Il piccolo grande mondo di Abel Ferrara

Abel Ferrara e Willem Dafoe cosa hanno in comune ? Sono entrambi americani ed entrambi vivono in Italia precisamente a Roma.
Ed entrambi per amore.
 
E proprio per questo amore (sia per la città che per la propria moglie) nasce questo documentario di Abel Ferrara intitolato “Piazza Vittorio“.

 

Sede di un mercato storico della Capitale, Piazza Vittorio è oggi l’emblema di un’integrazione interetnica problematica ma possibile, in una posizione centralissima, tra palazzi storici affascinanti e l’inurbamento di una popolazione così multirazziale da ricordare a tratti a quella newyorkese.
Con troupe ai minimi termini, Abel Ferrara intervista per strada residenti di lungo e breve corso, commercianti, homeless e migranti che transitano o bivaccano nei dintorni. In arrivo da Nigeria, Afghanistan, Burkina Faso, Guinea, Bosnia, Perù, Bangladesh, Moldavia, dalla badante al griot (cantastorie africano), dal macellaio egiziano alla ristoratrice cinese al lavoratore a giornata sudamericano.
 
Più due intervistati “vip”, entrambi entusiasti della contaminazione culturale del quartiere e della pax raggiunta nella compresenza di tanti gruppi e indigenti: Matteo Garrone, che si è trasferito in zona a fine anni Novanta per ambientarvi poco dopo il suo Estate romana, e Willem Defoe, naturalizzato romano dopo essersi sposato in Italia con la regista Giada Colagrande.


 

Sentiamo le parole dello stesso Ferrara su questa sua nuova esperienza:
 
“Il documentario è come un diario: parlo della mia vita, dei luoghi e delle persone che ne fanno parte.
La varietà è proprio la caratteristica del quartiere, è un posto pieno di sfaccettature. Non amo generalizzare: noi parliamo di americani ma come si può mettere insieme i pescatore dell’Alaska e le cubiste di Miami? Io non vivo in Italia, non vivo neppure a Roma, vivo a Piazza Vittorio, tra la Stazione e San Giovanni, tra via Merulana e Colle Oppio, non arrivo nemmeno fino a via Nazionale. So che esistono almeno cinquanta altre Roma bellissime ma io ho raccontato la mia, fatta di persone, cibo, musica e ristoranti. Ma non tutti i ristoranti… io vado in uno – vabbé due – ristoranti, bar, forse arriviamo a quattro. Il mio è un piccolo mondo.
 
Sono ormai una quindicina di anni che ho cominciato a frequentare l’Italia per lavoro, ho scelto di viverci perché ho incontrato una donna, mi sono innamorato, con lei ho fatto una figlia. Per quel che riguarda invece il mio cinema, per i film indipendenti e personali che voglio fare, oggi in America non esiste posto sicuro, là non c’è interesse in ciò che non sia un prodotto.
A Roma ho più possibilità di fare le cose che mi interessano artisticamente, senza paura di fallire. E poi il caffè è decisamente migliore.
Malauguratamente non ho visto un cambiamento a Roma. Ma è una città che è lì da 3000 anni, non è solo questione di sindaco, il cambiamento dipende dal singolo cittadino, dalla singola persona. I cambiamenti ci sono sempre, ma a cambiare sono soprattutto degli individui. Come americano ho già i miei problemi politici di cui occuparmi.”

 

E se volete immergervi anche voi nell’atmosfera di questo documentario ecco il trailer ufficiale !!

 


 

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