Premiato nell’ultima edizione del Far East Film Festival esce finalmente sui nostri schermi “Miracle” il commovente film del regista sud-coreano Jang Hoon Lee (“Be With You” nel 2018).
Anni Ottanta. Il giovane Joon-kyeong dimostra di avere un talento innato per la matematica e le scienze. Orfano di madre, è cresciuto in una famiglia povera e in un luogo decentrato di campagna, che è raggiungibile dall’esterno solo attraverso un binario di raccordo, assai pericoloso da attraversare a piedi. Il ragazzo viene aiutato dalla sorella maggiore Bo-kyeong, che rinuncia a tutto per provvedere a lui e al padre. Quando arriva l’età del liceo Joon-kyeong può dimostrare le proprie doti, anche se è visto dai compagni come un nerd con problemi di adattamento. Non da Ra-hee, però, che è attratta da Joon-kyeong e prova in ogni modo a fare breccia nel guscio invisibile che il ragazzo si è costruito attorno.
Tra gli attori troviamo Moon-Sung Jung, Jung-min Park e Sung-min Lee.
Spazio alla bella recensione della nostra inviata Virna Castiglioni:
“Miracle di Lee Jang-hoon ci trasporta in una zona rurale della Corea isolata perché priva di strade e nemmeno collegata al resto del Paese da una rete ferroviaria perché, anche se i treni passano non si possono fermare, non essendoci una stazione di collegamento.
Gli abitanti sono pertanto costretti a compiere a piedi un lungo tratto sui binari attraversando un ponte e anche una galleria, sperando che il treno non sopraggiunga proprio in quel frangente. Anche Joon Kyung, un bambino che frequenta la scuola elementare con profitto, compie lo stesso tragitto scortato dalla sorella maggiore che sostituisce anche i genitori, entrambi assenti per motivi e modalità differenti.
Le assenze sono un tema importante del film, affrontato con molto tatto, e sono volte a dimostrare che sono una costante nella vita di ognuno e che possono continuare a condizionarne l’andamento a seconda della capacità di convivenza che ognuno è in grado di stabilire con esse.
Il film è ricco di colpi di scena che sorprendono lo spettatore e lo accompagnano su sentieri diversi da quelli che ha percorso fino a quel punto della visione. Se la prima parte sembra essere un film che ha molto da spartire con il genere documentaristico e che esordisce con toni molto esplicativi man mano che la narrazione prosegue il racconto vira invece in due direzioni opposte: da un lato il versante più drammatico e dall’altro quello più scanzonato, ironico e romantico.
Il primo inganno registico viene compiuto proprio nel farci credere per un certo lasso di tempo che fratello e sorella crescano in armonia anche se il bambino diventa liceale e fa nuove esperienze mentre la sorella anche se invecchia non sembra avere una vita propria (e proprio questo espediente di fare invecchiare anche la sorella è un inganno ben riuscito per sparigliare le carte e confondere). In realtà solo verso il finale si scoprirà che la sorella maggiore è sempre stata accanto al fratello minore ma in modo diverso. Anche le motivazioni che spingono il ragazzo ad ostinarsi nel chiedere al Presidente la realizzazione di una stazione di passaggio non sono solo quelle che ci vengono svelate all’inizio ma hanno radici più profonde e toccano corde più intime. La vera forza del film sono proprio i vari piani che si intersecano sorprendendo lo spettatore come scatole regalo che si aprono lasciando stupefatti chi le riceve.
Con un tempismo perfetto poco prima che si scivoli nella monotonia il ricorso ad un tattico flash back ci fa comprendere cosa è realmente accaduto ma soprattutto ci permette di riconoscere l’abilità del regista nell’aver fatto credere qualcosa di diverso senza aver suscitato particolari sospetti.
Molto interessante e convincente è anche la bravura del regista nel calibrare i toni e i vari registri passando, con estrema disinvoltura, da quelli più struggenti e malinconici a quelli più leggeri e divertenti.
Anche il finale stempera con grande maestria la parte più riflessiva e moraleggiante della pellicola congedando lo spettatore con un messaggio di speranza e resilienza lasciando intendere che nulla si perde per colpe terrene ma esiste un destino che ha in serbo per noi compiti e prove che dobbiamo affrontare per esperire il nostro personale viaggio.
Miracle, per tutti questi elementi così originali, si è aggiudicato il Gelso d’oro nell’ultima edizione del Far East Film Festival.”
Finale con il bel trailer ufficiale !!