Il coraggio di cadere dall’Olimpo

Coppa Volpi alla migliore attrice, candidata favorita come Miglior attrice protagonista agli Oscar… insomma Cate Blanchett aggiunge una nuova interpretazione di grande successo alla sua carriera e da questa settimana la vedremo sugli schermi italiani con “Tar” diretto dal regista americano Todd Field (“In the bedroom”, “The creed of violence”)

 

Lydia Tár, prima donna di sempre a dirigere l’orchestra dei Berliner Philharmoniker, si trova al centro di polemiche sull’abuso di potere esercitato nel proprio ruolo e sulla richiesta di favori sessuali fatta a delle dipendenti in cambio di riconoscimenti professionali.
In particolare, dopo il suicidio di una sua ex assistente, Krysta, cominciano a circolare prove e video compromettenti, probabilmente diffusi da membri del suo stesso staff.

 

Nel cast anche Mark Strong, Julian Glover, Nina Hoss e Noémie Merlant.


 

Sentiamo le parole dell’attrice australiana durate l’ultimo festival di Venezia:
 
“Il passato di Lydia Tár la tormenta. C’è qualcosa che cerca di reinventare, cerca di trasformarsi attraverso la musica. Questi sono tutti elementi presenti nel film e trovo che sia stato affascinante lavorare con Todd perché è stato molto bravo a presentare i due volti delle cose.
Ci siamo fatti guidare da lui e spesso ci ha dato l’idea di cosa poteva esistere tra le righe. Lydia è sul monte Olimpo, è arrivata come artista ma come essere umano sa che il passo successivo la porterà in basso. E ci vuole coraggio ad affrontarlo. Credo sia questa è la parte horror del film.
 
Quelli del film sono personaggi molti umani. Nel cinema di Todd siamo invitati ad entrare come se fossimo una mosca sulla parete.
Siamo invitati a vedere le dinamiche tra le persone. Fin dalla prima sillaba che ho letto della sceneggiatura, ho capito che era complessa.
Questo è film su una trasformazione. Il personaggio evolve ma quello che non è mai cambiato nel corso del film è che non conosce più se stessa, è un essere pieno di contraddizioni.
Credo sia importante a livello di società affrontare questi temi perché l’omogeneità a livello artistico è la morte. Ma la pratica artistica non è educativa. Un’opera d’arte può essere discussa, ma le reazioni vanno al di là di questo.
Non ho mai pensato alla sessualità del mio personaggio. Lei semplicemente è. E credo che siamo grandi abbastanza per vedere il film senza pensare a questo aspetto.
 
Credo di essere ancora nel processo di diventare chi sono. Non ho mai visto la mia identità come statica e credo sia questa la cosa bella degli esseri umani, la nostra capacità di cambiare. Mi da fiducia.”

 

Che ne dite di terminare con il bel trailer ufficiale ?

 


 

Questa voce e' stata pubblicata in Di tutto un po' e contrassegnata con .

Lascia un Commento