La giornata del Vostro Inviato inizia presto, in coda sotto il sole, per vedere Orecchie di Alessandro Aronadio presentato nella sezione Biennale College Cinema, nella nuovissima Sala Giardino. Questa dispone di un ampio spazio esterno all’ombra, ma il sadismo della security lo pretende vuoto.
Orecchie racconta una giornata nella vita di Marcello, professore supplente di filosofia, in distonia col mondo. È come non esserlo se il mondo è la Roma di Aronadio, egoista, volgare, sorda, autoreferenziale? C’è l’eco di Sorrentino, un pizzico di Nanni Moretti, alcune scene esilaranti è uno splendido bianco e nero. Sarebbe stato un film perfetto senza il discorso “pistolotto” finale che spiega ciò che le immagini avevano già ampiamente raccontato. Certamente sentiremo riparlare di Aronadio. Poi per bilanciare l’alzataccia il Vostro Inviato si concede un prosciutto e melone sulla terrazza davanti al mare, ancora piacevolmente tranquilla prima dell’assalto dei prossimi giorni. Poi, attraversando le urla delle fan di Fassbender assembrate davanti all’uscita
della sala stampa, il Vostro Inviato, sempre grazie al pass di Long Take, entra in sala Darsena dove è in programma nella sezione Orizzonti il film portoghese Sao Jorge del regista Marco Martins (nella foto con i due interpreti principali del film). E’ un film contemporaneo che racconta la crisi sociale del Portogallo conseguenza della crisi finanziaria mondiale e dei dettami della troika europea. Se la trama è piuttosto scontata, non lo è la realizzazione di Martins, focalizzata sul viso e sul corpo del protagonista maschile che invano oppone la sua generosa fisicità a una città ostile, sporca, rumorosa che sembra inesorabilmente respingerlo. Finale aperto. Un applauso veloce e poi il Vostro Inviato è in Sala Grande per uno dei film che più attendeva di vedere : Les Beaux Jours d’Aranjuez del grande Wim Wenders (a sinistra nella foto con gli interpreti del film), addirittura in 3D.
Uno scrittore solo in una splendida casa con giardino fa partire A pefect day di Lou Reed sul suo juke-box vintage e poi se lo immagina nel suo giardino: un uomo e una donna si raccontano di fronte a una limonata fresca, in un giorno d’ estate all’ombra degli alberi davanti a uno splendido panorama. Il Vostro Inviato ama questo tipo di film à la Romher in cui non succede nulla ma si rivivono storie e sviscerano sentimenti. Ma Wender non è francese, il dialogo un interrogatorio cui seguono due soliloqui. Non c’è mai scambio di emozioni, ma frasi alla ricerca dell’effetto poetico. Il 3D assolutamente inutile. Finale scontato, almeno per il Vostro Inviato: lo scrittore inventa per non essere solo e piange, a opera conclusa, la scomparsa dei suoi personaggi. Viene il sospetto che se il film non fosse stato di Wenders ma di un regista sconosciuto i fischi in platea avrebbero sovrastato gli applausi. Molto brava Sophie Semin, protagonista femminile del film, al centro nella foto.
E arriviamo al clou della giornata del Lido, il bel Michael Fassbender per il quale le fan hanno passato la notte davanti al tappeto rosso. E lui si concede, insieme alla sua co-protagonista Alicia Vikander, ad autografi e selfie che rimandano l’inizio del film di una buona mezzora. Tratto da un romanzo di M.L.Stedman, The Light between Oceans di Derek Cianfrance (a sinistra di Fassbender nella foto) è un melò molto classico che si fa vedere, con un buon ritmo nella prima parte, troppo lungo nella seconda parte e strappalacrime nel finale. Per fortuna che almeno c’era Fassbender da guardare. L’ultimo film in concorso di oggi è l’ americano Arrival di Denis Villeneuve con altri due divi da tappeto rosso: Amy Adams e Jeremy Renners, insieme nella foto. Si tratta di un film di fantascienza che affronta un tema classico del genere: l’arrivo degli alieni sulla terra. Ma se la regia è classica, la trama lo è molto meno: il tema è affrontato dal punto di vista linguistico (verso gli alieni) e politico. Gli alieni sono atterrati in stati diversi del mondo ed è necessario parlarsi per affrontare il problema. E’ soprattutto l’aspetto linguistico a renderlo interessante al Vostro Inviato. Che non può fare a meno di notare come, nel cinema anglosassone, i ruoli di leadership stiano diventando femminili: qui la linguista che parla qualsiasi lingua e impara quella degli alieni è Amy Adams. Mentre Jeremy Renners è un piacevole comprimario.
Volendo tirare le fila di questa lunga giornata cinematografica tra registi famosi e divi di Hollywood, il film preferito del Vostro Inviato è Orecchie, un’opera prima italiana di un promettente regista quarantenne. Una bella speranza per il futuro. No?