Arriva dal 16 aprile in esclusiva su MioCinema “Bad luck banging or loony porn” (da noi chiamato “Sesso sfortunato o follie porno”), il film vincitore dell’Orso d’oro all’ultimo Festival internazionale del film di Berlino.
Diretto da Radu Jude, ambientato a Bucarest e girato in tempi di coronavirus (i protagonisti, come noi tutti, indossano la mascherina), il film ha scosso e trionfato al festival di Berlino, ottenendo il riconoscimento più importante tra gli applausi della critica.
Emi (Katia Pascariu) insegnante di una scuola bene di Bucarest, molto amata dagli studenti e molto stimata, si ritrova a dover mettere in discussione tutto quello che negli anni ha conquistato perché un video che la ritrae mente fa sesso spinto con suo marito viene messo in rete.
Lo spettatore segue il suo percorso, dalle passeggiate iniziali in una rumorosa Bucarest, tra battute e sguardi malevoli, fino ad un vero e proprio processo allestito nel cortile della scuola in cui, da “imputata”, dovrà rispondere alle accuse e alle domande dei genitori dei suoi studenti.
Attraverso la struttura del film e l’intreccio con immagini di repertorio, questo film e’ una satira pungente che mette in discussione la scala di valori su cui ancora poggia la società odierna, evidenziandone le contraddizioni e la morale giudicante. Sullo sfondo, prende vita la società rumena, tra passato e presente, nei tre atti in cui il film è suddiviso.
Provocante, ironico, pungente, vibrante. Un film potente e attualissimo che certamente non lascia indifferenti.
“Il mio film è un singolo punto di vista sulla Romania, come sull’Europa e sui paesi ex comunisti, ma non esaurisce il giudizio, così come Accattone di Pasolini non raffigurava necessariamente tutta la società italiana degli anni ’60, che era anche La dolce vita.
Certamente volevo mettere in dubbio che una scena di sesso tra due adulti consenzienti potesse essere oscena. Per me osceno è l’abuso di potere, l’uso del potere contro un essere umano per umiliarlo, sfruttarlo, distruggerlo.
Bucarest ha i problemi di tante altre grandi città. Ma quello che mi interessava era mostrare i ‘valori’ della nostra società. Trent’anni dopo la rivoluzione e la caduta di Ceausescu, cioè dopo trent’anni di democrazia e libertà, abbiamo un sistema di classe rigido, un individualismo sfrenato, una totale incuria verso l’ambiente. La città siamo noi che l’abbiamo fatta e non abbiamo più la scusa della dittatura.
Il film è stato pensato prima della pandemia ma poi ci si è trovato dentro. Solo la prima scena, quella dell’amplesso, è stata girata, per fortuna, prima delle restrizioni. Da noi non c’è quella dittatura sanitaria di cui parla Giorgio Agamben.
In Romania non si fa che litigare sui mezzi pubblici perché molti non vogliono mettere la mascherina. Ma il film nasce piuttosto da un altro libro, The Pornographic Age di Alain Badiou, dove mi ha interessato il concetto della fine della sfera privata perché tutto è diventato pubblico.
Sui social vedo continuamente mie foto scattate e poi condivise, non da me. Anche le voci fuori campo che si sentono nella terza parte del film sono come i commenti a caldo sui social, i like o dislike, la rappresentazione di un’interazione velocissima e perentoria.”
Finale con il trailer ufficiale !!