Il dolore di essere vivi

Maura Delpero è nata a Bolzano, ha studiato a Bologna, Roma e in Argentina. Documentarista, è al secondo film: il primo, “Maternal“, è stato premiato al Festival di Locarno 2019 mentre con “Vermiglio“, la sua seconda fatica, ha fatto ancora meglio vincendo il Leone d’argento – Gran Premio della giuria, secondo premio per importanza del Festival di Venezia !

 

Lucia, Ada e Flavia sono le tre figlie femmine della famiglia Graziadei che ha contato dieci nascite, non tutte purtroppo andate a buon fine, come succedeva nell’Italia rurale all’epoca della Seconda Guerra Mondiale.
I Graziadei vivono nella frazione trentina di Vermiglio, in una casetta in mezzo ai campi e alla neve dei lunghi inverni di montagna.
Il capofamiglia è un maestro elementare che si sforza di insegnare ai suoi studenti non solo ad esprimersi in un italiano corretto invece del dialetto che tutti (compresi i Graziadei) parlano a casa, ma anche ad aspirare a qualcosa di più bello e più alto della fatica quotidiana.
Quando i Graziadei ospitano un soldato siciliano che ha disertato l’esercito si innesca una reazione a catena che l’unità famigliare dovrà gestire, e che si svilupperà lungo le quattro stagioni dell’ultimo anno di guerra.

 

Con il bravo e sottovalutato Tommaso Ragno e poi anche Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli e Martina Scrinzi.

 

Spazio alle parole della regista altoatesina catturate durante la presentazione nella laguna veneziana:
 
“Il film nasce da un sogno: un’apparizione in cui compariva mio padre, poco dopo la sua scomparsa, come un bambino di sei anni.
Da lì è partito lo slancio che mi ha portato a Vermiglio. Immaginavo delle persone che conoscevo benissimo, dei luoghi che conoscevo benissimo ma in un momento in cui non li ho conosciuti.
 
La maternità è un motore di superamento di una condizione. Per Lucia lo è. È un movimento di riappropriazione della propria vita. La gravidanza inizialmente rappresenta un inganno e un dolore ma poi diventa tesoro, spinta verso il futuro e motore di emancipazione e passaggio epocale. Lucia diventa per necessità donna in tempi futuri.
Il mio processo creativo avviene in modo incosciente. Mi metto all’ascolto dei movimenti dell’anima che raccontano zone del mio incoscio che sono sepolte e da esplorare, che attraverso la cinematografia riescono a riemergere.
Credo di avere dentro di me mia madre, mia nonna e tutte le donne che mi hanno preceduto e che sono parte della mia formazione femminile e che mi fa interrogare nel mio intimo, nella mia posizione all’interno della società e nella mia femminilità.
 
Anche la forza del luogo ha influenzato il nostro percorso. La montagna può essere un luogo sorprendentemente soffocante e allo stesso tempo fortemente spirituale. Tutto questo è commoventissimo. Essere sopraffatti da una forza così possente come quella della montagna ha creato un abbandono naturale al racconto.”

 

E’ uscito (dopo le clip veneziane) anche il trailer ufficiale e noi ve lo presentiamo subito !!

 


 

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