Ormai possiamo dire che Kore’eda Hirokazu e’ il regista giapponese piu’ famoso e importante di questi anni. Tanto che molti (anche in modo esagerato) lo paragonano al grande maestro Ozu.
E la vittoria della Palma d’Oro all’ultimo festival di Cannes e’ stata quasi la consacrazione di un’intera carriera.
Ora “Un affare di famiglia” (Shoplifters) arriva finalmente sugli schermi italiani ed e’ ovviamente uno dei film dell’anno da non perdere assolutamente !!
In un umile appartamento vive una piccola comunità di persone, che sembra unita da legami di parentela. Così non è, nonostante la presenza di una “nonna” e di una coppia, formata dall’operaio edile Osamu e da Nobuyo, dipendente di una lavanderia. Quando Osamu trova per strada una bambina che sembra abbandonata dai genitori, decide di accoglierla in casa.
Il cast (ammesso che riusciate a riconoscere i singoli attori) e’ composto da Lily Franky, Ando Sakura, Matsuoka Mayu, Kiki Kilin, Yo Kairi e Sasaki Miyu.
Ornella Dallavalle ha visto in anteprima per Amicinema questo film e allora non ci resta che sentire il suo commento:
“La famiglia ‘vera’ è quella creata dai vincoli di sangue o dai legami affettivi? Kore-eda Hirokazu crede nel libero arbitrio parentale e nell’amore più che nell’atto del donare la vita. Le relazioni non sono certo un tema nuovo, dopo lo scambio di figli di Father and Son, e la sorellanza estesa di Little Sister, questa volta la declinazione è sul sociale.
In Un affare di famiglia si racconta la storia di quella che sembra una famiglia ma che in realtà non lo è, nonostante la presenza di una nonna e di una coppia. Vivono tutti in un umile appartamento, rubano per sopravvivere (e lo fanno con classe) ma hanno un’attenzione e un amore gli uni verso gli altri che li porta ad accogliere, nel loro nucleo, una bambina che sembra abbandonata e maltrattata dai genitori.
“Buoni”, “cattivi”, “giusto” e “sbagliato” diventano punti di vista. Rubare è sbagliato ma ‘ciò che è in un negozio non appartiene a nessuno finchè non è comprato’. Lo spettatore è messo di fronte a una legge morale e a una legge sociale che lo porta difficilmente a schierarsi ma più ad osservare. E c’è un dramma finale inatteso.
Kore-eda Hirokazu ha, in questo film, un’attenzione verso le professioni più umili, verso chi non dà per scontato mangiare tutti i giorni, verso il nuovo proletariato urbano che vive con il job sharing. Gli attori sono bravissimi, i ritmi lenti, il tono pessimista ma estremamente lucido. Da vedere!”
Ci sembra interessante sentire anche le parole dello stesso Kore-eda Hirokazu:
“Ho deciso di realizzare questo film dopo aver appreso di casi di famiglie che continuano a percepire illegalmente le pensioni dei genitori deceduti da anni. Il mio intento era quello di rappresentare una famiglia da un punto di vista diverso rispetto ai miei precedenti film e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la frase: “Solo i crimini ci tenevano uniti”.
In Giappone, reati quali frodi alle pensioni e incoraggiamento al taccheggio da parte dei genitori sono severamente criticati. Ed è giusto che lo siano ma mi domando perché la gente si infuria tanto per quelle infrazioni minori quando reati ben più gravi restano impuniti. Soprattutto dopo il terremoto del 2011, non mi trovavo a mio agio con quelli che continuavano a dire che i legami familiari sono importanti. Così decisi di approfondire l’argomento raccointando una famiglia legata dal crimine.”
E se non siete ancora convinti ecco il trailer ufficiale !!