Mercoledi’ 5 dicembre, “Roma” è stato protagonista della classica uscita infrasettimanale degli Amicinema.
Come da buona abitudine apriamo lo spazio dedicato a tutti i commenti, critiche e spunti di discussione che vorrete lasciare sul film.
Dati Tecnici
Regia: Alfonso Cuarón
Cast: Yalitza Aparicio, Marina de Tavira, Marco Graf.
Durata: 135 min
Trama del film
“Messico, 1970. Roma è un quartiere medioborghese di Mexico City che affronta una stagione di grande instabilità economico-politica. Cleo è la domestica tuttofare di una famiglia benestante che accudisce marito, moglie, nonna, quattro figli e un cane. Cleo è india, mentre la famiglia che l’ha ingaggiata è di discendenza spagnola e frequenta gringos altolocati. I compiti della giovane domestica non finiscono mai, e passano senza soluzione di continuità dal dare il bacio della buonanotte ai bambini al ripulire la cacca del cane dal cortiletto di ingresso della casa: quello in cui il macchinone comprato dal capofamiglia entra a stento, pestando i suddetti escrementi. Perché nel Messico dei primi anni Settanta tutto coesiste: la nuova ricchezza come la merda degli animali da cortile, il benessere ostentato dei padroni e la schiavitù “di nascita” dei nullatenenti. Tutto convive in un sistema contradditorio ma simbiotico in cui le tensioni sociali non tarderanno a farsi sentire, catapultando il recupero delle terre espropriate in cima all’agenda dei politici in cerca di consensi.“
Trailer
Un film condotto con sensibilità e pulizia espressiva, l’occhio del regista è partecipe e delicato. Tuttavia, mi è sembrato un film frenato, come se rinunciasse a sviluppare veramente le vicende. Gli avvenimenti sono in genere solo sfiorati e accennati, i personaggi non sono approfonditi e rimangono abbastanza tipizzati, salvo in parte la domestica protagonista. Anche gli attori sembrano sfuggire all’attenzione dello spettatore, forse a causa di una sceneggiatura minimalista e di un uso della cinepresa abbastanza monotono. Secondo me, la scelta del bianco e nero ha fatto perdere molto al film, ci sono scene all’aperto, in campagna, al mare, che avrebbero avuto molta più forza espressiva e intensità se girate a colori, ma anche gli interni e i visi degli attori. Peraltro, si tratta di un bianco e nero piatto, poco contrastato, a volte non si riuscivano a distinguere bene i dettagli, più che bianco e nero sembrava un grigio chiaro grigio scuro. Il film si concentra in modo quasi esclusivo sulle dinamiche familiari, lo sfondo socio-politico è solo accennato con poche parole e qualche immagine, anche la scena drammatica delle proteste degli studenti rimane sfuggente e poco chiara (poi ho letto che si riferiva al massacro del Corpus Christi del giugno 1971 a Città del Messico, su cui si trovano facilmente informazioni su Internet). Un film poetico e originale, in cui però non ho percepito il grande affresco e il forte impatto visivo di cui avevo letto.
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