“Il condominio dei cuori infranti” al cinema Mexico

Arriva finalmente nelle sale milanesi da domani venerdì 25 marzo “Il condominio dei cuori infranti” (“Asphalte”) l’ultimo film di Samuel Benchetrit con Michael Pitt, Isabelle Huppert, Valeria Bruni Tedeschi e Gustave Kervern.


 

Su un immobile grigio delle banlieue parigine precipita John Mckenzie, un astronauta americano finito fuori rotta. Raccolto sul tetto da madame Hamida, una donna marocchina che lo ama come un figlio, Mckenzie attende che la NASA lo riconduca a casa. Qualche piano sotto Charly, adolescente che vive con una madre assente, soccorre la nuova vicina, Jeanne Meyer, attrice degli anni Ottanta caduta dal piedistallo e chiusa fuori dalla porta. Al primo piano crolla a terra Sternkowtiz dopo cento chilometri di cyclette e una disastrosa riunione condominiale. Tre cadute che troveranno nell’altro una ragione: John infilerà la via di casa a colpi di affetto e di cuscus, Sternkowtiz scoprirà l’amore con un’infermiera lunare, Charly supplirà la madre con Jeanne e Jeanne comprenderà la bellezza degli anni negli occhi di Charly.

 

Queste le note del regista francese Samuel Benchetrit (“Janis et John”, “Moins Deux”, “ I Always Wanted To Be a Gangster”):
 
“Il film è tratto da due dei racconti di “Les Chroniques de l’Asphalte”, che avevo scritto nel 2005, ai quali ho aggiunto la storia di un’attrice che vuole andare a vivere nello stesso condominio semi abbandonato di un quartiere popolare.
Con questo film avevo voglia di raccontare la banlieue in modo diverso attraverso dei personaggi che non siamo abituati a vedere quando parliamo di periferie.
E se dovessi riassumere il tema della pellicola dire che si tratta di tre storie di caduta: come si può cadere – dal cielo, da una sedia a rotelle o dal proprio piedistallo – e ricevere un aiuto per rialzarsi?
È questa la domanda che percorre in ogni istante “IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI” poiché la gente delle periferie sa essere molto brava a recuperare.
Ho vissuto la mia giovinezza in un quartiere popolare e posso affermare di non avere mai conosciuto un senso di solidarietà così forte come in periferia. 8Avevo voglia di mostrare il legame invisibile che si crea tra le persone, fatto di silenzi e di sguardi.
I miei personaggi sono individui autenticamente solitari e in teoria non hanno alcun motivo per parlare con gli altri. E questo vale per Stemkowitz dalla morte della madre, per la Signora Hamida da quando suo figlio è in prigione o per Jules la cui madre è irreperibile, come per coloro che il caso metterà sulle loro strade: l’infermiera di cui percepiamo il malessere, il cosmonauta tagliato fuori dal mondo da diverse settimane e un’attrice in piena crisi depressiva.
E la macchina da presa svolge il ruolo del narratore principale del racconto e, a seconda delle situazioni, assume una posizione distaccata, discreta o sarcastica.
Ci sono pochissime battute a tono nel film: prevalgono i piani sequenza e i silenzi.
Probabilmente anche perché acquisendo esperienza riesco ad esprimere quello che voglio dire con meno parole.
“IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI” è il film che mi assomiglia di più.
Un film di un cantastorie ebreo, come mi ha carinamente detto Raphaël che ha composto le musiche.

 

Il film lo potrete vedere al cinema Mexico in questi orari (giovedì escluso): 15.30 – 17.30 -19.30 – 21.30.

 

Ecco il bel trailer italiano.

 


 

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