Una Storia che non ci appartiene, ma ci tiene prigionieri

A volte bisogna avere fiducia nella distribuzione cinematografica italiana… sembra che stia dormendo, perdi le speranze e poi all’improvviso il film che sognavamo esce finalmente in sala.

 

In questo caso parliamo di uno de film piu’ apprezzati lo scorso anno a Cannes, “Sieranevada” del regista rumeno Cristi Puiu, che oltre un anno dopo arriva nelle sale dall’8 giugno, distribuito da Parthénos.


 

Un affresco ironico e trascinante che apre allo spettatore le porte dell’appartamento di Bucarest dove, tre giorni dopo l’attentato contro Charlie Hebdo e quaranta dopo la morte del padre, Lary trascorre la domenica con tutta la famiglia, riunita per commemorare il defunto.
Non tutto, però, va come previsto: tra segreti e bugie, costumi di carnevale sbagliati e nostalgie del regime, sbornie da smaltire e complotti da sventare, Lary si vedrà costretto ad affrontare le proprie paure, a riconsiderare il proprio posto all’interno della famiglia. E a dire la sua parte di verità.

 

All’anteprima stampa milanese era presente Maurizio Nicolai al quale lasciamo subito la parola:
 
“Il titolo evocava qualcosa di Western, montagne innevate e invece a parte qualche mucchietto di neve sul marciapiede, parte una lunga intro con camera fissa en plein air in una strada molto metropolitana, si passa in un interno auto con aperitivo di menage matrimoniale per finire in un appartamento di uno degli innumerevoli casermoni comunisti.
Qui affollato ritrovo di familiari e conoscenti per commemorare la scomparsa di un padre. Piani sequenza su porte che si aprono e chiudono, voci fuori campo, stanze illuminate dove si preparano i cibi e si discute, buia quella dove si preparano i vestiti del defunto, misteriosa e inaccessibile quella dove dorme una piccola creatura.
Si discute di terrorismo, politica, vicende personali con rispetto, nessuno interrompe alcuno, ognuno ha la sua tessera di verità, tratta da internet o da lunga militanza, ne risulta confusione e parzialità.
Tradimenti conditi da particolare crudezza, segreti e bugie per paure personali e i nostri limiti nel comprendere una Storia che non ci appartiene, ma ci tiene prigionieri.
Una tragedia con toni grotteschi, si è costretti a ridere per non piangere. Un consiglio: andate al cinema già mangiati, per tre ore vedrete cibo e voi come tutti i protagonisti non avrete modo di consumarlo prima del finale.”

 

Considerato l’iniziatore del “nuovo cinema rumeno”, Cristi Puiu (Bucarest, 1967) si è imposto nel panorama cinematografico internazionale già con il suo primo lungometraggio, “Marfa si bani (2001)”, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, per poi tornare sulla Croisette con “La morte del signor Lazarescu”, vincitore del Prix Un Certain Regard nel 2005. In seguito ha diretto “Aurora (2010)”, un episodio del film collettivo “I ponti di Sarajevo (2014)”, e nel 2016 “Sieranevada”, presentato in concorso al 69. Festival di Cannes.

 

Sentiamo anche le sue interessanti (e divertenti) parole sull’origine del nome della pellicola:
 
“Sieranevada e nato da una riflessione che ho fatto: «Perché il titolo di un film cambia a seconda del paese in cui viene distribuito?». È una consuetudine che mi irrita profondamente. All’inizio, avevo deciso di trovare io il titolo per ciascuna lingua. Poi però ho optato per un titolo che non può essere cambiato. Quello che è interessante in «Sieranevada» è che di solito è un
nome composto da due parole distinte: Sierra Nevada. Ma in rumeno invece è un’unica parola, scritta come la sia pronuncia.
Ho alterato il titolo mettendo una sola «r» apposta perché la gente potesse dirmi «ma non si scrive così!». E allora come si scrive? E in giapponese come si scrive? E in georgiano? È un ragionamento completamente idiota. Mi fa pensare all’espressione «il diavolo è un contabile».
Il fatto che il diavolo sia un contabile, che alcune persone abbiano l’abitudine di contabilizzare tutto e durante le riprese siano venute a dirmi «non si scrive così», mi piaceva. Ma in fondo la verità è che non ha alcuna importanza. Eppure il nostro cervello ha
un tale bisogno di attribuire un senso che tende a creare significato anche laddove il significato non c’è, dove non c’è nulla.
Nella realtà può andare bene qualunque titolo, ma questo non lo si può dire, quindi bisogna trovare un titolo e per questo film il titolo è questo! È una questione personale, è il titolo che è apparso nella mia mente. Come mai è apparso questo? È un mistero e le cose misteriose sono tante.”

 

Prima di terminare vediamoci anche il trailer ufficiale di questo film !!

 


 

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