Domanda provocatoria: perche’ un film diretto da Sean Penn e interpretato da due star come Charlize Theron e Javier Bardem esce a fine giugno/inizio luglio quando la presenza al cinema e’ minore degli altri mesi ?
Tutte nasce dalla partecipazione al Festival di Cannes 2016 e alla critiche che, con un eufemismo, possiamo dire oscillavano tra il pessimo e la presa in giro.
Insomma senza girarci attorno la critica ha stroncato “Il tuo ultimo sguardo (The last face)” e per questo non e’ stato fatto uscire prima… ora tocca agli spettatori farsi la loro impressione di questa pellicola !!
Il film racconta la storia d’amore tra il Dr. Miguel Leon (Javier Bardem), un medico impegnato in una missione di aiuto sanitario, e la Dr.a Wren Petersen (Charlize Theron), direttrice di una organizzazione umanitaria.
Sullo sfondo di una Liberia devastata dalla guerra, Miguel e Wren dovranno trovare il modo per mantenere vivo il loro rapporto, in condizioni estremamente difficili, e affrontare anche il problema che le loro opinioni per risolvere il conflitto che li circonda sono diametralmente opposte.
Nel cast anche Jared Harris, Jean Reno e Adèle Exarchopoulos.
Ecco la recensione della nostra inviata Ornella Dallavalle:
“Nel tuo ultimo sguardo (The Last Face) Wren (Charlize Theron) è la direttrice di una ONG, Miguel (Javier Bardem) è un chirurgo spagnolo impegnato in Liberia. Lei ha ereditato passione e professione dal padre, vive il lato ‘politico’ dell’impegno internazionale. Lui si sporca le mani col sangue delle vittime dalle guerre civili africane e gioca con i bambini soldato.
Tra loro nasce una storia d’amore (quella vera, in realtà, è nata tra Charlize e Sean Pean ma è durata poco). Uniti nel sentimento ma divisi sulla politica da adottare nell’emergenza, si prendono e si lasciano mentre la gente muore e i massacri si susseguono in modo atroce. E’ difficile pensare che il regista di questo film sia lo stesso che ha fatto un capolavoro come Into the wild.
Raccontare l’atrocità delle guerre civili in Africa non è facile (ed in un momento storico come quello che stiamo vivendo è anche una sfida importante di sensibilizzazione) ma in questa storia c’è una dissonanza insopportabile, un’incongruenza persistente tra i bellissimi protagonisti ‘bianchi’ e il dolore ‘nero’. Charlize Theron è brava ma la sua natura divistica rende poco credibile il suo personaggio e offusca la tragedia, al punto da ridurre l’esperienza umanitaria in Africa a un mero ostacolo melodrammatico.
Non sai se ridere o piangere guardando questo film che si conclude con un bel discorso strappa lacrime a un galà dell’UNICEF, dell’AMFAR o dell’UNHRC. “
Il produttore Matt Palmieri ha dichiarato sulla genesi del film:
“La scrittrice Erin Dignam ha vissuto a lungo in Africa Centrale per fare ricerche sulla storia e ha anche adottato due bambini della Sierra Leone, quindi per lei è qualcosa di molto personale e per parecchio tempo ha pensato di dirigere lei stessa il film
Era una delle sceneggiature migliori che avessi mai letto, ogni parola era come doveva essere, una storia straordinaria con un sostrato emotivo e personaggi magnifici, Erin si è affidata a me perché la realizzassi nel modo giusto.
Mia madre era un’attivista pacifista e mio padre un ambasciatore itinerante per i rifugiati durante l’amministrazione Carter e ha operato in Somalia e in Etiopia, quindi ho passato gran parte della mia infanzia in Africa ed Erin lo sapeva.
Dentro di me sentivo che l’unico regista che volevo era Sean, che è anche un mio vecchio amico. Non è solo uno straordinario regista,
ma conosce quella situazione meglio di chiunque altro al mondo. È anche un leader appassionato che trascina la gente e la porta ad andare oltre i propri limiti ed era proprio di uno come lui che avevamo bisogno per realizzare un film che rispecchiasse la sceneggiatura.
Sean è un regista molto tecnico, anche se proviene dal mondo della recitazione. Ha una grande familiarità con le attrezzature, sa esattamente cosa vuole in termini di obiettivi, di gru e di riprese, insomma di tutto quello che usa per esprimere la sua visione. Mette tutto questo nella sceneggiatura, il suo script è molto intenso, molto tecnico, perché vuole che ognuno sappia con precisione cosa lui vuole ottenere
Ha riscritto in continuazione la sceneggiatura e abbiamo lavorato per mesi alla revisione durante la preproduzione. Ogni due giorni c’era una nuova revisione e non si trattava di qualche parola, ma di elementi sostanziali. Si può dire che ci ha lavorato davvero per far emergere tutte le emozioni di quelle crisi orrende, non solo delle relazioni personali. I protagonisti sono due persone che si
trovano a combattere per due visioni diverse in un mondo devastato e Sean è stato molto aggressivo nell’esprimerlo.”
E per farvi un’idea ecco il trailer italiano !!