All’ultimo festival di Venezia é stato uno dei film piu’ amati dalla critica e dal pubblico (purtroppo non dalla giuria che non gli ha assegnato alcun premio).
Diciamo proprio amati perché i personaggi dei film di Robert Guédiguian (“Le nevi del Kilimangiaro”, “Le passeggiate al Campo di Marte”, “Marius e Jeannette”) riescono a farsi voler bene e ad emozionarci subito stabilendo con lo spettatore un immediata empatia che pochi registi riescono a trasmettere allo spettatore.
E così sarà anche per “La casa sul mare” (La ville)” che esce questa settimana.
A Méjan, una cala marina tra Marsiglia e Carry, tre fratelli si ritrovano per vegliare il padre. Angèle, attrice con un lutto nel cuore, Joseph, professore col vizio della rivoluzione, Armand, ristoratore di anime, misurano la loro esistenza davanti all’ictus che ha colpito il genitore. Intorno alla sua eredità, la casa, il ristorante, la coscienza politica e quella sociale, fanno i conti col proprio passato che per Angèle non sembra mai passare. L’irruzione improvvisa di tre bambini, naufraghi sulle sponde del Mediterraneo, sconvolge la loro riflessione e segna un nuovo inizio.
Con i bravissimi Ariane Ascaride e Jean-Pierre Darroussin e poi anche Gérard Meylan, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin.
Sentiamo allora una recente intervista del regista francese su questo suo ultimo film:
“Tutti i film che ho girato, li ho realizzati sotto l’influenza di Cechov e Pasolini. Il cinema deve cambiare il mondo, non può limitarsi a ripetere quello che già conosciamo. Deve trasformare l’improbabile in qualcosa di possibile.
Volevo pensare a dove sono oggi, riflettere su come eravamo e su come siamo cambiati. È per questo motivo che ho deciso di autocitarmi nel film, riprendendo “Ki Lo Sa?” Del 1985. La cosa è piuttosto divertente, perché allora usai illegalmente la canzone di Bob Dylan che si sente sullo sfondo [ride]. E così, dopo 30 anni, ne ho finalmente pagato i diritti. Ma c’è anche qualcosa di quasi diabolico al riguardo, perché a differenza che nelle foto, i film danno sempre l’impressione della vita. È un modo perfetto per collegare il passato al presente.
Volevo girare il film in un posto specifico. Méjean è molto piccola, ma aperta al mondo. È vicino Marsiglia, una città che conosco bene e che ho rappresentato nel mio primo film, ma che è cambiata completamente. Ora sta cercando di migliorare e di ristrutturarsi, quindi sono sempre alla ricerca di luoghi che mi ricordano come era la città in cui sono cresciuto, i paesaggi della mia infanzia. È questo quello che cerco in questo momento, mi sto guardando indietro. In un certo senso, tutti lo facciamo.
Avevo bisogno di dare corpo a quest’idea, di concentrarmi su piccoli dettagli come una frase qua e là, o sul modo in cui i personaggi si vestono. Altrimenti avrei solo annoiato gli spettatori con le mie riflessioni, e invece devono partecipare delle emozioni dei personaggi. La loro presenza deve essere percepita, devono esserci con tutta la loro fisicità. “
Segnatevi poi la data di mercoledi’ prossimo 18 aprile perche’ vederemo questo film tutti assieme nelle terza uscita del mese di Amicinema !!
E finiamo con l’emozionante trailer italiano !!