L’uomo, la natura e la fragilità dell’esistenza

Vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance 2022 arriva nelle sale “Utama – Le terre dimenticate” diretto dal giovane regista boliviano Alejandro Loayza Grisi.

 

Il tempo sembra scorrere lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano boliviano, dove un’anziana coppia quechua, Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine.
Quando il nipote Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che è lì solo per convincerli a trasferirsi in città. Il fatto che la siccità li abbia lasciati senz’acqua non aiuta la loro causa a restare. Il respiro pesante di Virginio tradisce la sua capacità di nascondere ciò che lo affligge e l’apparizione di un condor inizia a destare in lui uno strano presagio.
Improvvisamente lo scorrere del tempo diventa più che mai prezioso e pone la coppia davanti a un dilemma: resistere nell’attesa delle piogge o seguire le orme di altri quechua e lasciare la loro casa per la città?

 

Con José Calcina, Luisa Quispe, Candelaria Quispe e Placide Ali.


 

Spazio alla bella recensione della nostra inviata Ornella Dallavalle:
 
“Utama è un film con una trama semplice, con immagini meravigliose e con silenzi che contano più delle parole. Virginio e Sisa sono una coppia di anziani pastori di lama che hanno vissuto per tutta la loro vita nelle aride pianure della Bolivia. Sono abituati alla scarsità d’acqua, all’attesa della pioggia, ai sacrifici.
La loro è una vita piena di rituali e sono in grado di riconoscere il sacro che è intorno a loro, nella montagna, negli animali.
 
Virginio porta al pascolo i lama e Sisa si occupa della casa e si reca ogni giorno, con due secchi, nel vicino villaggio. Arriva la siccità (non piove da un anno) e anche il nipote, Clever, a creare un conflitto: Clever implora i nonni di lasciare quella terra e trasferirsi in città ma Virginio non ne vuole sapere, non riesce a pensare a una vita lontano dalla terra in cui è nato.
Il suo stato di salute peggiora e lui respira sempre peggio (di nascosto da Sisa) e la ricerca dell’acqua diventa sempre più difficile. Un rituale potrebbe salvare il tutto ma non è così. Sotto un cielo azzurro implacabile e una terra arrida dove i visi sono scolpiti dal tempo, i ruoli maschili e femminili sono quelli tradizionali e le credenze mistiche e le cerimonie di sacrificio fanno di Utama un film ‘spirituale’.
 
Alejandro Loayza Grisi in questa bella opera prima indaga il rapporto tra gli esseri umani e la natura e ci parla di legami forti, di dignità ma anche del riconoscimento dei propri limiti, dell’accettazione della morte e della forza e al tempo stesso della fragilità dell’esistenza.”

 

Gran finale con il trailer ufficiale !!

 


 

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