La poesia ed il mondo della “bella di Amherst”

Finalmente in arrivo anche nelle sale italiane, “A quiet passion“, la storia della celebre poetessa statunitense Emily Dickinson, dagli anni della trasgressiva giovinezza alla vita adulta di auto reclusione.

 

Ad interpretare il ruolo della poliedrica artista americana, Cynthia Nixon, già icona femminista in Sex & the City nel ruolo dell’avvocatessa Miranda e oggi candidata democratica per il ruolo di governatore di New York.

 

Un film poetico e silenziosamente ribelle diretto dal regista e sceneggiatore inglese Terence Davies (“Voci lontane…sempre presenti”, “La casa della gioia”) che trova, in questo controverso personaggio, un ottimo spunto per mettere a frutto il suo passato di fine conoscitore dell’animo femminile.
 
Nel cast anche Keith Carradine, Jennifer Ehle (Orgoglio e Pregiudizio, Il discorso del re) e Emma Bell (Frozen, Final Destination) nel ruolo di Emily da giovane.


 

Anna Baisi ci racconta adesso le sue impressioni su questo film dopo aver visto l’anteprima stampa:
 
““Per un istante di estasi, noi paghiamo in angoscia, una misura esatta e trepidante proporzionata all’estasi.
Per un’ora diletta, compensi amari di anni, centesimi strappati con dolore, scrigni pieni di lacrime.”
 
Ho una certa diffidenza nei confronti dei biopic in generale e nello specifico per quelli che riguardano gli artisti che spesso inaridiscono il personaggio per esaltarne i meriti della loro arte se poi vogliamo parlare addirittura di poesia l’impresa sembra impossibile ed invece il regista Terence Davies mi ha fatto ricredere con il suo sensibilissimo film “A quiet passion” che nondimeno porta sullo schermo la vita, la poesia ed il mondo della “bella di Amherst”.
La celebre ed amata Emily Dickinson ci appare dapprima nel severo collegio religioso dove ribelle e sicura di se rifiuta qualsiasi giuramento o adesione al Clero sebbene credente e quindi il ritorno a casa dove l’empatia con l’amata sorella Vinnie non riesce a smussare il suo carattere impetuoso che la porta a scontrarsi con il pensiero dell’epoca così ben riflesso nella sua famiglia patriarcale.
La sua trasgressione all’ipocrisia e al ruolo marginale imposto alle donne avviene attraverso la sua arte che la fa alzare ogni notte per scrivere le sue poesie.
Oltre alle discussioni famigliari, alle delusioni amorose ed alla terribile malattia, una forma rara di nefrite che le procurerà attacchi duri e dolorosi, Emily viene rappresentata magistralmente nel suo evolversi.
Quella che potrebbe invero sembrare una involuzione in realtà a parer mio non lo è perché la sua auto reclusione è una rivolta al conflitto che sente con la società che le vorrebbe imporre un ruolo codificato per lei inammissibile e la scelta di rimanere figlia nella soffocante casa paterna è un voto alla famiglia amata ed allo stesso tempo messa in discussione nelle figure maschili soprattutto quella di Austin il fratello di cui non riesce ad accettare i privilegi del suo essere uomo e da cui è ben poco capita invece meno accentuata nei confronti del padre rigoroso ma anche saggio.
 
Anche la scelta estrema di auto reclusione nella sua stanza al secondo piano della casa avita, vestita di abiti candidamente bianchi suggella un patto di solitudine consacrata alla poesia che la spinge a ricercare aldilà degli schemi la sua identità forse l’immortalità a cui la sua anima e la sua poesia aspirano.
L’ironia, la sicurezza delle sue aspirazioni, la sua determinazione a procedere in un mondo in cui le sue poesie venivano modificate e sottostimate mettono in risalto la sua profonda modernità, il suo volere amore a modo suo senza mediare, essere folle pur di non cedere: essere diversa insomma.
La sua “quieta passione”, mai ossimoro fu usato più a ragione ed efficacemente, è proprio quella di un vulcano che carica di magma ed energia la poesia oppure al contrario la disillusione amorosa e mestamente quieta rende infuocato il verso poetico.
La sua reale ma anche simbolica reclusione non la priva di un temperamento complesso ed enigmatico, vivace, volitivo e tragicamente doloroso che ne fa, oltre a contaminazioni anche nella sua poetica, un eroina shakespeariana.
Bella la prova del regista che sapientemente usa la fotografia dapprima calda e poi lentamente più diafana che rappresenta gli stati d’animo della protagonista nonché l’eleganza e la sontuosità della ricostruzione storica e d’ambiente.
Non da meno le prove attoriali di Jennifer Ehle, la sorella Vinnie e di Catherine Bailey, l’amica sopra le righe Vryling Buffam ma su tutte quella di Cynthia Nixon che impersona la Dickinson in età matura e che solo con uno sguardo o un gesto trasmette l’ineffabile: l’incatturabile magia della poesia e della creazione artistica.
 
“Questa la mia lettera al mondo, che mai non scrisse a me – semplici annunzi che dà la natura con tenera maestà.
Il suo messaggio è affidato a mani per me invisibili. Per amor suo – miei dolci amici – con tenerezza giudicate – me.””

 

“A quiet passion” e’ un preciso ritratto dell’artista americana, privata del mito e definita unicamente come essere umano.

 

E noi concludiamo come sempre con il trailer ufficiale !!

 


 

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