La giornata del Vostro Inviato inizia con un documentario imperdibile: American Dharma di Errol Morris (nella foto), che già aveva presentato a Venezia il suo splendido The Unknown Known. Questa volta il soggetto del film è Steve Bannon, l’ideologo di estrema destra artefice della vittoria elettorale di Trump. Il documentario è costruito attraverso le parole di Bannon e i film da lui citati per spiegare la sua filosofia politica. Ci sono anche diversi momenti della campagna elettorale e del primo anno del mandato presidenziale, in cui Bannon ha servito come consigliere capo del Presidente, fino al suo licenziamento nell’agosto del 2017. Ne esce il ritratto di un populista che, partendo da una corretta analisi dei bisogni della classe lavoratrice americana vuole mettere a “ferro e fuoco” il paese per eliminare le èlite che, secondo lui, sono da sempre al potere. E’ un uomo che fa paura Steve Bannon. Perchè costruisce la sua ideologia di distruzione del mondo attuale partendo da analisi corrette. Del resto quando Bannon chiede a Morris come ha potuto votare per la Clinton, per lui il male assoluto, Morris risponde che l’ha fatto per paura di quelli come lui. Molto disturbante, molto istruttivo.
All’uscita la splendida giornata di sole, un tavolino insperabilmente libero al Lions e un ottimo tramezzino ai gamberetti contribuiscono a disperedere l’angoscia del Vostro Inviato. Che con animo rifocillato rientra in sala Grande per vedere, dopo Roma di Cuaron, Nuestro Tiempo, il secondo film messicano in concorso. Dopo il trauma di Post Tenebras Lux del 2012 c’è voluto coraggio da parte del Vostro Inviato per decidere di affrontare un altro film di Carlos Reygadas, di cui tra l’altro il regista è anche interprete insieme alla moglie, la splendida Natalia Lopez (con lui nella foto). Ma è stato un coraggio ben ripagato. Loro sono una coppia di rancheri messicani, allevatori di tori da combattimento e di cavalli, ma intellettuali. Lui è anche poeta, lei frequenta mostre e sale da concerto. Hanno tre figli e una splendida casa. Ma sono in crisi. Il film racconta per quasi tre ore l’evolversi di questa crisi. E lo racconta con le parole dei protagonisti, la vita del ranch, i giochi dei bambini, le cavalcate, i viaggi in macchina e tanta, tantissima musica. Si arriva un po’ estenuati alla fine, ma ne vale la pena. Post Tenebras Lux è felicemente dimenticato.
All’uscita c’è tempo per uno spritz in terrazza e poi cena indiana da Budda Soul Restò sul Gran Viale. Quindi di nuovo in Sala Grande per l’ultimo film della giornata Les Estivants (I villeggianti) di Valeria Bruni Tedeschi, presentato fuori concorso. Chi conosce la Tedeschi regista sa che i suoi film sono autobiografici e parlano di lei e della sua famiglia. Questo non fa eccezione. Scamarcio recita la parte di Louis Garrel e Valeria Golino è la sorella Carla. La madre, la pianista Luisa Borini (dietro a Valeria nella foto), interpreta anche questa volta se stessa. Racconta un’estate nella casa al mare dei Tedschi, dopo la morte del fratello, estate in cui Valeria sta mettendo a punto la sceneggiatura del suo terzo film (Un chateau en Italie) e la sua storia con Louis Garrel è al capolinea. Il tutto con il solito contorno di personaggi alto borghesi cui fa da contraltare l’universo dei domestici. Che dire, niente di nuovo sotto il sole, eppure il Vostro Inviato ama incondizionatamente l’autoironia candida con cui la Tedeschi riesce a raccontare mettendo a nudo se stessa, la famiglia, gli amici. E ha amato dunque anche questo film, nonostante i giudizi negativi di (quasi) tutti gli altri.