I ragazzi non piangono

Nel nuovo giovane cinema italiano e’ molto facile trovare coppie di registi: dopo Fabio Grassadonia e Antonio Piazza (“Sicilian Ghost Story“), Fabio Guaglione e Fabio Resinaro (“Mine“) arrivano i fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo registi di questo film, “La terra dell’abbastanza“, presentato con ottime recensioni nella sezione Panorama della 68ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino

 

Mirko e Manolo sono due giovani amici della periferia romana. Guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è il pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati la possibilità di entrare a farne parte. La loro vita è davvero sul punto di cambiare.

 

Nel cast Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Milena Mancini, Max Tortora e Luca Zingaretti.


 

Sentiamo le parole di Fabio Bresciani che ha visto questo film in anteprima:
 
““A coprire tutto con delle bugie/Nascondendo le lacrime nei miei occhi/Perché i ragazzi non piangono” cantavano i Cure in “Boys Don’t Cry” che non a caso è il titolo internazionale di questo film. I ragazzi in questione sono Mirko e Manolo, (ottimamente interpretati da Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti) due amici della periferia di Roma, del Ponte di Nona, appena fuori del Grande Raccordo Anulare. Il luogo è cruciale, una periferia esistenziale, dove lo Stato è assente, non ci sono prospettive e il lavoro quando lo si trova è una lotta tra poveri. Il film inizia con i due di notte in macchina dove discutono in un romanesco strettissimo del loro poco incoraggiante futuro che però non potrà recidere il legame assoluto della loro amicizia. Quando improvvisamente con l’auto investono un uomo che muore sul colpo. Mirko e Manolo decidono di scappare.
Quello che non sanno è che il tizio era un collaboratore di giustizia e la sua dipartita ha fatto un grosso favore a un clan criminale locale. Si rifugiano dal padre di Manolo che anziché spingerli ad assumersi la responsabilità, intravede la possibilità di aver trovato un pass per farli entrare nel mondo criminale, per “svortare” la loro vita. Da qui comincia la loro iniziazione criminale, una discesa verso gli inferi tanto rapida quanto facile. La visione dei Fratelli D’Innocenzo su questo mondo è senza retorica ma riesce comunque a far emergere l’umanità dolente dei personaggi. Riescono a distaccarsi nelle inquadrature e nei temi dal cinema crime di registi come Sollima o dalle fiction come Gomorra.
Il loro stile personale fatto di una profondità di campo assai ridotta riesce a far insinuare nello spettatore che nella mente dei protagonisti man mano che si dimostrano killer insensibili, si insinuino foschi pensieri e la consapevolezza di un destino tragico. Infatti, dove hanno sempre vissuto l’imperativo è stato quello di nascondere la debolezza, le paure e le fragilità. Ecco perché sono dei ragazzi che non possono permettersi di piangere. Perché loro sono sia carnefici che vittime per dimostrare che nel grande giro della violenza, chi la impone può rimanerne ferito tanto quanto chi la riceve.
Bisogna tenerli d’occhio i fratelli D’innocenzo perché sono una bella speranza per il cinema italiano del futuro.”

 

E finiamo con il bel trailer italiano !!

 


 

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