Joker, un anarchico antieroe

Quando erano usciti i nomi in concorso all’ultimo festival di Venezia molti avevano storto il naso… un film di supereroi?
 
Il regista di “Una notte da leoni” e “Starsky & Hutch” ?
 
E invece tutti sapete come è andata a finire… Leone d’Oro, critiche positive e Joaquin Phoenix in pole per l’Oscar come miglior attore.
 
Adesso “Joker” di Todd Phillips arriva a brevissima distanza nelle sale e si prepara al giudizio del pubblico.

 

Arthur Fleck vive con l’anziana madre in un palazzone fatiscente e sbarca il lunario facendo pubblicità per la strada travestito da clown, in attesa di avere il giusto materiale per realizzare il desiderio di fare il comico.
La sua vita, però, è una tragedia: ignorato, calpestato, bullizzato, preso in giro da da chiunque, ha sviluppato un tic nervoso che lo fa ridere a sproposito incontrollabilmente, rendendolo inquietante e allontanando ulteriormente da lui ogni possibile relazione sociale.
Ma un giorno Arthur non ce la fa più e reagisce violentemente, pistola alla mano. Mentre la polizia di Gotham City dà la caccia al clown killer, la popolazione lo elegge a eroe metropolitano, simbolo della rivolta degli oppressi contro l’arroganza dei ricchi.

 

Nel cast appunto Joaquin Phoenix, ma anche un ottimo Robert De Niro, Zazie Beetz, Frances Conroy e Marc Maron.


 

Sentiamo il commento di Fabio Bresciani che ha visto in anteprima questo attesissimo film:
 
“Joker di Todd Philips è un film che si maschera da cinecomic. In realtà è tutt’altro. Infatti, grazie a un personaggio dei fumetti di cui quasi mai si sono svelate le origini, il regista può avere libertà di farci fare un viaggio dove l’ultima fermata è la follia. Anziché essere un tipico prodotto da entertainment, la pellicola si rivela un film d’autore.
La discesa agli inferi di Arthur Fleck passa attraverso la storia di un uomo a cui la vita ha inferto solo sofferenze e che vive una città sempre più sporca, piena di rifiuti e inquinata moralmente, dove si fa di tutto per sopravvivere, esercitando violenze di ogni tipo su chi è più debole. Il tutto sempre esasperato dai mezzi di comunicazione. Joaquin Phoenix, mentre passa da interpretare Arthur Fleck fino a diventare Joker, incarna un potente esempio di meta-narrazione interpretativa: infatti il lavoro dell’attore non solo viene messo in scena fin dalla prima inquadratura, ma diventa anche un correlativo oggettivo per la società da cui egli stesso trae ispirazione.
 
La città di Gotham assurge al vero villain della storia, mentre il Joker, che dovrebbe essere il cattivo, finisce solo per provocare commiserazione nello spettatore che non sa se e amarlo o odiarlo. Dal punto di vista tecnico si è fatto un ottimo lavoro di sound design dando il valore di trait d’union tra le risate nervose e irrefrenabili e le tracce della colonna sonora, la quale, oltre ad alcuni tra i brani più noti della grande musica americana, unisce composizioni originali di voce e violoncello con forte capacità evocativa firmate dalla violoncellista islandese Hildur Guðnadóttir.
 
Invece l’unica nota stonata del film sta nello humour che spesso risulta essere incapace di smascherare l’insensatezza e la follia del mondo che prende di mira, come una battuta che non provoca una risata finale. A proposito di questo viene in mente uno degli spunti dichiarati di questo film: il fumetto The Killing Joker di Alan Moore dove il Joker tentava di dimostrare che anche la vita delle persone più normali potesse prendere una svolta drammatica a causa di una giornata andata storta.
 
Invece rispetto ai riferimenti cinematografici ci troviamo dalle parti di Scorsese: Taxi Driver e Re per una notte su tutti. Comunque, nonostante questi evidenti spunti, Todd Philips costruisce un film originale, anarchico con caos dentro di sé capace di generare un clown danzante, come quello della scena delle scale, già destinata a entrare a far parte della storia del cinema.”

 

Finiamo con il trailer finale di questa pellicola !!

 


 

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