Jonas Carpignano e’ il classico caso di regista italiano (o italo-americano nel suo caso) che all’estero ha avuto grande successo, mentre in Italia i suoi film sono praticamente sconosciuti.
Cosi’ e’ successo per “Mediterranea”, presentato al Festival di Cannes alla Semaine de la Critique e premio come Best Directorial Debut of 2015 presso la National Board of Review (visto solo al cinema Beltrade di Milano).
“A Ciambra“, prodotto da Martin Scorsese (!!), presentato alla Quinzaine des Rèalisateurs al 70°Festival di Cannes, ha vinto il Label Cinemas Award come Miglior film Europeo e arriva al cinema dal 31 agosto 2017 grazie ad Academy Two.
Nel cast Pio Amato, Koudous Seihon, Iolanda Amato e Damiano Amato.
Nella Ciambra, una piccola comunità rom nei pressi di Gioia Tauro, Pio Amato cerca di crescere più in fretta possibile, a quattordici anni beve, fuma ed è uno dei pochi in grado di integrarsi tra le varie realtà del luogo: gli italiani, gli immigrati africani e i membri della comunità rom. Pio segue ovunque suo fratello Cosimo, imparando il necessario per sopravvivere sulle strade della sua città. Quando Cosimo scompare le cose per Pio iniziano a mettersi male, dovrà provare di essere in grado di assumere il ruolo di suo fratello e decidere se è veramente pronto a diventare un uomo.
Jonas Carpignano ha rilasciato una lunga intervista per la presentazione di questo film e da questa abbiamo estratto questo interessante pezzo sulla genesi del film:
“La prima volta che ho incontrato la famiglia Amato era il 2011, dopo che la mia Fiat Panda, con tutte le mie apparecchiature cinematografiche, era stata rubata.
Eravamo a Gioia Tauro per girare A Chjana (il cortometraggio da cui poi sarebbe nato Mediterranea). A Gioia Tauro quando una macchina sparisce, la prima cosa da fare è “chiedere agli zingari”. Ed è stata la prima volta che ho visto la Ciambra. Mi sono innamorato immediatamente dell’energia di quel posto. Ogni volta che racconto questa storia, Pio dice di ricordarsi di avermi visto ma di non avermi notato, ma anche io non feci attenzione a lui, c’erano troppe cose da fare.
Dovemmo aspettare tre giorni per riavere la macchina perché il nonno di Pio (che ha ispirato il personaggio di Nonno Emiliano ) era appena morto e loro non potevano contrattare il riscatto per la macchina prima dei funerali.
La processione durante il rito funebre mi impressionò talmente tanto che cinque anni dopo la riproposi nel film. Tutta questa vicenda ebbe un tale impatto su di me che di lì a poco iniziai la stesura della versione breve di A CIAMBRA. È difficile definire genericamente la condizione dei rom nella società italiana, e non ho lo spazio qui per spiegare la complessità della loro situazione in Italia o in Europa.
Ci sono quelli che hanno raggiunto le vette della criminalità organizzata, come i Casamonica a Roma; o gli operai che lavorano a giornata e che non si distinguono dagli altri italiani; o i nomadi che vivono in squallidi campi creati dallo stato nelle periferie delle più grandi città italiane; e posso fare anche altri esempi. Quello che è importante nel film è il ruolo che i rom della Ciambra svolgono a Gioia Tauro e la loro relazione con i nuovi immigrati africani arrivati nel Sud Italia. Penso che partendo da questo esempio, possiamo parlare di una
condizione più universale, l’obiettivo del film non è mai stato fare luce su articolate questioni sociologiche. Sono interessato a Pio e Ayiya e penso che il film racconti in maniera articolata la loro relazione, punti di forza e limiti.”
Gran finale con il trailer originale di questo film !!