L’uomo che ha cambiato il mondo

Adam McKay ha passato una lunga gavetta prima di raggiungere il successo, dal “Saturday Night Live” ai film in coppia con Will Ferrel (“Anchorman”, “Ricky Bobby”, “Fratellastri a 40 anni”), dalla sceneggiatura di “Ant-Man” fino all’oscar alla migliore sceneggiatura non originale nel 2016 per il sottovalutato “La grande scommessa“.
 
Anche quest’anno agli Oscar potrà dire la sua con questo “Vice – L’uomo nell’ombra“.

 

Attraversando mezzo secolo, il complesso viaggio di Cheney (Christian Bale), da operaio elettrico del rurale Wyoming a Presidente de facto degli Stati Uniti, offre una prospettiva interna, a volte amara e spesso inquietante, sull’uso e l’abuso del
potere istituzionale.
La dicotomia di Cheney, tra amorevole padre di famiglia e burattinaio politico, è raccontata con intelligenza e audacia narrativa. Guidato dalla sua straordinaria e fedelissima moglie, Lynne (Amy Adams), e avendo come mentore il brusco e spavaldo Donald Rumsfeld
(Steve Carell), Cheney si insinua nel tessuto politico di Washington DC durante l’amministrazione Nixon, diventando Capo dello Staff della Casa Bianca sotto Gerald Ford e, dopo cinque mandati nel Congresso, Segretario alla Difesa per George W. Bush.
Nel 2000 rinuncia alla sua posizione di C.E.O. di Halliburton per ricoprire il ruolo di vicepresidente di George W. Bush (Sam Rockwell), con l’implicito accordo che avrebbe esercitato un controllo quasi totale. Un copresidente in tutto e per tutto, tranne che per il nome.
Le astute e segrete manovre politiche di Cheney hanno modificato il panorama politico americano in modi che continueranno a riecheggiare per i decenni a venire.

 

Cast di alta qualita’ appunto con Amy Adams, uno strepitoso Christian Bale, Steve Carell, Bill Pullman, Sam Rockwell e Jillian Armenante.


 

Questo il commento di Fabio Bresciani che ha visto in anteprima questo film per Amicinema:
 
“Adam McKay torna alla regia, dopo i fasti de La grande scommessa dove aveva reso accessibile a tutti i meccanismi della crisi del 2008, con un film che ripercorre i decenni dagli anni 60 fino ai primi anni 2000 attraverso la vita di Dick Cheney, il politico repubblicano che si farà strada fino ad arrivare alla vicepresidenza durante la presidenza di Bush Jr. In realtà questo film parla del presente, o meglio risponde a come si è arrivati a delineare il mondo del terzo millennio. Per comprendere questo, è cruciale la figura di Dick Cheney che iniziò come stagista del Congresso per poi diventare l’uomo più potente del pianeta.
Il regista è capace di destrutturare l’impianto classico di un biopic dando un ritmo brillante e imprevedibile, come se ci trovassimo in una virtuosa improvvisazione jazz. Annulla i punti di riferimento, moltiplica i titoli di testa e di coda, supera i confini tra i generi e interroga direttamente lo spettatore, rompendo la quarta parete attraverso l’istanza narrante, il cui ruolo quando svelato si rivelerà un autentico colpo di scena.
 
A interpretare il ruolo del protagonista – il riservatissimo uomo che ha cambiato il mondo come pochi leader negli ultimi cinquant’anni, è Christian Bale, alla guida di un cast stellare che include Steve Carell, nel ruolo dell’affabile ma severo Donald Rumsfeld, Amy Adams, nei panni dell’ambiziosa moglie di Cheney e Sam Rockwell, nel ruolo di George W. Bush.
Christian Bale interpreta alla perfezione non solo fisicamente il ruolo di un politico schivo e calcolatore, capace di pianificare la propria strategia a lungo termine, senza che gli altri se ne accorgano. Cheney infatti era un appassionato di pesca con la mosca, uno sport che richiede pazienza, virtù che gli è servita molto per la sua metodica ascesa, sia in politica che negli affari. Una spinta ulteriore al suo cursus honorum gli verrà dalla moglie, astuta e ambiziosa, una donna che vede nel marito la sua unica occasione di emergere in una società maschilista. Emblematica è la scena in cui i due, sfilando davanti al gotha repubblicano, sanno di essere arrivati al vertice ma sono beb consapevoli che sotto di loro gli squali sarebbero pronti ad azzannarli al minimo passo falso.
Non solo i Cheney hanno contribuito a cambiare il mondo, ma anche le persone. Tramontate le ideologie e gli ideali, nella società di oggi dominano (come in politica) individualismo e carrierismo.
 
Questo film è un valido aiuto per comprendere come è stato possibile realizzare l’ordine mondiale, utile sia per chi non ha vissuto quegli anni ma anche per c’era ma non seguito in modo attento gli sviluppi geopolitici. Il tutto condito con una grande dose di ironia.
Vice può essere letto a diversi livelli d’interpretazione, uno dei suoi tanti pregi insieme a un cast di grandi attori. Il consiglio è di rimanere dopo i titoli di coda: godrete una scena ulteriore che vi sorprenderà. Ancora.”

 

Finiamo con il trailer ufficiale !!

 


 

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