo subito deciso che questo film non poteva non essere scelto per le uscite infrasettimanali di Amicinema.
Si perche’ e’ un’opera imperdibile e oseremo dire necessaria per capire, anche meglio di tanti articoli, le ragioni profonde dei conflitti e degli odi stratificati in medioriente (in questo caso tra libanesi e palestinesi, tra cristiani e musulmani).
Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due si trasforma in un conflitto di proporzioni incredibili, diventando a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse con colpi di scena inaspettati. Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell’occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.
“L’insulto” ha vinto alla Mostra del cinema di Venezia 2017 la coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile ed è il candidato libanese alla corsa agli Oscar 2018.
Diretto da Ziad Doueiri e’ interpretato da Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri, Camille Salamé e Diamand Bou Abboud.
Sentiamo un breve estratto (il resto settimana prossima) delle parole del regista Ziad Doueiri.
“La premessa per il film era qualcosa che in effetti è accaduta a me molti anni fa a Beirut. Ebbi una discussione con un idraulico, una cosa molto banale, ma i temperamenti sono andati scaldandosi velocemente, e praticamente dissi le stesse parole che sono nel film. L’incidente avrebbe potuto anche essere irrilevante, ma non i sentimenti subcoscienti. Quando ti escono parole simili, è perché sono stati toccati sentimenti ed emozioni molto personali. Joëlle Touma, mia co-sceneggiatrice nel film, quel giorno era presente. Mi convinse ad andare da lui per chiedere scusa. Finii per andare dal suo capo a presentare le mie scuse. Quando il suo capo usò questa, e altre ragioni, per licenziare quell’uomo, presi immediatamente le sue difese. Successivamente mi resi conto che questo era del buon materiale per una sceneggiatura.
Il nostro passato in maniera inconscia ci aiuta a costruire una storia, non c’è dubbio. Per me la giustizia è sempre stata molto importante. Provengo da una famiglia di giudici e avvocati. Mia madre è avvocato ed è stata il consulente legale del film. Abbiamo avuto molte conversazioni intense durante la fase di scrittura del film. È molto abile! Mia madre ha fatto molta pressione per far assolvere il palestinese nel film…
Parlando di cose serie, Joëlle ed io siamo entrambi molto preparati sulla storia della guerra civile libanese, e conosciamo il prezzo pagato da entrambe le parti. Proveniamo entrambi da famiglie con profonde convinzioni politiche. Joëlle viene da una famiglia cristiana falangista mentre io da una famiglia sannita che ha difeso la causa palestinese, in modo alquanto virulento. Poi, da giovani adulti, abbiamo entrambi cercato, nel corso degli anni, di comprendere il punto di vista dell’altro. Ognuno di noi ha compiuto un passo, trovato un equilibrio, una forma di giustizia, in questa storia Libanese – in cui nulla è bianco o nero, dove è impossibile dire “questi sono i buoni e questi i cattivi”.
Emozionatevi con noi intanto con il bellissimo trailer italiano !!