Santo Zalone il protettore del cinema italiano quest’anno cade il 1 gennaio quando inizierà il 2020 ed arriverà in un numero di copie enorme, “Tolo tolo“, la sua nuova fatica (4 anni dopo il fortunatissimo “Quo vado”).
Questa volta il comico barese abbandona il co-regista Gennaro Nunziante (che abbiamo visto in “Il vegetale” con Fabio Rovazzi) per dedicarsi completamente alla regia, realizzando un film che forse spiazzerà il suo consueto pubblico, ma che e’ stato molto apprezzato dalla critica.
Spinazzola, cuore delle Murge pugliesi. Checco rifiuta il reddito di cittadinanza e apre un sushi restaurant ma, dopo l’entusiasmo iniziale, fallisce miseramente e decide di fuggire dai creditori e dal fisco “là dove è possibile continuare a sognare”: ovvero in Africa, dove si improvvisa cameriere per un resort esclusivo.
Lì incontra Oumar, cameriere con il sogno di diventare regista e la passione per quell’Italia conosciuta attraverso il cinema di Pasolini. Improvvisamente in Africa scoppia la guerra e i due sono costretti a emigrare, anche se Checco non punta all’Italia ma ad uno di quei Paesi europei in cui le tasse e la burocrazia sono meno pressanti che nel Bel Paese.
A loro si uniranno la bella Idjaba e il piccolo Doudou.
Riusciranno i nostri eroi a portare a termine il “grande viaggio da clandestini”?
Nel cast ovviamente Checco Zalone, Souleymane Silla, Manda Touré, Nassor Said Berya, Alexis Michalik e anche il cameo di un famoso ex-politico pugliese.
Spazio al commento del nostro inviato Maurizio Nicolai che era presente all’affollata anteprima stampa milanese:
“Razzismo forse no, qualunquismo e battute scontate a mazzi, alcune, non arrivano a tutti, buone milizie, grazie Haftar, sicuramente di pessimo gusto.
L’italiano furbetto, tartassato scopre una nuova umanità, quella nera, e attacchi di fascismo a parte, rimane coinvolto in un dramma vissuto con edulcorata superficialità.
Il dramma delle migrazioni fa da detonatore dei vizi nazionali, opportunismo, carrierismo, non si salvano neppure parenti, intellettuali e giornalisti. La regia è schiacciata sulla maschera del nostro migrante alla rovescia, la mimica acquista smalto sotto il sole di un’Africa da cartolina, e con quella faccia può dire ciò che vuole.
Il finale molto cartoon spalma gocce di miele sopra una narrazione pericolosamente in bilico tra cinismo e buoni sentimenti.”
Come sapete per questo film non esiste un trailer e quindi per ora accontentiamoci del video della canzone “Immigrato” che ha anticipato, con molte polemiche, questo atteso film di Zalone !!