Dopo tanti rinvii negli scorsi mesi esce in sala “La storia dell’amore“, il nuovo film di Radu Mihaileanu, regista del “Il Concerto” e “Train de vie”, tratto dal best-seller mondiale di Nicole Krauss con Sophie Nélisse, Gemma Arterton e Derek Jacobi.
C’era una volta un ragazzo, Léon, che amava una ragazza, Alma. Le aveva promesso che l’avrebbe fatta ridere per tutta la vita, ma la guerra li ha separati. Da un paesino della Polonia negli anni Trenta alla New York dei giorni nostri ripercorriamo la straordinaria storia d’amore tra Léo, l’uomo che è sopravvissuto a tutto e Alma, la donna più amata del mondo. Oggi un’altra Alma, adolescente newyorchese e contagiata dallo stesso virus meraviglioso dell’amore, vuole essere la donna più amata del mondo. Sembra che niente leghi Léo alla giovane Alma ma… L’amore attraverserà il tempo e i continenti per unire i loro destini.
Ecco la recensione di Anna Baisi:
“Con un veloce passaggio dal bianco e nero al colore delle immagini e un piano-sequenza mozzafiato che ci fa precipitare adrenalinicamente ed immergere in un maestoso albero verde che rappresenta il castello nell’immaginario fanciullesco della fiaba ed anche l’origine del tutto, un cuore scolpito sull’albero ed un click di fotografia e con le parole di rito “Once upon a time …” C’era una volta … ma chi? Un ragazzo ed una ragazza … atterriamo in una campagna da sogno dove una bella ragazza Alma Mereminski (la soave Gemma Arterton) ed un baldo giovane Léo Gursky parlano d’amore e si baciano.
Così inizia il nuovo film del regista rumeno Radu Mihaileanu “La storia dell’amore” tratto dall’omonimo romanzo best seller della scrittrice Nicole Krauss.
Scopriremo poi che la favola è stata infranta dalla realtà, che la campagna è quella polacca e che la ragazza è corteggiata oltre che da Léo (interpretato da adulto dal superbo Derek Jacobi ) anche dagli amici Bruno Leibovitch (interpretato da adulto dal bravo Elliott Gould) e da Zvi Litvinoff (interpretato da adulto da Claudiu Maier) e lei giurerà di sposare in diversi momenti della vita tutti e tre.
Il vero amore però è quello provato per Léo quello dei tre che sa scrivere meglio, e che a capitoli invierà buona parte del romanzo da lui scritto che racconta la loro storia d’amore proprio ad Alma che per sfuggire alla furia nazista si è trasferita in America.
Ma saranno travagliate le vicende sia di Léo che del romanzo e non sta a me raccontarle perché Mihaileanu ci riesce meglio e poi rovinerebbe la suspense che, per chi desidera vedere il film, deve mantenersi intatta.
Improvvisamente lo scenario cambia e ci ritroviamo a New York, Chinatown in un misero appartamentino dove Léo ormai anziano vive e comunica con l’amico Bruno che è venuto a vivere nell’appartamento sopra di lui, battendo sui tubi uno, due o tre colpi a secondo delle esigenze e con un loro codice prestabilito.
A New York e precisamente a Brooklyn abita anche una ragazza quindicenne che si chiama anch’essa Alma, Alma Singer (la convincente Sophie Nélisse) con la madre ed il fratellino Bird: ma cosa accomuna l’anziano Léo e la giovane Alma, anch’essa alla ricerca di un vero amore perché all’adolescente non basta più chattare su Facebook perché desidera qualcosa di più autentico?
Léo è un sopravvissuto e non solo alla guerra ma a tanti e troppi dolori e tradimenti anche la giovane Alma è sopravvissuta alla morte del padre, entrambi sono accomunati da una paura del vivere e soprattutto dal racconto che Léo aveva scritto e che per le più impensabili e imperscrutabili vie del destino è giunto a New York proprio nella casa della famiglia Singer.
Nella storia di Léo, Alma era lo donna più amata del mondo ed anche la Alma dei giorni nostri vorrebbe essere la più amata e chissà se ci riuscirà?
Il plot narrativo del film è così ricco di avvenimenti che a volte si annaspa un po’ ma magistralmente tutti i tasselli di quello che sembra un puzzle difficile da costruire si collocano al posto giusto ed alla fine rappresentano l’unione del passato, della Storia con il presente: con un po’ di pazienza … dopo due ore e quindici minuti tutto si disvela.
I personaggi più azzeccati e intriganti sono senz’altro Léo che sorprende per originalità e burberità e il piccolo Bird Singer (il fantastico e tenerissimo William Ainscough) , fratello di Alma, che crede di essere un “lamed vovnik”, il Salvatore dell’umanità e che ha costruito un’arca per portare in salvo la famiglia dal un novello diluvio (o forse dal mai assopito dolore provocato dalla morte del padre e marito) e raccoglie fondi per partire per Gerusalemme per poter attuare l’opera salvifica: figura a tratti triste ed estremamente precoce nelle riflessioni sulla vita e la morte che resta impresso nella mente.
La scrittura ha un ruolo importante nel film perché Léo oltre al primo scriverà un secondo romanzo per trasmettere il suo vissuto, quello che non ha potuto dire per una promessa fatta e mantenuta e ha una forza tale e misteriosa che avrà effetti superiori a quelli sperati.
Anche l’umorismo yiddish di cui è intriso il film è importante perché sdrammatizza le paure ed i dolori dei personaggi e alcuni momenti sono davvero esilaranti come altri altamente commoventi.
Il regista a tal proposito ha scritto “L’umorismo è la mia ancora di salvezza, la mia strategia di sopravvivenza: fa parte della nostra identità, delle nostre tradizioni ebraiche, familiari. E’ stata un’arma contro la dittatura e ha addolcito il mio destino di immigrato. In Romania siamo sopravvissuti alla follia grazie all’umorismo: lo si ritrova dappertutto nella storia ebraica. Era ovvio che non potevo affrontare la storia e i personaggi se non con l’ironia come manifestazione di questo desiderio folle di amare gli esseri umani e la vita. L’umorismo come spirito che sconfigge la morte, come riparo dal diluvio. Era indispensabile, quindi, trovare il registro giusto. Léo trova l’umorismo nella disperazione. E anche Alma e il fratellino Bird sono divertenti, usano l’ironia per difendersi dalle avversità. Per me, l’amore e l’umorismo sono il modo più nobile di dire “sono vivo”.”
E questo il trailer ufficiale del film !!