“L’arte della fuga” e’ la sofisticata commedia sentimentale di Brice Cauvin, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore americano Stephen McCauley, già campione di incassi in Francia.
Un film nel quale come ha detto il regista, passato settimana scorsa a Milano per presentare questa pellicola: “Ogni personaggio è uno strumento che suona una propria musica. Ho cercato di scrivere la sceneggiatura come uno spartito di musica.”
Protagonisti sono tre fratelli in crisi, maestri nell’arte di fuggire alle proprie responsabilità. Antoine (Laurent Lafitte) vive con Adar, forse comprerà con lui una casa, ma sogna Alexis. Louis (Nicolas Bedos) è innamorato di Mathilde, che incontra a Bruxelles dove lavora, ma sta per sposarsi con Julie. Gérard (Benjamin Biolay), disoccupato e testardo, sogna il ritorno della moglie Helen che lo ha lasciato, ma forse cadrà tra le braccia della materna e stravagante Ariel (Agnès Jaoui). Tre uomini confusi, tre fratelli molto legati tra loro, insofferenti ma subalterni agli ossessivi genitori (Marie-Christine Barrault e Guy Marchand), un modello di coppia che nonostante tutto resiste.
Un film con Laurent Lafitte, Agnès Jaoui, Benjamin Biolay, Nicolas Bedos, Marie-Christine Barrault.
Sentiamo il commento di Cristina Bellosio che ha visto in anteprima questo film:
“L’arte della fuga”, il secondo lungometraggio del regista francese Brice Cauvin, è una commedia brillante , che riesce a coinvolgere lo spettatore nell’intreccio delle storie sentimentali dei tre fratelli protagonisti.
Il regista, mantenendo sempre vivo il tono umoristico dei dialoghi, riesce abilmente a penetrare la differente psicologia di ciascuno dei tre fratelli, esplorando le inquietudini, le paure, i segreti, le speranze ed i desideri della loro vita sentimentale.
Un’ottima sceneggiatura ed un cast di ottimi attori, tra cui la bravissima e brillante Agnes Jaoui, ( l’Aurore di “Cinquanta primavere”) riescono a dare carattere ai diversi personaggi, offrendo ritratti variegati ed universali, in cui ciascuno può facilmente identificarsi.
L’interrogativo principale del film è un attento esame della vita sentimentale e dei rapporti familiari del nostro mondo contemporaneo, dove la ricerca di stabilità entra in contrasto con il desiderio di evasione e la voglia di provare nuove sensazioni. Ne deriva una riflessione dolceamara sulla complessità della vita amorosa e la fragilità dei rapporti continuamente messi alla prova dal trascorrere del tempo.
Interessante la riflessione critica finale sul dubbio esistenziale che avvolge ogni scelta : meglio fuggire dalla noia e dalla consuetudine e lasciare l’altro, pur provando rimorso o mantenere la stabilità di un rapporto con il rischio di provare rimpianto ?”
E gran finale con il trailer ufficiale di questo film !!