La gara per il Leone d’Oro (ovvero tutti i film in concorso al Festival del Cinema di Venezia 2020 !!)

In questo articolo vi abbiamo parlato del festival e di tutte le notizie di contorno, ma insomma lo sapete o no quale e’ la cosa piu’ importante della rassegna veneziana ? I film ovviamente.

 

E allora vi raccontiamo brevemente (grazie anche alle sinossi pubblicate sul sito della biennale) di cosa parlano i 18 film in gara e che seguiremo ogni giorno con notizie e con articoli!!


 

IN CONCORSO

 

AMANTS, regia di Nicole Garcia (Francia)
Nicole Garcia e’ attrice e di recente anche regista e il suo “Mal di pietre” nel 2016 e’ uscito anche in Italia con buoni risultati.
Siamo a Parigi. Lisa (Stecy Martin) è in vacanza con suo marito (Pierre Niney) ma inaspettatamente si riaccende tra lei e il suo ex fidanzato (Benoît Magimel) una relazione appassionata.
Una situazione pericolosa per tutti i soggetti coinvolti, che potrebbe condurre persino a un omicidio.

 

THE DISCIPLE, regia di Chaitanya Tamhane (India)
Chaitanya Tamhane è un regista indiano e con il suo primo film “Court” ha gia’ “visitato” Venezia nella sezione Orizzonti nel 2014.
Sharad Nerulkar studia con dedizione per diventare un cantante classico indiano, un percorso faticoso che in pochi riescono a portare a termine. Seguendo le orme del padre, insegue il suo sogno con onestà e disciplina, impegnandosi duramente giorno dopo giorno. Si sforza di raggiungere i più alti livelli facendosi strada attraverso i misteri e i rituali delle leggende musicali che lo hanno preceduto.
Con il trascorrere degli anni sarà costretto a scendere a compromessi tra la complessività della vita nella Mumbai contemporanea e il percorso a cui ha dedicato tutto se stesso. Una decisione non facile che lo porterà però a trovare la sua vera voce, nella musica come nella vita.

 

DOROGIE TOVARIŠCI, regia di Andrej Koncalovskij (Russia)
Il film in Italia uscirà come “Cari compagni!” e il regista russo ormai e’ abbonato ai premi di Venezia avendone vinti gia’ tre in passato (“Dom Durakov – La casa dei matti”, “Le notti bianche del postino”, “Paradise”).
URSS, Novocherkassk, 1962. Lyudmila è un membro del partito comunista locale, una convinta militante che nutre un’ incrollabile fiducia negli ideali comunisti e un profondo disprezzo per ogni forma di dissenso. Durante una manifestazione operaia in una fabbrica di locomotive, la donna assiste a una sparatoria sui dimostranti ordinata dal governo per reprimere lo sciopero: un evento che cambierà per sempre la sua visione del mondo. Molti i feriti e numerosi i dispersi, la città è sconvolta dagli arresti, da condanne sommarie e dal coprifuoco. E in quei giorni la figlia di Lyudmila scompare nel nulla. Per la donna inizia così un’affannosa, quanto rischiosa, ricerca senza sosta e senza quartiere – a dispetto del blocco della città, degli arresti e dei tentativi di insabbiamento da parte delle autorità.
Il film è interpretato da Julia Vysotsakaya (“Paradise”) nel ruolo della protagonista.

 

KHOROSHID, regia di Majid Majidi (Iran)
Majid Majidi e’ uno dei piu’ famosi registi iranini e nel 1999, il suo film “I ragazzi del paradiso” è stato il primo film iraniano a venire candidato all’Oscar al miglior film straniero.
In concorso quest’anno arriva con questo interessante film il cui titolo internazionale e’ “I figli del sole”.
Nei sobborghi di Teheran, il piccolo Ali, di dodici anni, e i suoi amici vivono alla giornata, guadagnando da vivere per loro stessi e per le loro famiglie tra lavoretti e piccoli furti. Tutto potrebbe cambiare quando Ali scopre di un tesoro sepolto, ma, per raggiungere il tunnel sotterraneo dove si trova, Ali e gli altri devono iscriversi a un istituto di beneficenza situato sopra di esso, dedicato ad educare i bambini per sottrarli alla strada e al lavoro minorile.

 

IN BETWEEN DYING, regia di Hilal Baydarov (Azerbaigian)
Il film e’ diretto dal regista azero Hilal Baydarov e prodotto dal messicano Carlos Reygadas (vecchia conoscenza del festival veneziano).
Descritto come “un viaggio onirico ed enigmatico attraverso un mondo di strutture che si vanno modificando, nel quale l’empatia ha la meglio sul racconto, l’intuizione sulla ragione e la curiosità sull’ironia”, In Between Dying, è stato girato tutto in Azerbaigian, dove Baydarov è nato e cresciuto, e si propone come “una potente visualizzazione di un’umanità alla ricerva del senso della vita.”

 

LAILA IN HAIFA, regia di Amos Gitai (Israele, Francia)
Del film di Gitai non si sa moltissimo, ma il regista israeliano lo ha presentato cosi’ lo scorso luglio:

“L’ho girato tutto in una discoteca frequentata da israeliani e palestinesi a Haifa, la mia città natale, la più aperta di Israele. E’ un nuovo anello nella catena dei miei film che provano a riunire in uno stesso luogo storie di due popoli insensatamente divisi. Ma è anche il tentativo di trasformare il film stesso, che nel cast ha attori di ambo le parti, in un processo creativo comune, un momento di dialogo, in una terra che soffre di odio e violenza cronici”.
Uno dei film che attendiamo maggiormente di questo festival.

 

MISS MARX, regia di Susanna Nicchiarelli (Italia, Belgio)
La regista romana era a Venezia nel 2017 dove ha vinto nella sezione Orizzonti come miglior film per “Nico, 1988″ e adesso cerca il bis nella categoria piu’ importante.
Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.
Nel cast Romola Garai e Patrick Kennedy.
Uscira’ in sala dal 17 settembre.

 

NOMADLAND, regia di Chloé Zhao (Stati Uniti d’America)
Solo pochi mesi era la regista rivelazione per il bellissimo “The Rider – Il sogno di un cowboy”.
Ora Chloé Zhao e’ superattiva e gia’ la Marvel l’ha assunta per la direzione del blockbuster “The Eternals”.
“Nomadland” e’ prodotto e interpretato dall’attrice premio Oscar Frances McDormand, tratto dal libro “Nomadland: un racconto d’inchiesta” della giornalista Jessica Bruder.
Fern e’ una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

 

NOTTURNO, regia di Gianfranco Rosi (Italia)
Gianfranco Rosi a Venezia ha raggiunto il massimo obiettivo vincendo il Leone d’Oro con “Sacro Gra” e adesso ritorna in concorso con “Notturno”, girato nel corso di tre anni trascorsi sui confini fra Siria, Iraq, Kurdistan, Libano.
Con questo film Rosi dà voce ad un dramma umano che trascende le divisioni geografiche e il tempo dei calendari; illumina, attraverso incontri e immagini, la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS.
Storie diverse, alle quali la narrazione conferisce un’unità che va al di là dei confini.

 


 

NUEVO ORDEN, regia di Michel Franco (Messico, Francia)
Dopo “Chronic” (2015) il messicano Michel Franco non si e’ fatto molto notare e quindi questo ritorno a Venezia e’ molto atteso.
Un matrimonio tra membri dell’alta borghesia viene improvvisamente interrotto dall’arrivo di persone di rango apparentemente più basso, entrati con la forza all’interno della proprietà.
Nel cast Diego Boneta, Dario Yazbek Bernal e Naian González Norvind.

 

PADRENOSTRO, regia di Claudio Noce (Italia)
In questi ultimi anni Claudio Noce si e’ dedicato principalmente alle serie tv (“Non uccidere”, “1994″) dopo “La foresta di ghiaccio” che era uscito nel 2014.
Roma, 1976. Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando, insieme alla madre (Barbara Ronchi), assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.
In sala dal 24 settembre.

 

PIECES OF A WOMAN, regia di Kornél Mundruczó (Canada, Ungheria)
Di Kornél Mundruczó ricorderete “White God” (Un Certain Regard Cannes 2014) e “Una luna chiamata Europa”, entrambi usciti anche nei cinema da noi.
Martha e Sean Carson, una coppia di Boston, sono in procinto di avere un bambino. La loro vita cambia irrimediabilmente durante un parto in casa, per mano di un’ostetrica confusa e agitata che verrà accusata di negligenza criminale. Comincia così un’odissea lunga un anno per Martha, che deve sopportare il suo dolore e al contempo gestire le difficili relazioni con il marito e la dispotica madre, oltre che confrontarsi in tribunale con l’ostetrica, divenuta oggetto di pubblica denigrazione.
Pieces of a Woman è un’aria profondamente personale e dolorosamente familiare, tratteggiata in ricercati toni di grigio, la storia trascendente di una donna che impara a convivere con la sua perdita.
Cast importante con Vanessa Kirby, Shia LaBeouf, Jimmie Fails, Ellen Burstyn, Molly Parker, Iliza Shlesinger, Sarah Snook e Benny Safdie.

 

SNIEGU JUZ NIGDY NIE BEDZIE, regia di Malgorzata Szumowska e Michal Englert (Polonia, Germania)
La regista polacca e’ sempre stata in concorso a Berlino dove ha vinto un paio di premi (“Cialo”, “Un’altra vita – Mug”).
Per il suo esordio a Venezia firma un film con il suo direttore della fotografia Michal Englert.
Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio.
Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

 

LE SORELLE MACALUSO, regia di Emma Dante (Italia)
Tratto dalla sua omonima pièce teatrale che ha ricevuto il Premio Ubu per il Miglior Spettacolo e la Miglior Regia ritorna Emma Dante al festival di Venezia dopo “Via Castellana Bandera” del 2013.
Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste.
“Le Sorelle Macaluso” è interpretato da Alissa Maria Orlando, Susanna Piraino, Anita Pomario, Eleonora De Luca, Viola Pusatieri, Donatella Finocchiaro, Serena Barone, Simona Malato, Laura Giordani, Maria Rosaria Alati, Rosalba Bologna, Ileana Rigano.
 

QUO VADIS, AIDA?, regia di Jasmila Žbanic (Bosnia ed Erzegovina, Romania, Austria, Paesi Bassi, Francia, Polonia, Germania)
La regista bosniaca ha avuto un esordio davvero impareggiabile: nel 2006 ha vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino per il suo film d’esordio, “Il segreto di Esma”.
A Venezia porta un film ispirato alla storia del traduttore bosniaco Hasan Nuhanovic e della sua famiglia durante il massacro di Srebrenica.
Bosnia, luglio 1995. Aida è un’interprete che lavora alle Nazioni Unite nella cittadina di Srebrenica. Quando l’esercito serbo occupa la città, la sua famiglia è tra le migliaia di cittadini che cercano rifugio nell’accampamento delle Nazioni Unite.
Come persona informata sulle trattative, Aida ha accesso a informazioni cruciali per le quali è richiesto il suo ruolo di interprete. Cosa si profila all’orizzonte per la sua famiglia e la sua gente? La salvezza o la morte? Quali passi dovrà intraprendere?

 

SPY NO TSUMA (LA MOGLIE DELLA SPIA), regia di Kiyoshi Kurosawa (Giappone)
Kiyoshi Kurosawa e’ uno dei registi giapponesi piu’ importanti di questi ultimi anni che ha contaminato il genere horror con quello autoriale e siamo curiosi di vederlo in concorso a Venezia.
È il 1940 a Kobe, la notte prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Il mercante locale Yusaku Fukuhara sente che le cose stanno prendendo una brutta piega e decide di recarsi in Manciuria, senza portare con sé la moglie Satoko.
Lì è casualmente testimone di un atto di barbarie e, determinato a renderlo pubblico, entra in azione. Nel frattempo, Satoko viene contattata da Taiji Tsumori, suo amico d’infanzia e membro della polizia militare, il quale le racconta della morte di una donna che suo marito ha riportato in Giappone dalla Manciuria.
Satoko è accecata dalla gelosia e se la prende con Yusaku. Ma quando scopre le vere intenzioni del marito, fa una cosa impensabile per garantire la sua incolumità e la loro felicità.

 

UND MORGEN DIE GANZE WELT (E DOMANI UN ALTRO MONDO), regia di Julia von Heinz (Germania, Francia)
La regista tedesca e’ molto giovane (classe 1976) e nessun suo film e’ praticamente mai uscito in Italia.
La Germania e` scossa da una serie di violenti attacchi terroristici di stampo razzista. Luisa, vent’anni, si unisce a un gruppo dell’Antifa deciso a contrastare il movimento neo-Nazi in sommossa. Con le sue azioni temerarie, combatte non solo l’estrema destra ma cerca anche di fare colpo su Alfa, un attivista antifascista del quale e` segretamente innamorata.
Presto, la situazione si inasprisce e Luisa e i suoi amici devono affrontare la questione se la violenza possa essere una risposta politica legittima al fascismo e all’odio.
Il titolo del film è tratto da un verso della poesia Es zittern die morschen Knochen, scritta nel 1932 da Hans baumann e adottata nel 1935 come inno della Reichsarbeitsdienst, il corpo ausiliario istituito nella Germania nazista.

 

THE WORLD TO COME, regia di Mona Fastvold (Stati Uniti d’America)
La regista norvegese Mona Fastvold ha esordito al Sundance con “The Sleepwalker” e poi ha partecipato alla sceneggiatura degli ultimi film del marito Brady Corbet.
Verso la metà dell’Ottocento nel nord dello stato di New York, Abigail si appresta a iniziare un nuovo anno nella fattoria in cui vive con il marito Dyer. Mentre rifette sull’anno che verrà, sfogliando le annotazioni del suo diario, si percepisce il forte contrasto tra il comportamento pacato e stoico della donna e le complesse emozioni che affiorano dalle pagine. All’arrivo della primavera, Abigail incontra Tallie, donna estroversa di straordinaria bellezza, appena trasferitasi con il marito Finney in una fattoria nelle vicinanze. Le due provano a stringere una relazione, riempendo un vuoto nelle loro vite di cui non conoscevano l’esistenza…
Con Katherine Waterston, Vanessa Kirby, Christopher Abbott e Casey Affleck.

 


 

Questi invece i programmi dei film fuori concorso e delle altre sezioni (Orizzonti, Settimana della Critica, Giornate degli Autori)

 

FUORI CONCORSO

  • Assandira, regia di Salvatore Mereu (Italia)
  • The Duke, regia di Roger Michell (Regno Unito)
  • Dì yi lú xiang, regia di Ann Hui (Cina)
  • The Human Voice, regia di Pedro Almodóvar – cortometraggio (Spagna)
  • Lacci, regia di Daniele Luchetti (Italia) – film d’apertura
  • Lasciami andare, regia di Stefano Mordini (Italia) – film di chiusura
  • Nag-won-ui bam, regia di Park Hoong-jung (Corea del Sud)
  • Mandibules, regia di Quentin Dupieux (Francia, Belgio)
  • Mosquito State, regia di Filip Jan Rymsza (Polonia)
  • One Night in Miami, regia di Regina King (Stati Uniti d’America)
  • Run Hide Fight, regia di Kyle Rankin (Stati Uniti d’America)
  • City Hall, regia di Frederick Wiseman (Stati Uniti d’America)
  • Crazy, Not Insane, regia di Alex Gibney (Stati Uniti d’America)
  • Final Account, regia di Luke Holland (Regno Unito)
  • Fiori, fiori, fiori!, regia di Luca Guadagnino – cortometraggio (Italia)
  • Greta, regia di Nathan Grossman (Svezia)
  • Hopper/Welles, regia di Orson Welles (Stati Uniti d’America)
  • Molecole, regia di Andrea Segre (Italia) – film di pre-apertura
  • Narciso em férias, regia di Renato Terra e Ricardo Calil (Brasile)
  • Paolo Conte, via con me, regia di Giorgio Verdelli (Italia)
  • Salvatore: Shoemaker of Dreams, regia di Luca Guadagnino (Italia)
  • Sportin’ Life, regia di Abel Ferrara (Italia)
  • La verità su “La dolce vita”, regia di Giuseppe Pedersoli (Italia)
  • 30 monedas, regia di Álex de la Iglesia – serie TV, episodio 1×01 (Spagna)
  • Omelia contadina, regia di Alice Rohrwacher e JR – cortometraggio (Italia)
  • Princesse Europe, regia di Camille Lotteau (France)

ORIZZONTI

  • Bùzhi bùxiu, regia di Wang Jing (Cina)
  • Dashte khamoush, regia di Ahmad Bahrami (Iran)
  • The Furnace, regia di Roderick MacKay (Australia)
  • Gaza mon amour, regia di Tarzan e Arab Nasser (Palestina, Francia, Germania, Qatar)
  • Guerra e pace, regia di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (Italia, Svizzera)
  • Jenayat-e bi deghat, regia di Shahram Mokri (Iran)
  • Lahi, hayop, regia di Lav Diaz (Filippine)
  • Listen, regia di Ana Rocha de Sousa (Regno Unito, Portogallo)
  • Mainstream, regia di Gia Coppola (Stati Uniti d’America)
  • The Man Who Sold His Skin, regia di Kaouther Ben Hania (Tunisia, Francia, Germania, Belgio, Svezia)
  • Mila, regia di Christos Nikou (Grecia, Polonia, Slovenia)
  • Meel patthar, regia di Ivan Ayr (India)
  • Nowhere Special, regia di Uberto Pasolini (Italia, Romania, Regno Unito)
  • La nuit des rois, regia di Philippe Lacôte (Costa d’Avorio, Francia, Canada)
  • I predatori, regia di Pietro Castellitto (Italia)
  • Sary mysyq, regia di Ádilhan Erjanov (Kazakistan, Francia)
  • Selva trágica, regia di Yulene Olaizola (Messico, Francia, Colombia)
  • La troisième guerre, regia di Giovanni Aloi (Francia)
  • Zanka Contact, regia di Ismaël El Iraki (Francia, Marocco, Belgio)

 


 

SETTIMANA DELLA CRITICA

  • 50 o dos ballenas se encuentran en la playa, regia di Jorge Cuchi (Messico)
  • Hayaletler, regia di Azra Deniz Okyay (Turchia)
  • Non odiare, regia di Mauro Mancini (Italia, Polonia)
  • Pohani dorohy, regia di Natalija Vorožbyt (Ucraina)
  • Shorta, regia di Anders Ølholm e Frederik Louis Hviid (Danimarca)
  • Topside, regia di Celine Held e Logan George (Stati Uniti d’America)
  • Tvano nebus, regia di Marat Sargsyan (Lituania)
  • The Book of Vision, regia di Carlo S. Hintermann (Italia, Regno Unito, Belgio) – film d’apertura
  • The Rossellinis, regia di Alessandro Rossellini (Italia, Lettonia) – film di chiusura

GIORNATE DEGLI AUTORI

  • 200 Meters, regia di Ameen Nayfeh (Palestina)
  • Cigare au miel, regia di Kamir Aïnouz (Francia, Algeria) – film d’apertura
  • Felkészülés meghatározatlan ideig tartó együttlétre, regia di Lili Horvát (Ungheria)
  • Kitoboy, regia di Filipp Juryev (Russia)
  • Konferencija, regia di Ivan I. Tverdovskij (Russia, Estonia, Italia, Regno Unito)
  • Mama hé qitian de shíjian, regia di Li Dongmei (Cina)
  • Oaza, regia di Ivan Ikic (Serbia, Slovenia, Paesi Bassi, Bosnia ed Erzegovina)
  • Residue, regia di Merawi Gerima (Stati Uniti d’America)
  • Spaccapietre, regia di Gianluca e Massimiliano De Serio (Italia, Francia, Belgio)
  • Tengo miedo torero, regia di Rodrigo Sepúlveda (Cile, Argentina, Messico)
  • Saint-Narcisse, regia di Bruce LaBruce (Canada) – film di chiusura

 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento