Louis-Julien Petit (“Le invisibili”, “Carole Matthieu”) dirige “Si, Chef! – La brigade” una delicata e divertente commedia.
Cathy è una chef di 40 anni, innamorata del suo lavoro e con un grande sogno: aprire un ristorante stellato. Le cose però iniziano presto a non andare secondo i suoi piani e, fra conti e complessità organizzative, si trova ad affrontare da subito le difficoltà del mestiere.
Per rilanciarsi, Cathy accetta con riluttanza un lavoro da dipendente in una sperduta località fuori città, in quella che scoprirà poi essere la mensa di un centro di accoglienza per giovani migranti.
Inizialmente è poco convinta e per nulla entusiasta di questo nuovo lavoro, ma in breve tempo grazie alla sua straordinaria abilità e alla sua passione per la cucina inizierà a farsi amare dai ragazzi, i suoi nuovi colleghi e suoi nuovi amici, che a loro volta avranno anche tanto da insegnarle.
Nel cast i bravi Audrey Lamy e François Cluzet e poi gli esordienti Chantal Neuwirth, Fatou Kaba e Yannick Kalombo.
Ecco la recensione del nostro inviato speciale Ugo Besson:
“Il vostro inviato è andato all’anteprima stampa del film “Si, chef! – La brigad”, di Louis-Julien Petit, con Audrey Lamy e François Cluzet, che uscirà nelle sale il 7 dicembre. È un film di cuochi, immigrati e buoni sentimenti, una commedia sociale piacevole e commovente, che richiama temi importanti e situazioni dolorose, sfiorando la retorica ma senza caderci, mantenendo l’equilibrio fra il sorriso e il dramma. Louis-Julien Petit dopo “Le invisibili” torna ad occuparsi di situazioni di emarginazione, confermando Audrey Lamy come attrice principale, accanto a François Cluzet, ben noto per la sua interpretazione in “Quasi amici”.
Cathy Marie è una cuoca di alto livello, che lavora in un rinomato ristorante. Litiga con la chef, che è la star di un popolare programma televisivo sulla cucina, e si licenzia. Inizia a cercare un altro lavoro, risponde ad una inserzione allettante, ma arrivata sul posto scopre che si tratta di fare la cuoca in un centro di accoglienza per immigrati minorenni. Trova in cucina una organizzazione pasticciata e scadente, una situazione decisamente distante dal livello raffinato e lussuoso cui era abituata (come le dice il direttore, un bravo François Cluzet, “a loro piacciono le cose semplici, i ravioli al pomodoro, fagli quelli, a loro interessa la quantità, non la qualità”. “già perché sono immigrati non hanno diritto ad un cibo di qualità” ribatte lei). Pensa subito di andarsene, ma poi decide di restare per alcuni mesi, in attesa di realizzare il suo obiettivo di aprire un suo ristorante. Si lamenta col direttore, perché non può preparare da sola un pasto per tante persone e il direttore la invita a farsi aiutare da alcuni dei ragazzi, che ne sarebbero molto contenti. Ecco la svolta, Cathy si getta con entusiasmo ed energia crescenti nell’impresa di formare un gruppo di aiuto cuochi, una brigade, come dice il titolo francese, insegnando ai ragazzi le basi per una buona cucina. La questione si intreccia col problema della permanenza in Francia dei ragazzi, che rischiano l’espulsione appena maggiorenni (“Non credevo che fosse così difficile vivere in Francia, pensavo che qui tutto era possibile” dice uno dei ragazzi) e il racconto evolve con colpi di scena e sviluppi delle storie personali di alcuni ragazzi, fino al finale scoppiettante.
Il film è un po’ una favola moderna e attuale, con la fatina buona che cerca di salvare i ragazzini emigranti con cucchiai e pentole. È una commedia francese brillante, ben riuscita, dal buon ritmo, con bravi attori, che diverte, fa riflettere e commuove.”
Concludiamo con il bel trailer ufficiale !!