Dal genio di Kirill Serebennikov (“Summer“, “Petrov’s Flu“), esce al cinema “La moglie di Tchaikovsky” un sorprendente racconto di amore, ossessione e musica diretto con maestria e meticolosa cura del dettaglio visto al Festival di Cannes 2022.
Russia, seconda metà dell’Ottocento. In un’epoca in cui le donne non sono altro che un nome scritto sul passaporto dei mariti, Antonina Ivanovna, aspirante musicista, si innamora perdutamente del compositore Pyotr Ilyich Tchaikovsky e lo convince a sposarla. Ma questo nuovo legame rischia di distruggere entrambi: Tchaikovsky, infatti, non ha mai amato una donna, e non inizierà certo con lei.
Nel cast Alyona Mikhailova, Ekaterina Ermishina e Odin Lund Biron.
Spazio al nostro inviato Ugo Besson che ha visto in anteprima a Roma questo bel film:
“Il vostro inviato è andato all’anteprima stampa del film La moglie di Tchaikovsky, di Kirill Serebrennikov, che uscirà nelle sale il 5 ottobre. Il film è stato presentato in concorso la Festival di Cannes 2022. Il regista, fra i più originali e apprezzati della cinematografia russa, ha vinto il premio per il miglior film alla Festa del cinema di Roma del 2006 e nel 2017 è stato insignito del Premio Europa Realtà Teatrali.
Siamo in Russia, nella seconda metà dell’ottocento. Antonina Ivanovna conosce Pyotr Tchaikovsky, si innamora di lui, si iscrive al conservatorio per incontrarlo, poi gli dichiara il suo amore in una lettera appassionata. I due si incontrano ma il musicista giudica la lettera un po’ da esaltata e respinge la proposta d’amore. Antonina non si dà per vinta, insiste, e Pyotr alla fine propone di sposarla, senza passione, in una relazione da fratelli. La donna accetta pur di stare con lui, mentre lui pensa ad un matrimonio di facciata per coprire la sua omosessualità. Lei non crede fino in fondo al suo rifiuto, non capisce la situazione, cerca di attrarlo con le sue grazie femminili, che a lui non interessano e anzi gli creano disagio e fastidio, sempre più forti. La situazione precipita scivolando nell’ossessione e nel dramma.
La vicenda si ritrova già nel film del 1970 The Music Lovers (L’altra faccia dell’amore), di Ken Russell, però il film di Russell poneva al centro la vita di Tchaikovsky, trattando anche molti altri aspetti della vita dell’artista, mentre Serebrennikov ribalta la visuale, descrive la vicenda dal punto di vista di Antonina, si concentra su di lei, e non l’abbandona per tutto il film, con l’attrice che regge bene questa attenzione prolungata. Di conseguenza, non ci sono nel film alcuni personaggi presenti nell’opera di Russell, come la signora von Meck, sua mecenate, che lo sostiene economicamente a lungo, mentre altri personaggi, come la sorella di Pyotr e la stessa Antonina, sono presentati in modo molto differente.
Anche se non c’è la fantasia onirica e visionaria di Ken Russell, il film a volte esplode in scene travolgenti fra sogno e realtà. Le immagini creano una suggestiva atmosfera di sospensione e attesa con colori morbidi e poco brillanti, e tendono a concentrare l’attenzione sulla protagonista, sui suoi pensieri e sentimenti e sulle sue tensioni interne, a volte distinguendola dal contesto, con un primo piano a fuoco su uno sfondo sfocato. Alcune scene sono sviluppate in profondità, con grande abilità registica, come quella della proposta di divorzio fatta dai fratelli di Pyotr, con la protagonista unica donna in presenza di cinque uomini che cercano di convincerla a firmare una dichiarazione, oppure le scene iniziali dell’incontro fra i due protagonisti a casa di lei. In entrambi i casi emerge la forza, la volontà della protagonista che pure si trova in posizione di debolezza e dipendenza psicologica.
In altre scene, però, la narrazione è condotta in modo affrettato e sfuggente, e non sono chiare le motivazioni di alcuni comportamenti e alcuni avvenimenti. In effetti, il regista sembra interessato soprattutto alla vicenda intima, psicologica, della protagonista, al suo tenace sentimento di attaccamento al marito, oltre ogni ostacolo e ragionevolezza, superando la soglia del legame patologico.
Emergono sparse nel film indicazioni sulla situazione della donna in Russia in quel periodo, “un nome sul passaporto del marito”, e sul problema dell’omosessualità, che spinge Tchaikovsky a volere un matrimonio (non una moglie…) per fermare le voci sulla sua omosessualità, che poteva costituire un ostacolo alla sua carriera di artista e alla sua rispettabilità sociale.
L’attrice Alyona Mikhailova è brava a rappresentare con garbo e sottigliezza le sfumature dei sentimenti, allo stesso tempo la fragilità e la tenacia,
la sofferenza e il sorriso. Nel complesso, un film intenso, forte e coinvolgente.”
Ecco il trailer ufficiale di questo film !!