Il suo film d’esordio, “Più buio di mezzanotte”, nel 2014 era passato a Cannes e aveva nel cast sempre Micaela Ramazzotti e Pippo Delbono.
Questa volta si unisce un idolo del pubblico francese come Patrick Bruel.
All’ultimo festival di Venezia, “Una famiglia” e’ stato purtroppo per lui considerato da tutta la critica il peggior film del Festival… un giudizio molto pesante che adesso puo’ essere rovesciato dal pubblico.
Vincent è nato cinquant’anni fa vicino a Parigi, ma ha tagliato ogni legame con le sue radici. Maria, più giovane di quindici anni, è cresciuta a Ostia, ma non vede più la sua famiglia. Insieme formano una coppia che non sembra aver bisogno di nessuno e conducono un’esistenza appartata nella Roma indolente e distratta dei giorni nostri, culla ideale per chi vuole vivere lontano da sguardi indiscreti. In più, Vincent e Maria sono bravi a mimetizzarsi: quando prendono il metrò, si siedono vicini, teneramente abbracciati. A volte cenano al ristorante, più interessati a guardarsi negli occhi che al cibo nei loro piatti. Quando tornano a casa, fanno l’amore con la passione degli inizi, in un appartamento di periferia che lei ha arredato con cura. Eppure, a uno sguardo più attento, quella quotidianità dall’apparenza così normale lascia trapelare un terribile progetto di vita portato avanti da lui con lucida determinazione e da lei accettato in virtù di un amore senza condizioni. Un progetto che prevede di aiutare coppie che non possono avere figli. Arrivata a quella che il suo istinto le dice essere l’ultima gravidanza, Maria decide che è giunto il momento di formare una vera famiglia. La scelta si porta dietro una conseguenza inevitabile: la ribellione a Vincent, l’uomo della sua vita.
A vedere il film in anteprima per Amicinema c’era Rossella Casapollo alla quale lasciamo subito la parola:
“Secondo lavoro del regista Sebastiano Riso che ancora una volta si avvale della presenza di Micaela Ramazzotti per dare vigore e drammaticità alla protagonista e la Ramazzotti non delude affatto rendendo la sua interpretazione il punto di forza di questo film.
Il tema affrontato è delicato e Riso denota un grande coraggio nel portare sullo schermo la questione del mercato nero dei neonati, ispirandosi a storie vere da lui rintracciate e studiate anche immergendosi direttamente nel mondo del traffico di uteri in affitto.
La vicenda è quella di una donna che avuto molti figli pur non essendo mai stata madre e di un marito che ha concepito questi figli per il solo scopo di venderli, detta così sembra molto brutale e in effetti è esattamente questo che si vuol rappresentare: uno spaccato di umanità brutale e senza sentimenti.
Il regista ci porta in una situazione, anzi in una casa, che pare isolata dal resto del mondo e anche dalla storia che ha portato i protagonisti in questo spazio e tempo.
Da spettatore vorrei saperne qualcosa di più per capire il percorso di questi personaggi e comprendere o in qualche modo giustificare il loro essere così disumani e biechi, insensibili e impotenti.
Lei, Maria è una donna-bambina, fragile e completamente succube di Vincent, marito e carceriere. Ma Maria non è solo vittima, è comunque anche lei complice perché come le dice Vincent in un suo momento di ribellione: ‘la porta è sempre stata aperta, vai!’
E’ un film di quelli che ‘danno un po’ fastidio’ perché non c’è nessun personaggio con un minimo di positività, non c’è nessuna speranza e più che una denuncia al mondo delle adozioni illegali, il tema che maggiormente emerge è la completa sottomissione e dipendenza malata delle donne nei confronti dei loro uomini-aguzzini. La si vive con Maria che si fa usare ripetutamente come incubatrice, ma anche con Stella, la ragazzina che la sostituirà nella ‘produzione’ dei neonati: donne che non riescono neppure a pensare all’ipotesi di cavarsela da sole e di uscire dalla sudditanza di genere.
Siamo in Italia, siamo a Roma: non voglio credere, perciò il mio giudizio sul film è che Riso si discosta e non centra appieno il tema che si era prefisso e che la storia man mano che si svolge naufraga verso una deriva troppo irreale e falsa.”
Finiamo con il trailer ufficiale !!