La mostra comincia sempre in modo soft per il Vostro Inviato che non è dotato di accredito stampa. Ci sono solo due film da vedere, l’inaugurazione del concorso Orizzonti e quella di Venezia 74, il concorso che assegna il Leone d’Oro. Così, lontano dai tour de force del Lido, il Vostro Inviato si concede una lauta colazione da Rosa Salva e un sostanzioso pranzo casalingo a base di spaghetti al pomodoro e uva. In linea con le scelte dell’anno scorso la Mostra apre il concorso Orizzonti con “Nico, 1988” un film dalla forte impronta femminile: diretto da Susanna Nicchiarelli (la prima a sinistra nella foto con tutto il cast del film) di cui il Vostro Inviato aveva apprezzato l’esordio con Cosmonauta.
E’ un intenso ritratto degli ultimi tre anni della vita di Christa Paffgen, detta Nico, già bellissima cantante dei Velvet Underground, ma qui raccontata nei suoi anni di artista solista ultraquarantenne dalla vita sgregolata e dall’umore imprevedibile, preoccupata soprattutto di recuperare il rapporto con l’unico figlio trascurato negli anni del glamour. Grande interpretazione di Trine Dyrholm, che ricordiamo nella Comune e in Love is all you Need. Ma per il Vostro Inviato e Simona non è possibile tralasciare neanche l’attore scozzese John Gordon Sinclair (con lei e la Nicchiarelli nella foto a destra) che interpreta il manager della cantante Molto interessante anche la regia che contribuisce non poco a ringiovanire il genere biopic, sia attraverso immagini di ripertorio che attraverso flashback sonori. Interpreta per noi le visioni di Nico che del passato ricercava il suono della sconfitta.
All’uscita del film il Vostro Inviato si è ritrovato ingolfato nella folla del tappeto rosso in attesa di Matt Damon. Ma, dovendo scegliere tra Matt Damon e il film di Alexander Payne da lui interpretato, ha scelto il secondo e si è messo pazientemente in coda al PalaBiennale, incontrando strada facendo Valter Veltroni con la figlia (speriamo), Francesco Rutelli con Barbara Palombelli e una serie di aspiranti starlet vestite da sera che nè il Vostro Inviato, nè la ben più preparata Simona, sono stati in grado di identificare. La cerimonia ufficiale di apertura della Mostra ne conferma l’andamento femminista: la madrina è sostituita da un madrino (Alessandro Borghi) e il presidente della giuria è una splendida Annette Bening che commuove con un bellissimo discorso sul senso di andare al cinema, in sala, al buio, circondati da sconosciuti. Il Vostro Inviato ha sempre intuitivamente diffidato chi di non guarda i film in sala. Ora ha capito perchè.
Ed eccoci infine a parlare di Downsizing di Alexander Payne che si potrebbe riassumere con queste parole “Fino a dove è disposto a spingersi l’americano medio (qui interpretato da uno spaesato Matt Damon) per non sentirsi un perdente?”. Downsizing racconta una realtà distopica con la leggerezza di una favola, con qualche buco di sceneggiatura. I comprimari Christoph Walz, ma soprattutto l’attrice di origine vietnamita Hong Chau, rubano spesso la scena a Matt Damon, antieroe pasticcione e in fondo stupidotto. Payne non smentisce in Downsizing la critica al senso comune americano che da insider originario del midwest profondo è in grado di mettere a nudo. In Downsizing è il pensiero orientale a salvare il protagonista dai deliri di gloria che rischiavano di perderlo. Conta agire oggi nelle piccole cose che possiamo fare per migliorare il mondo, che non aspettare di poter compiere un’azione grandiosa che forse salverà l’umanità. Di Payne, il Vostro Inviato aveva molto amato Sideways e soprattutto Nebraska. Per niente Paradiso Amaro. Downsizing è a metà strada, non convince fino in fondo, ma è una commedia godibile dal finale un po’ scontato, ma che fa comunque riflettere sulle derive della tecnologia e dei consumi. Simona invece ci va giù dura, non salva nulla del film. A parte forse qualche battuta di Christoph Walz, trova il film lontanissimo dalle emozioni che le aveva suscitato un film come Nebraska. Ah, se volete vedere Matt Damon, non perdetevi il Vostro Inviato di domenica!