Riflettori su… Alan Rickman

Ieri e’ uscito sugli schermi italiani “Il diritto di uccidere” l’ultimo film interpretato dal grande Alan Rickman, scomparso purtroppo lo scorso gennaio.
 
Abbiamo dedicato il sondaggio di questa settimana ai migliori film dell’attore londinese e vogliamo parlarvi in questo articolo delle sue cinque migliori (o piu’ famose) interpretazioni.


 

Trappola di cristallo (Die Hard), regia di John McTiernan (1988)

 

L’esordio di Alan Rickman al cinema in questo ormai classico blockbuster di John McTiernan nei panni di Hans Gruber il cattivo della pellicola avversario di Bruce Willis.

“La vigilia di Natale, un pugno di terroristi irrompe in un grattacielo, sede di una multinazionale, e prende in ostaggio trenta impiegati. Ma il marito di una dirigente, un poliziotto, sfugge alla cattura e inizia una sua guerriglia personale all’interno del grattacielo”

Su questa pellicola Rickman ha dichiarato:
«Il pubblico giudica i personaggi: Gruber è cattivo, il colonnello Brandon di Ragione e sentimento buono. Io no. Per me sono esseri umani, li interpreto seguendo le loro prospettive. Trappola di cristallo è stato il mio primo film. Una sceneggiatura brillante, molto copiata in seguito. E le scene d’azione non erano digitali: mi sono dovuto lanciare da quaranta piedi d’altezza, potevo morire. Per convincermi ho fatto buttare prima il regista».

 


 

Robin Hood – Principe dei ladri (Robin Hood: Prince of Thieves), regia di Kevin Reynolds (1991)

 

Anche in questo film Rickman interpreta magistralmente un cattivo, lo sceriffo di Notthingham sconfitto alla fine da Robin Hood-Kevin Costner e quando gli chiesero se gli dispiacevano questi ruoli disse:
“La recitazione deve consentirti di saltare verso qualsiasi direzione. Il tuo lavoro di attore è quello di essere totalmente al servizio della sceneggiatura. Il copione è un canale aperto tra l’autore e il pubblico. Il lavoro di un interprete è di impedire che la sua personalità si metta in mezzo. Bisogna impedirsi di interferire. Bisogna mentire. In certi casi anche a se stessi pur di ottenere un buon risultato artistico. Noi lavoriamo nei contrasti e dobbiamo controllarli”

 


 

Harry Potter e la pietra filosofale (Harry Potter and the Philosopher’s Stone), regia di Chris Columbus (2001)

 

Ovviamente la grande fama internazionale per Alan Rickman e’ arrivata con il personaggio di Severus Piton nella lunga saga di Harry Potter.

Una interpretazione amata dall’attore inglese che non faceva differenza tra film “colti” e film per il grande pubblico:
“L’inizio è stato eccitante. Ho curato ogni aspetto, psicologico e pratico, del personaggio: il taglio dei capelli, la lunghezza delle vesti, il trucco. Poi, sono entrato in una strana routine. Ogni anno viaggiavo, curavo regie teatrali, giravo altre storie e poi, per sette settimane, indossavo le lenti a contatto nere, ritrovando un vecchio amico e una parte di me stesso.
Oggi c’è stata una ragazzina giapponese di dodici anni che mi riconosciuto per il mio ruolo in Harry Potter. Benissimo! Meglio questo che non avere ottenuto alcuna influenza sul pubblico. Mi ritengo molto fortunato.”

 


 

Love Actually – L’amore davvero (Love Actually), regia di Richard Curtis (2003)

 

Alan Rickman e Emma Thompson hanno formato una delle coppie di attori piu’ affiatate degli ultimi decenni,
Ben nove film assieme, partendo nel 1995 nel film di Ang Lee “Ragione e Sentimento” e poi “Judas Kiss”, “Love Actually”, “The song of Lunch” e nei film della saga di Harry Potter. Emma Thompson ha recitato anche nella prima regia di Rickman, “L’ospite d’inverno”.

Queste le parole dell’attore inglese sul loro sodalizio artistico:
“È sempre bello lavorare con attori che conosci, che ti piacciono e di cui ti fidi. Il fatto che Emma Thompson interpreti mia moglie in Love Actually, in un certo senso fa sì che non ci sia quasi bisogno di provare. No, non siamo sposati, ma ci conosciamo molto bene e abbiamo già lavorato insieme diverse volte.”

Di lui Emma Thompson invece ricorda: “Quello che mi ricordo di più è il suo umorismo, la sua intelligenza, la saggezza e la gentilezza. Mi mancherà la sua capacità di guardarmi e sollevarmi con una parola. Aveva uno spirito ineffabile e cinico. Ho imparato davvero molto da lui”.

 


 

L’ospite d’inverno (The Winter Guest), regia di Alan Rickman (1997)

 

Alan Rickman ha diretto due pellicole, “L’ospite di inverno” e il recente “Le regole del caos (A Little Chaos)” del 2014. Non grandi successi, ma film interessanti e ben fatti.

Ne “L’ospite di inverno” la protagonista e’ Frances, una fotografa da poco rimasta vedova, in una piccola città sul mare nel nord della Scozia. Frances, interpretata da una bravissima Emma Thompson, non vuole affrontare la difficile situazione, rifiuta di uscire di casa e lascia che il figlio sedicenne Alex si prenda cura di entrambi. Elspeth, madre di Frances, è però decisa a farla reagire.

Sentiamo per finire invece le parole di Rickman sul suo percorso artistico:
“Ho sempre saputo che un giorno avrei fatto l’attore, ma – nel frattempo – ho vissuto un’altra vita come designer. Poi ho iniziato a recitare e il mio lavoro di attore ha alimentato quello di regista. Credo di avere semplicemente seguito una certa direzione della mia vita. Mi sono lasciato trasportare fino ad un momento come questo in cui il cinema e il teatro sono molto importanti per me. Mi piace cambiare spesso anche se il teatro diventa un po’ più pesante giorno dopo giorno.

 


 

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