Presentato allo scorso Toronto Film Festival, “The Silent Man” si ispira alla vera storia del più famoso informatore segreto della storia degli Stati Uniti: Mark Felt, vice-direttore dell’FBI, che è stato “Gola profonda”, la fonte anonima dello scandalo Watergate negli anni ’70.
Per oltre trent’anni, la misteriosa identità dell’informatore segreto ha suscitato un’intensa curiosità da parte dell’opinione pubblica e una serie di speculazioni, fino a quando, nel 2005, in un articolo apparso su Vanity Fair, Felt non ha ammesso di essere stato lui.
Malgrado il suo nome sia ormai di dominio pubblico da un decennio, in pochi conoscono la vita professionale e privata del brillante e intransigente Felt, che rischiò, e in ultima istanza sacrificò, ogni cosa, compresa la famiglia, la carriera e persino la libertà, per rendere note le informazioni di cui era a conoscenza.
Scritto e diretto da Peter Landesman (suoi gli ottimi “Zona d’ombra – Una scomoda verità“, “Parkland”), il film è interpretato da Liam Neeson nei panni di Mark Felt, da Diane Lane, nei panni di sua moglie Audrey.
Il cast comprende anche Marton Csokas, Tony Goldwyn, Josh Lucas, Ike Barinholtz, Brian d’Arcy James, Tom Sizemore, Michael C. Hall, Bruce Greenwood, Noah Wyle e Eddie Marsan.
Ci sembra interessante farvi leggere le parole del regista Peter Landesman che racconta qualcosa di piu’ su questo suo film:
“Ci sono storie che semplicemente ti chiamano a gran voce. Ero un ex giornalista investigativo e corrispondente di guerra a Chicago il giorno in cui Vanity Fair rese nota l’identità di “Gola profonda”. Era il luglio 2005. Nixon si era dimesso nel 1973. Woodward e Bernstein e la stessa famigerata fonte attendibile della corruzione del Presidente avevano mantenuto il segreto sul suo nome per più di trent’anni.
Quando Mark Felt rivelò la sua identità, nell’aria si percepì un calo di tensione, quasi un senso di delusione. Felt non era seducente. Non era una persona famosa. Era stato per tutta la vita un agente dell’FBI, la fanteria dell’applicazione della legge. Non avevo neppure mai sentito parlare di lui, ma di una cosa ero sicuro: l’apparente banalità della vera identità di “Gola profonda” avrebbe finito con il diventare l’esatto motivo per cui quella di Mark Felt era una delle grandi storie del nostro tempo. Chi diavolo era quest’uomo per decidere di aprire un varco rivelando i peccati e la corruzione di un Presidente? Chi si credeva di essere questo anonimo “affossatore” per pensare di poter contribuire a cambiare il corso della storia?
Mark Felt è diventato per me l’incarnazione dell’onore. Mi identifico a livello personale con l’intera vicenda e gli sono debitore per la sua storia.
Lo siamo tutti. Il film si immerge nell’altra faccia dello specchio del più importante capitolo giornalistico della storia degli Stati Uniti, lo svelamento della fonte anonima, “Gola profonda”.
Mi ha fatto venir voglia di fare un film eccessivamente bello, nel modo in cui può essere
bello e dare le vertigini un dipinto di Edward Hopper. A livello di immagine, non volevo che sembrasse un film d’epoca, non volevo ricorrere allo stratagemma di dare l’impressione che fosse girato negli anni ’70.
Ma non volevo nemmeno che visivamente richiamasse la stretta contemporaneità. Ho scelto una scala cromatica particolare per Felt e il suo mondo.
La confusione degli anni ’60 era finita, la modernizzazione degli anni ’70 non era ancora iniziata.
I primi anni ’70 costituiscono uno spazio interstiziale. Per questo ho girato con una macchina da presa digitale, ma con obiettivi anamorfici vintage per avere un quadro pittorico organico. Come se la macchina da presa fosse l’occhio di un voyeur, con il suo punto di vista soggettivo rispetto alle cose e alle persone che osserviamo.
Liam Neeson come interprete di Mark Felt non è stata solo una scelta di casting. L’attore che avrebbe impersonato il protagonista, avrebbe dato anima e corpo a un uomo immenso, ma invisibile. Il film sarebbe stato lo svelamento di “Gola profonda”. Liam, con il suo fisico elegante, alto e pacato come quello di Felt, era davvero la mia unica scelta, ora che ci rifletto. La sua integrità, come uomo e come artista, è l’immagine speculare di quella di Felt. Il modo in cui altri attori chiedono a gran voce di lavorare con lui, la sua coscienziosità professionale sul set, tutto di lui mi ha fatto pensare a Felt nell’FBI e nella vita privata: stoico, misurato, incisivo… e spietato, quando ha dovuto esserlo.”
Alla luce degli attuali eventi, i sorprendenti parallelismi con i tumulti politici dell’era Watergate — comprese le lotte di potere tra i rami dell’esecutivo e l’FBI, le prove di brogli elettorali e la rinnovata posizione di sfida della Casa Bianca nei confronti della veridicità dei mezzi di informazione — la storia di Mark Felt non potrebbe essere più rilevante.
E finiamo come sempre con il trailer ufficiale !!