Presentato a Cannes alla Semaine de la Critique, film d’apertura all’ultimo River to River, il Festival del cinema indiano di Firenze, “Sir – Cenerentola a Mumbai” arriva nelle nostre sale ed e’ un’incantevole favola contemporanea che parla al cuore e che pero’ ci mostra anche una realtà di dolore e umiliazioni, diretta dall’esordiente regista indiana Rohena Gera (suo nel 2013 il documentario “What’s love got to go with it?”).
Ratna lavora come domestica per Ashwin, erede di una ricca famiglia di Mumbai. Lui possiede tutto, ma è disilluso sul futuro; lei invece non possiede nulla ma è piena di speranza e lotta per i suoi sogni. I loro due mondi così distanti si avvicineranno, facendo emergere sentimenti inaspettati ma le barriere tra di loro sembrano insormontabili…
Nel cast i poco famosi (un eufemismo !!) Tillotama Shome, Geetanjali Kulkarni, Rahul Vohra e Vivek Gomber.
Sentiamo le belle e forti parole della regista Rohena Gera su questo suo primo lungometraggio:
La vita di queste donne dipende totalmente dai loro datori di lavoro. Oltre alle condizioni estreme in cui sono costrette a lavorare devono anche subire delle umiliazioni quotidiane.
Mangiano sedute sul pavimento, dormono su un materasso poggiato a terra, (in cucina, nel corridoio, o se sono fortunate hanno una camera per la donna di servizio), devono utilizzare bicchieri separati e non possono usare lo stesso bagno del padrone (spesso hanno il bagno in comune con l’autista).
Quello che colpisce di più è che tutto questo è considerato accettabile dalle classi privilegiate in India.
Alla base dell’accettazione di questa grave ingiustizia c’è una considerazione profondamente razzista e classista delle persone, in cui la “propria” cameriera è considerata meno che umana.
Come il razzismo degli Stati Uniti negli anni ‘50, quando le persone di colore erano considerate esseri inferiori.
Attualmente in India, non c’è un movimento leader che tutela i diritti dei lavoratori domestici e non c’è neanche molta consapevolezza del fatto che noi tutti (me compresa) stiamo violando i diritti umani fondamentali di tante persone che vivono con noi. Sono stata cresciuta da una bambinaia che viveva nella nostra stessa casa ma che veniva trattata non solo in maniera diversa da noi ma come se fosse un essere inferiore. Questo è il contesto in cui la storia è ambientata.
Ratna è una vedova e una collaboratrice domestica. Ma non si considera una vittima. È una donna coraggiosa e piena di speranza che sogna di diventare stilista.
Ho voluto scrivere una storia reale in quanto possibile. Sarebbe stato più semplice mostrare le ingiustizie di questo mondo attraverso incidenti violenti o scene drammatiche. Ma ho pensato fosse più interessante mostrare l’ipocrisia della nostra società e far vedere come anche i tabù possano essere superati, come possano nascere delle emozioni positive anche in questo contesto.
Le persone che conosco in India pensano che sia più imbarazzante raccontare l’amore per la propria donna di servizio che discutere degli incidenti mortali di cui parlavo prima. Parlare di violenza ti permette di mantenere la distanza mentre una storia d’amore elimina quella distanza.
E questo fa sentire le persone a disagio. I produttori, gli amici e anche la mia famiglia mi dicevano che questa era una storia impossibile, che non sarebbe mai potuta accadere.
Ma nessuno mi spiegava perché. Credo che se il pubblico attraverso il film riuscirà a condividere il sentimento dei due protagonisti, e farà il tifo perché possano stare insieme, potremmo considerarlo un ottimo risultato che aiuterebbe a trasformare la nostra idea dell’altro.
Spero che questo film sia capace di coinvolgere tutti perché è una storia d’amore e che porti le persone a rivedere i propri pregiudizi semplicemente perché credono alla possibilità di una storia d’amore tra Ratna e Ashwin.”
Ecco il trailer ufficiale di questo film !!