Gilles De Maistre torna ad occuparsi dei minori dopo il film di finzione “Mia e il leone bianco” con “Il futuro siamo noi” un documentario che come stile narrativo è paragonabile a quelli diretti da Pascal Plisson (“Vado a scuola”, “Vado a scuola: il grande giorno”) e che esce adesso al cinema.
Vengono da tutto il mondo, sono bambini che combattono per difendere i propri ideali. I loro nomi sono José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn. Non si sono mai sentiti troppo giovani, troppo deboli o troppo isolati per opporsi alle ingiustizie e alle violenze. Al contrario, grazie alla loro forza di carattere e al loro coraggio, hanno cambiato le cose introducendo questi dibattiti a un numero sempre maggiore di bambini. Sfruttamento di esseri umani, lavoro minorile, matrimoni forzati, distruzione ambientale, povertà estrema… Sono coinvolti su tutti i fronti.
Per quanto piccoli, si sono resi conto molto presto delle disuguaglianze e delle disfunzioni, sia perché le soffrivano loro stessi sia perché ne erano testimoni. Come ad esempio José Adolfo, che a sette anni ha creato una banca cooperativa in modo da permettere ai bambini del suo quartiere di guadagnare dei soldi grazie alla raccolta di rifiuti riciclabili. Dall’India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea passando per la Francia e gli Stati Uniti, questo documentario si propone di incontrare questi bambini che hanno trovato la forza di combattere le loro battaglie per un futuro migliore.
Per Amicinema era presente Ugo Besson all’anteprima stampa ed ecco il suo commento:
“Il vostro inviato riemerge dal lungo silenzio delle chiusure per la pandemia ed è andato all’anteprima stampa del documentario “Il futuro siamo noi”, di Gilles de Maistre, che uscirà nelle sale il 13 maggio.
Il film ci racconta le storie di alcuni bambini e adolescenti che si impegnano su problemi ambientali e sociali e si oppongono a ingiustizie e violenze, con iniziative locali che ottengono risultati concreti e rilevanti. Il “Noi” del titolo sono appunto i bambini, che, come dice uno di loro, non devono essere solo protetti ma soprattutto ascoltati, e un altro aggiunge: “i bambini sono certamente il futuro, ma noi vogliamo essere anche il presente e agire subito”. Il film si muove in varie regioni del mondo, per concludersi in Svezia, dove uno di loro riceverà il premio del Children Climate Price, che è assegnato ogni anno, dal 2016, a bambini di 12-17 anni “who have made extraordinary efforts for the climate and environment.”
I bambini stessi descrivono i loro progetti ed esprimono i sentimenti che li hanno mossi, a volte con l’intervento di alcuni adulti, fra cui qualche genitore. Così, pian piano si forma un quadro che rimane impresso di questa vitalità di valori e concretezza: in Guinea una bambina si batte contro i matrimoni precoci, riuscendo anche a impedirne alcuni; in Bolivia un gruppo si oppone allo sfruttamento del lavoro minorile; in Perù un ragazzino fonda una banca per bambini finanziata con la raccolta e vendita dei rifiuti urbani; in India una ragazzina cerca di portare a scuola i bambini del quartiere e scrive un giornale che parla della loro vita e dei loro problemi; in Francia un ragazzino si impegna quotidianamente per aiutare e confortare i senzatetto della sua città.
Il film è ricco di immagini colorate e varie di ambienti molto diversi, si sofferma spesso a riprendere i bambini stessi, sempre sorprendenti per la loro spontaneità. Il film ci mette davanti all’enormità dei problemi, delle sofferenze e dell’arretratezza ancora presenti in tante parti del mondo ma stimola un certo ottimismo per la promessa rappresentata da questa vitalità infantile volta a fare cose buone per le persone e l’ambiente.“
Gran finale con il trailer ufficiale !!