Il magnifico trio di questo film era in Italia qualche settimana fa, ospite prima di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” e poi in una affollatissima conferenza stampa che aveva radunato tutti i giornalisti italiani anche non espressamente di testate di cinema.
Eh si perche’ e’ la prima volta che Steven Spielberg, Tom Hanks e Meryl Streep recitano assieme in un film e per questo “The post” e’ gia’ un grande evento unendo tre personaggi che a modo loro hanno fatto la storia del cinema moderno.
Candidato a 6 Golden Globe e a due Oscar, “The post” sta finalmente per arrivare sugli schermi milanesi !!
1971: Katharine Graham (Streep) è la prima donna alla guida del The Washington Post in una società dove il potere è di norma maschile, Ben Bradlee (Hanks) è lo scostante e testardo direttore del suo giornale.
Nonostante Kay e Ben siano molto diversi, l’indagine che intraprendono e il loro coraggio provocheranno la prima grande scossa nella storia dell’informazione con una fuga di notizie senza precedenti, svelando al mondo intero la massiccia copertura di segreti governativi riguardanti la Guerra in Vietnam durata per decenni.
La lotta contro le istituzioni per garantire la libertà di informazione e di stampa è il cuore del film, dove la scelta morale, l’etica professionale e il rischio di perdere tutto si alternano in un potente thriller politico.
I due metteranno a rischio la loro carriera e la loro stessa libertà nell’intento di portare pubblicamente alla luce ciò che quattro Presidenti hanno nascosto e insabbiato per anni.
Nel cast anche Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Bruce Greenwood, Tracy Letts, Bob Odenkirk, Sarah Paulson, Jesse Plemons, Matthew Rhys, Michael Stuhlbarg, Bradley Whitford e Zach Woods.
Sentiamo la recensione di Sara Palladini che ha visto per Amicinema il film:
“Nel 1971 Katharine Graham, editrice del Washington Post, deve prendere un’importante decisione: pubblicare i Pentagon papers oppure no? Le carte, documenti top secret rubati al Governo e consegnati al giornale affinché vengano diffusi il più possibile, nascondono anni di segreti governativi riguardanti la guerra del Vietnam.
La scelta che deve fare Kat è fondamentale e avrà grandi ripercussioni sul futuro del suo giornale, sull’intera nazione, ma anche sulla sua vita privata: oltre a portarla senza dubbio in trubunale, la decisione di pubblicare le carte rovinerà anche i rapporti che la donna intrattiene con Robert McNamara, suo amico e Segretario della Difesa, implicato nel caso dei Pentagon papers. A rendere ancora più pesante la situazione è il fatto che Kat sia la prima donna a capo del quotidiano (ereditato dal marito suicidatosi), in un mondo ancora profondamente maschilista, dove tutti i pezzi più grossi del giornale sono uomini che non credono nelle sue capacità.
Dalla parte di Kat è però il direttore del Post, Ben Bradlee, decisissimo a pubblicare la notizia e affrontare tutte le conseguenze.
Il concetto portato avanti da Steven Spielberg e che trionferà alla fine della pellicola è quello contenuto nel primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti: la libertà di stampa. Attraverso la coinvolgente sceneggiatura di Liz Hannah e Josh Singer e l’eccezionale recitazione di tutti gli attori (molto bravo Tom Hanks, impeccabile Meryl Streep), lo spettatore si trova catapultato negli anni Settanta, all’interno della frenetica redazione del Post, nella sfarzosa villa di Katherine e alle rotative insieme agli operai; al tempo stesso è stimolato a ragionare sullo stato attuale dell’informazione in generale e della stampa in particolare, troppo spesso censurate dai Governi e dai poteri forti che impediscono loro di riportare ciò che spetta di diritto al pubblico: la verità.”
Spazio anche alla parole di Meryl Streep in una recente intervista:
“Katherine ha fatto una scelta molto coraggiosa in un momento della sua vita in cui era insicura sulla legittimità della sua posizione. Non avrebbe dovuto esserlo, ma come ha anche scritto nella sua autobiografia, non aveva fiducia in se stessa e nelle sue capacità. Come molte donne dei suoi tempi soffriva della “sindrome dell’impostore”, una sindrome che fa sentire inadeguate non solo le donne più brillanti ma anche tanti uomini. E poi – non dimentichiamolo – quelli erano tempi in cui c’erano molte poche donne dottori o avvocati o nel governo o ancora nel campo della giudiziaria.
Sono sette anni più vecchia di Tom, il che vuol dire che per il mondo del cinema è come se avessi 27 anni più di lui, quindi sarebbe impossibile fare dei film con lui come coppia. È un grande Tom, non sbaglia mai un colpo. Quanto a Steve, questo è uno dei pochi film che ha fatto che hanno al suo centro una donna e il suo percorso. Voglio dire, non avrebbe potuto mettermi in Salvate il soldato Ryan. O in Lincoln! È un incredibile film-maker e sono molto felice che Steve abbia deciso di fare un film su questa storia e su questo momento così seminale per gli Stati Uniti.”
E questo e’ il bellissimo trailer italiano.