François Ozon ci sorprende in ogni nuovo film e dopo l’inedito “Peter Von Kant” (uscirà a maggio) ci regala una bella commedia sofisticata e divertente intitolata “Mon Crime – La colpevole sono io“.
Parigi, 1935. Madeleine Verdier, aspirante attrice convocata da un celebre produttore per un ruolo e poi aggredita, è accusata a torto del suo omicidio.
Con la complicità di Pauline Mauléon, avvocato senza clienti che si incarica della sua difesa, si assume il crimine e accede alla gloria denunciando la misoginia della società e l’incompetenza della giustizia. Il tribunale diventa ‘teatro’ della sua performance.
L’ingiustizia subita commuove l’opinione pubblico, il successo è immediato.
Per Madeleine comincia una nuova vita, gli ingaggi piovono coi fiori e le proposte di matrimonio ma la vera colpevole bussa alla porta e reclama la sua parte…
Gran cast con Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon, Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder.
Diamo spazio alla recensione della nostra inviata Virna Castiglioni:
“Nella Parigi degli anni trenta, la giovane attrice squattrinata e dallo scarso talento Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz) è accusata dell’omicidio di un famoso produttore che ha cercato di abusare di lei. Con l’aiuto dell’avvocatessa nonché sua migliore amica e coinquilina Pauline (Rebecca Marder), Madeleine viene assolta per legittima difesa. La conclusione della vicenda processuale sarà per lei l’avvio di una brillante carriera messa in pericolo da un’altra donna Odette Chaumette (Isabelle Huppert) attrice sul viale del tramonto, fino al colpo di scena finale che svelerà invece tutta un’altra storia.
Il film è un insieme di generi diversi. Inizia come un giallo/poliziesco e per un tratto segue le regole classiche di ricerca del movente, verifica degli alibi, interrogatori ai testimoni, indagini ai sospettati per poi virare verso la commedia e infine spostarsi ancora sul piano del film denuncia della situazione di svantaggio in cui versano le donne.
L’ambientazione scelta è quella degli anni trenta, che i costumi e gli arredi ricostruiscono con minuzia di particolari, ma il tema trattato è ancora molto attuale e oggetto di costante dibattito.
Il finale, a sorpresa, che svela in modo plateale tutto il retroscena della vicenda sembra servire al pubblico la soluzione per dirimere definitivamente l’annosa questione della disparità di genere. Se le donne smettessero di farsi la guerra e di entrare in competizione tra loro stesse ma, al contrario, si alleassero e stringessero un patto di unione sincero le cose non solo cambierebbero ma si ribalterebbero a loro favore.
Una commedia intelligente che sembra molto frivola e leggera fino a sfiorare l’assurdo e il non-sense ma che invece contiene molteplici sfaccettature. Il regista Ozon opta per i toni freschi delle battute argute, i dialoghi salaci, architetta scene esilaranti e strappa più di un sorriso anche quando non ci sarebbe molto da ridere essendo pur sempre in presenza di un omicidio e nel mezzo di un processo con il rischio di comminare una pena infliggendo al responsabile anni di galera.
E’ un continuo ribaltamento di situazioni che spiazzano, divertono, ridicolizzano ironizzando per veicolare un messaggio profondo e delicato. Il tutto messo in scena brillantemente grazie ad una scrittura che deve molto all’omonima pièce teatrale di George Berr e Louis Verneuil del 1934 dalla quale prende spunto e alla impeccabile interpretazione degli attori riuniti in un cast di altissimo livello.
Molto originale la chiusura dei titoli di testa che fanno del simpatico spoiler circa il proseguio delle vicende umane e professionali dei personaggi coinvolti nella vicenda raccontata.
Un film che utilizza un tono scherzoso e irriverente per veicolare un messaggio importante ma soprattutto per ribadire che la soluzione ai problemi il più delle volte è facile quando si mettono da parte gli interessi personali e si collabora per arrivare ad un vantaggio comune che duri nel tempo e sia soddisfacente per tutti.”
Che ne dite di concludere con il trailer ufficiale ?