Il romanzo “Mia cugina Rachele (My Cousin Rachel)” è stato scritto nel 1951 da Daphne du Maurier, nelle cui celebri opere, caratterizzate spesso da un clima di suspence e passione, si innestano ritratti psicologici sorprendentemente moderni di uomini e donne invischiati in relazioni intricate e talvolta ossessive.
Il cinema ha spesso attinto dai romanzi della scrittrice inglese da Hitchcock (“Rebecca, la prima moglie”, “Gli uccelli”) a Nicolas Roeg (“A Venezia… un dicembre rosso shocking”).
E anche il primo film tratto da quel romanzo, ovvero “Mia cugina Rachele” del 1952 con Richard Burton e Olivia De Havilland.
Adesso Roger Michell (“Notting Hill”, il bellissimo e sottovalutato “L’amore fatale”, “A Royal Weekend”) lo riporta al cinema con “Rachel” con Rachel Weisz, Sam Claflin, Holliday Grainger, Iain Glen e il nostro Pierfrancesco Favino (molto richiesto nelle produzioni estere).
Immerso in un’atmosfera carica di desiderio e sospetto, il film narra la storia di un giovane piuttosto ingenuo in lotta con se stesso nel tentativo di stabilire se l’affascinante vedova del cugino, con il quale ha vissuto dopo la morte dei genitori, sia la donna dei suoi sogni… o un’avventuriera che ha assassinato a sangue freddo il marito per accaparrarsi l’eredità. Quando Rachel giunge alla tenuta degli Ashley, Philip conosce una donna che non somiglia affatto all’avvelenatrice dal cuore oscuro di cui delirava il cugino sul letto di morte.
Roger Michell ha dichiarato su questo film:
“Penso che, se per qualche motivo si sapesse ciò che Rachel ha fatto veramente, la storia non funzionerebbe. È entusiasmante realizzare un film in cui parte del divertimento è sapere che gli spettatori lasceranno la sala… discutendo se sia stata lei oppure no. Spero che il pubblico ami il mistero irrisolto tanto quanto è piaciuto a me e che si diverta in una sorta di corsa sulle montagne russe insieme a questa coppia mal assortita, catapultata in un turbine emotivo che
scombussola entrambi, mentre ciascuno tenta di capire le motivazioni, le convinzioni e i valori dell’altro, e di coglierne il senso di autenticità.
Per Philip, Rachel sembra appartenere a un altro mondo e, in un certo senso, è proprio così. Proviene da un paese lontano ed esotico. Il suo linguaggio, gli abiti, i desideri, la visione del mondo sono per lui totalmente estranei. Lei è bellissima, espressiva, divertente e non dà importanza alle noiose convenzioni dell’epoca. Il libro, scritto nel 1950, è ambientato nel XIX secolo.
Quindi, volendo, lo si può considerare una versione post-freudiana di Jane Austen. Su un livello narrativo, è un thriller d’epoca, in cui entrano in gioco l’innamoramento, il patrimonio di famiglia…
Su un altro livello narrativo, i temi sono la sessualità, il potere delle donne e la loro libertà in un mondo maschilista. Volevo che Rachel si sentisse in parte come una donna dei giorni nostri catapultata in quel mondo… come dire, la donna che cadde sulla Terra”.
Non poteva non terminare con il trailer ufficiale di questo film !!