Chi l’avrebbe detto che Alessandro Gassman potesse rivelarsi anche un buon regista ?
L’attore romano e’ uno dei più apprezzati interpreti del cinema italiano, ma si era cimentato (con buon successo) solo sulla recitazione fino a quel piccolo exploit nel 2012 con “Razzabastsrda”
Da questo giovedì potremo vedere la sua ultima regia “Il premio“, interpretato oltre che dallo stesso Gassman anche da Gigi Proietti, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, Marco Zitelli e Matilda De Angelis.
Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) ha avuto una vita esagerata: molte mogli e molti figli, ha scritto numerosi best seller di successo internazionale e, nel frattempo, è diventato un uomo cinico ed egocentrico.
Quando gli comunicano che ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura, per paura di volare, decide di partire in auto verso Stoccolma per andare a ritirare il premio insieme a Rinaldo (Rocco Papaleo), suo assistente da sempre.
Al lungo viaggio in auto partecipano anche i due figli di Giovanni Passamonte, Oreste (Alessandro Gassmann), personal trainer, e Lucrezia (Anna Foglietta), blogger di successo.
La strada da Roma a Stoccolma si trasformerà in un percorso denso di imprevisti in cui il gruppo incontrerà curiosi personaggi, ma si rivelerà per tutti un’occasione unica per affrontare dinamiche familiari insospettabili e conoscersi veramente.
Anna Baisi ci racconta le sue impressioni di questa pellicola:
“Commedia on the road volutamente leggera ma che non manca di mettere in scena dinamiche famigliari più sotterranee quella di Alessandro Gassmann che firma la sua terza regia con il film “Il premio”.
E’ una famiglia atipica quella che accompagna a Stoccolma il patriarca Giovanni Passamonte (un grande Gigi Proietti) che deve ritirare il Premio Nobel per la Letteratura.
Per paura di prendere l’aereo Giovanni obbliga ad accompagnarlo nel viaggio il figlio Oreste (Alessandro Gassmann) un personal trainer decisamente ignorante che bisognoso di denaro per la sua palestra si “vende” ed accetta.
Compagni di viaggio la sorella Lucrezia (Anna Foglietta) che invece adora il padre che vorrebbe emulare come scrittrice ma che nel frattempo è una blogger che riprenderà tutto il viaggio per postarlo in Rete e il segretario tuttofare Rinaldo (Rocco Papaleo) uomo che ha rinunciato ad una vita propria per l’amato “padrone”.
Nel corso del viaggio fra incontri decisamente fuori dal comune e situazioni tragicomiche l’egocentrismo del padre e la fragilità dei figli si sfioreranno e scontreranno e Giovanni si dovrà confrontare oltre che con la sua vita anche con gli affetti persi per strada a causa del distaccato cinismo dell’uomo di successo.
Sarà per tutti comunque un viaggio che li segnerà e se il patriarca Giovanni si riapproprierà di quell’umanità perduta i figli colmeranno quei vuoti che l’assenza paterna ha provocato con una migliore accettazione di se stessi e dei propri limiti.
I rimandi alla vita privata di figlio d’arte di Alessandro Gassmann sono parecchi e lo scrittore famoso richiama il celebre padre Vittorio con vezzi e idiosincrasie che il regista ha confermato anche se il film non vuole essere e non è autobiografico.
La commedia passa da Il Posto delle Fragole a Little Miss Sunshine scegliendo i toni dissacratori del secondo ma il finale buonista in cui Giovanni sollecita l’ascolto dell’altro e la condivisione, insomma l’amore figliare e fraterno rimanda, in tono decisamente minore, alla ritrovata serenità del professor Isak di Bergman.
Un road movie che costringe tutti a fare i conti con se stessi in un viaggio di ricerca di quelle verità del proprio Io che spesso si vogliono nascondere e che invece sono l’unica via per ritrovarsi.”
Gassman ha detto recentemente sul suo film:
“E’ una famiglia anomala ma in fondo tutte le famiglie lo sono, del resto lo è stata anche la mia e sicuramente ci sono degli spunti personali, anche se non è la mia storia. È la storia di un vecchio signore che scopre di avere vicino a sé le cose più importanti della sua vita, che fino a quel momento gli erano sfuggite perché trascinato lontano dal proprio talento. Quindi un viaggio, una serie di incontri, ma anche un’occasione per affrontare le dinamiche familiari, per conoscersi davvero.
Un grande protagonista, Gigi Proietti e un coro d’attori che hanno dato grandi interpretazioni per raccontare una cosa in fondo molto semplice, contenuta in un monologo che fa Proietti alla fine: geni o no, quel che conta è il gioco di squadra.
Quello che manca in questo Paese, in questo momento, è il senso dell’unità, gli italiani non hanno il senso della comunità. Siamo tutti solisti, ci sentiamo tutti freelance. Invece questa è la storia di un solista che si accorge di una cosa fondamentale: con un’orchestra, anche meno dotata della tua, si suona sempre meglio”.
Se siete curiosi ecco allora il trailer ufficiale !!