E’ dal festival di Venezia che aspettavamo il nuovo film di Jacques Audiard uno dei nostri registi francesi preferiti.
Il regista di “Un sapore di ruggine e ossa”, “Il profeta”, “Tutti i battiti del mio cuore” dirige “I fratelli Sisters” (“The Sisters Brothers”) basato sul romanzo di Patrick deWitt, una rivisitazione del genere Western in chiave spiritosa, intelligente ed emozionante. Un’esplorazione, con funzione catartica, di ciò che significa essere un uomo.
Oregon, 1851. Eli e Charlie Sisters sono fratelli e pistoleri virtuosi al servizio del Commodore, padrino locale che li lancia sulle tracce di Herman Warm, cercatore d’oro fuggito in California.
L’uomo ha messo a punto un processo chimico per separare l’oro dagli altri residui minerali su cui il Commodore vuole mettere le mani. A cavallo, i Sisters avanzano verso il loro obiettivo per torturarlo e poi piantargli una pallottola in testa.
A precederli nella caccia è John Morris, investigatore umanista che ha il compito di rintracciare Warm e trattenerlo fino all’arrivo dei due sicari.
Ma il chimico è pieno di sorprese e finisce per sorprendere Morris, coinvolgendolo nella sua impresa: trovare l’oro e costruire una società ideale a Dallas.
Ricco cast con Jake Gyllenhaal, Joaquin Phoenix, John C. Reilly e Riz Ahmed.
E ora diamo spazio alla recensione di Fabio Bresciani:
“È possibile realizzare un western dal sapore esistenziale? Il regista francese Jacques Audiard c’è riuscito.
Il cognome dei fratelli è Sisters. Nomen Omen verrebbe da dire, perché la loro relazione biologica non viene declinata attraverso stereotipi machisti, assai usati nel genere western, ma attraverso la responsabilità di cura dell’altro creando un legame indissolubile. Essere fratelli non è una scelta.
Sia tra i due fratelli che tra Morris e Warm si insinua la riflessione sulla possibilità di cambiare il proprio destino: se sia ineluttabile costruire una società basata sulla violenza. Ciò creerà tra loro un rapporto sempre più profondo e in movimento. La corsa all’oro alimentata dall’avidità viene vista come perno fondativo degli Stati Uniti. Un elemento “caustico” capace di bruciare i rapporti.
Sul finale il film perde di mordente, risultando la parte meno riuscita di questo buon film.
John C. Reilly che interpreta uno dei due fratelli, risulta l’attore più ispirato. Qui lo vediamo anche in veste di produttore poiché ha acquisito i diritti del libro omonimo di Patrick deWitt da cui è tratto.
Insieme a lui tra i produttori spiccano i registi fratelli Dardenne e Christian Mungiu. Segnaliamo un cameo di Rutger Hauer nei panni del Commodore. Ottimo lavoro sui costumi da parte dell’italiana Milena Canonero.”
E questo e’ il bel trailer ufficiale !!