Due individui in cerca di una vita normale

Appuntamento immancabile per ogni cinefilo sono i film dei fratelli piu’ famosi del cinema belga, ovvero Luc e Jean-Pierre Dardenne che portano in sala “Tori e Lokita“, passato all’ultimo Festival di Cannes dove ha vinto il Premio del 75o anniversario.

 

Lokita è una ragazza che, nell’arrivo in Europa, ha incontrato un bambino, Tori.
I due sono diventati di fatto, pur provenendo l’una dal Camerun e l’altro dal Benin, fratello e sorella.
Per la legge del Belgio però devono poterlo dimostrare e, non riuscendovi, il lato peggiore della vita è in loro attesa.

 

Tra gli interpreti con Mbundu Joely, Pablo Schils, Marc Zinga, Claire Bodson e Baptiste Sornin.


 

Sentiamo un breve estratto di una recente intervista ai due registi:
 
“Gli attori di questo film non sono professionisti, non lo erano quando li abbiamo scelti, lo sono diventati girando.
Ci siamo arrivati come d’abitudine, con i casting. Semplicemente, erano i più bravi. In genere noi non discutiamo molto la sceneggiatura, non spieghiamo i personaggi. Ma loro, Lokita aveva 16 anni e mezzo al momento delle riprese, Tori 12, li hanno capiti immediatamente, ce ne siamo resi conto già provando.
Mentre lei ha sempre cercato di mettere una distanza tra sé e il personaggio, indossando una parrucca quando non girava e togliendosela al momento di girare, per rimarcare le differenze tra Joely e Lokita, addirittura ci ha rivelato alla fine delle riprese che sentiva di aver un po’ perso l’innocenza lavorando al film, il piccolo Tori, complice l’età, l’ha presa come un’avventura. Avrà tempo di capire, crescendo.
 
In origine c’è una sceneggiatura di una decina d’anni fa, su una madre immigrata e i suoi due figli, che però non ha portato a nulla. Più recentemente, si parla di un paio d’anni fa, siamo rimasti sconvolti leggendo sui giornali belgi, so che se ne è parlato anche in Italia, di tutti questi minori non accompagnati che arrivano in Europa e poi spariscono nel nulla.
Inaccettabile, in moderne società democratiche come le nostre. Da qui siamo partiti per raccontare la storia di due giovani e della loro amicizia.
L’ossessione di dar vita a Tori e Lokita. Restituirli come individui, persone, non semplicemente personaggi, o simboli di un gruppo, gli immigrati.
No, noi cerchiamo di raccontare la vita di due esseri umani, nella speranza di ingaggiare con lo spettatore un dialogo silenzioso.
Cerchiamo di trasformare i personaggi in persone. Meno intrigo c’è nella storia, più risalta l’umanità.
 
In un mondo in cui si può parlare di uomini e donne in termini di carico residuale e’ importante fermarsi, dare il via a una conversazione, non lasciarsi travolgere dalle parole. Il cinema questo lo può fare. Ovviamente è un’espressione orribile quella utilizzata dal Ministro dell’Interno italiano. Col nostro film mettiamo al centro del racconto due individui, non due simboli. Due individui in cerca di una vita normale. Insieme a noi, non contro di noi”.

 

Concludiamo con il trailer ufficiale di questa bella pellicola !!

 


 

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