Le contraddizioni e l’illogicita’ della Tunisia moderna

Presentato a Venezia 2019 in una delle edizioni di Orizzonti piu’ ricche di sempre (c’era pure il bellissimo “Atlantis” di Valentyn Vasjanovyc) arriva in sala “Un figlio” (“Un Fils”), debutto cinematografico del regista tunisino Mehdi M. Barsaoui, formatosi in Italia al DAMS di Bologna.

 

Tunisia, estate 2011. La vacanza nel sud del paese volge in tragedia per Fares, Meriem e per il loro figlio di dieci anni, Aziz, che viene colpito per errore durante un agguato.
Il bambino ha bisogno di un trapianto, e ciò porterà alla luce un segreto tenuto a lungo nascosto. Aziz e la relazione tra Fares e Meriem riusciranno a sopravvivere?

 

Nel cast Sami Bouajila (Premio Orizzonti 2019 per la miglior interpretazione maschile), Najla ben Abdallah, Youssef Khemiri e Slah Msadek.


 

Sentiamo le parole del regista tunisino su questo suo film d’esordio:
 
Il 2011 è stato per la Tunisia l’anno della svolta, sia politicamente che socialmente. Accadde tra agosto e settembre, sette mesi dopo la rivoluzione.
Per me era importante ambientare la storia in quel preciso momento, perché mi avrebbe permesso di dare al racconto una connotazione storica e un contesto sociale ben definito. Fin dall’inizio, non era nelle mie intenzioni parlare della rivoluzione. Non ho né la preparazione né i mezzi per farlo.
Non sono né uno storico né uno studioso di politica. Ciò che mi interessava era mostrare quale sarebbero state le ripercussioni della vita politica su una normale famiglia tunisina. Questa è la ragione per la quale la mia storia prende piede pochi mesi dopo la caduta di Ben Ali e poche settimane prima della disfatta di Gheddafi, ucciso a ottobre.
Molte cose stanno cambiando in diverse parti del mondo, volevo che i miei personaggi fossero collocati in questo preciso momento. Allo stesso tempo, volevo che questi fatti rimanessero sotto la superficie.
 
La sceneggiatura è stata sviluppata in un periodo lungo quasi quattro anni, con diversi momenti dedicati alla scrittura. Dato che questo è il mio primo lungometraggio, ho partecipato a diversi workshop di sceneggiatura per affinare la mia tecnica. Ogni volta lavoravo sui diversi livelli. Prima mi concentravo sulla storia principale, successivamente lavoravo agli elementi secondari prima di cercare per arricchire il contesto della storia innestandovi anche uno sfondo politico.
E poi finalmente consideravo la storia da un punto di vista più personale e relativo alle dinamiche della coppia. Dovevo inoltre tenere presente che il film
non riguardava solo la paternità, ma anche la maternità e l’adulterio. A un certo punto mi sono sentito quasi disorientato, ed è a quel punto che ho deciso di far salire a bordo del progetto Magali Negroni nel ruolo di consulente della sceneggiatura.
Mi è stata di grande supporto, mi ha aiutato a tornare alle fondamenta della storia che volevo raccontare. Non volevo che il dramma virasse nel melodrammatico e che il pathos non prendesse il sopravvento.”

 

L’opera prima di Mehdi M. Barsaoui, mostra le contraddizioni della Tunisia moderna, mossa da patriarcato e burocrazia. Ne emerge un racconto universale dove la coppia prima e la famiglia poi sono al centro delle illogicità di un sistema che mette la morale religiosa prima delle necessità umane.

 

Ecco il bel trailer ufficiale !!

 


 

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