Diretto dal regista e attore Amarsaikhan Baljinnyam, già uno dei volti protagonisti della serie “Marco Polo” di Netflix, esce in sala “L’ultima luna di settembre“, un film che ci accompagna in una terra raramente rappresentata sul grande schermo, la Mongolia, ricca di umanità, tradizioni e cultura, un’opera prima pluripremiata nel mondo, un racconto di formazione, amicizia e genitorialità.
Quando l’anziano padre si ammala gravemente, Tulgaa, che da anni vive in città, torna al suo villaggio natale sulle remote colline della Mongolia per assisterlo.
Il destino farà però il suo corso e poco dopo l’anziano verrà a mancare. Tulgaa decide di restare a vivere nella iurta del padre, per portare a termine il raccolto che l’uomo aveva promesso di completare prima dell’ultima Luna piena di settembre.
Mentre lavora nei campi, Tulgaa incontra un bambino di dieci anni, Tuntuulei, che vive da solo con i nonni mentre la madre lavora in città.
Tra i due nasce un rapporto inizialmente di sfida, ma che andrà via via ad allentarsi per far spazio a un legame di stima e condivisione.
Negli incantevoli e sconfinati paesaggi di una terra ricca di tradizioni, Tulgaa prenderà il giovane Tuntuulei sotto la propria ala, scoprendo di essere in grado di dare al bambino tutto l’amore paterno che a lui non era stato mai concesso.
Ma l’ultima Luna piena di settembre sta per arrivare, e a Tulgaa restano ormai pochi giorni da passare insieme a Tuntuulei prima di fare ritorno in città.
Nel cast (ovviamente da noi non sono noti) appunto Amarsaikhan Baljinnyam e poi Tserendarizav Dashnyam e Tenuun-Erdene Garamkhand.
Abbiamo mandato la nostra inviata Bianca Maria Sezzatini a vedere l’anteprima romana e questa e’ la sua recensione:
“La Mongolia che non ti aspetti!
La trovi nel film “L’ultima luna di settembre” un film sull’infanzia e sulla genitorialità.
La Mongolia è una terra nuova, azzurra, immensa, innocente, vera, coinvolgente, amara, solitaria, forte, spartana, spietata ma anche incredibilmente reale.
È un film particolare, uno pseudo docu-film che si fa seguire dallo spettatore che, attento, segue l’evolversi della storia perché rapito dagli splendidi paesaggi che offrono una visione quasi preistorica e ormai inesistente.
La storia è invece attinente ai nostri tempi poiché i piccoli villaggi rurali seguono l’iter inesorabile dello spopolamento che fa confluire i giovani nelle grandi città che offrono loro lavoro e una vita più agiata.
Una telefonata difficoltosissima e macchinosa fatta dalla steppa preannuncia a Tulgaa (Amarsalkhan Baljinnyam, regista mongolo alla sua opera prima e attore) che il patrigno sta per morire e lui lo raggiunge.
Conosce così anche Tuntuulei (Tenuun-Erdene Garamkhand), un bambino di dieci anni che vive con i nonni in una tenda poco lontana.
È un bambino molto solo ma anche molto maturo per la sua giovane età. Tra i due nasce una bellissima amicizia che non li farà più vivere in solitudine-
Non voglio spoilerare la fine del film che invito vivamente ad andare a vedere altrimenti, una Mongolia così ben rappresentata in tutti i suoi scenari, non la vedreste se non visitandola.
L’ultima luna di settembre, tratto da “Tuntuulei”, un romanzo breve di T. Bum-Erden, distribuito da Officine Ubu, presente nelle sale da giovedì 21 settembre 2023, è un film assolutamente da non perdere!”
Finiamo come sempre con il trailer ufficiale !!