Non avevamo piu’ notizie cinematografiche di Marco Tullio Giordana dal 2012 quando con “Romanzo di una strage” aveva raccontato una delle pagine piu’ buie della storia recente dell’Italia.
In mezzo tanto teatro e “Lea” l’importante film televisivo basato sulla vita di Lea Garofalo.
Adesso il regista milanese torna in sala con “Nome di donna” un film che idealmente riprende i temi di “Lea” in un’avvincente e appassionata battaglia sul diritto di essere donna.
Nina (Cristiana Capotondi) si trasferisce da Milano in un piccolo paese della Lombardia, dove trova lavoro in una meravigliosa residenza per anziani. Un mondo quasi fiabesco. Dove però si cela un segreto scomodo e torbido. Nina sarà costretta a confrontarsi con le sue colleghe, italiane e straniere, per affrontare il direttore della struttura, Marco Maria Torri (Valerio Binasco) per affermare i propri diritti.
Nel cast ci sono anche Stefano Scandaletti, Michela Cescon e Bebo Storti.
Mauro Cesaretti e’ andato per Amicinema a vedere l’anteprima stampa di questo film e questa e’ la sua recensione:
“Il tema delle molestie sta diventando sempre più rilevante e delicato, soprattutto quello delle molestie sul lavoro. Ma quante donne veramente sono disposte a denunciare tutto ciò? Molte di loro soffrono dentro di sé, altre vivono con la paura nel cuore e solo poche riescono a battere il pugno rifiutando l’immagine cruda di gioco sessuale e facendo valere i propri diritti di donna.
Proprio per questo, Marco Tullio Giordana, insieme a Cristiana Mainardi, ha deciso di scrivere una sceneggiatura per il grande pubblico che trattasse un argomento così spinoso come quello delle avances, fatto passare spesso in secondo piano, ma radicato in moltissimi ambiti.
L’intento sicuramente è nobile e porta le donne del pubblico a segnalare ogni forma di seccatura erotica forzata, ma d’altro canto è anche vero che ci sono troppi passaggi frettolosi e imprecisi riguardanti gli aspetti giuridici che rendono il tutto troppo artificiale e happy ending.
In ogni caso, il tutto risulta scorrevole e avvincente, ma con l’unica pecca di sembrare troppo una Rai Fiction, più che un film. Questo porta la pellicola su un altro mercato e la rende inappropriata a paragone con gli altri film.
Ne la fotografia, ne la recitazione, appaiono convincenti (a parte la Adriana Asti), al contrario la musica di Marianelli è ciò che lega bene il tutto, anche se l’ultima canzone sembra più una trovata commerciale americana smorzando per di più l’empatia con la protagonista.
Vorrei concludere con l’osservazione della figura del molestatore che ricorda molto il protagonista di “Frenzy” per il continuo cambiamento delle cravatte colorate e la pacatezza tipica del serial killer.”
Segnatevi poi la data del 14 marzo perche’ vedremo questo film nella seconda uscita infrasettimanale del mese di Amicinema !!
Concludiamo come sempre con il bel trailer di questo film !!