“Libero” (“Libre” in originale) e’ l’interessante documentario di Michel Toesca, in presa diretta tutto dedicato al dramma dei migranti lungo confine tra l’Italia e la Francia che arriva in Italia, dopo un passaggio a Cannes, grazie a I Wonder Pictures.
Nella Val Roia, divisa tra la Francia e l’Italia, ogni giorno decine di migranti cercano di superare il confine in cerca di una vita migliore. Ma in questo limbo chiuso fra due Stati, le politiche sull’immigrazione rendono loro impossibile l’ingresso sul territorio francese.
Cédric Herrou, un contadino della Valle, per questi ragazzi è un eroe: da anni offre ospitalità a tutti i giovani e le famiglie che, senza avere altro posto dove andare, restano bloccati sul confine.
Grazie all’aiuto di amici e volontari, Cédric sfida con coraggio le istituzioni francesi. Osservando senza filtri questa situazione drammatica, “Libero” denuncia, o meglio, urla ai quattro venti l’urgenza di un intervento da parte delle istituzioni.
Sentiamo la presentazione del regista Michel Toesca:
“Una mattina ti svegli e vedi passare davanti a casa tua gente che non avevi mai visto lì prima. Uomini, donne e bambini affamati, infreddoliti, esausti e che non parlano la tua lingua. E allora vai a vedere cosa puoi fare, gli dai del cibo e qualcosa da bere. Fai in modo che riescano a rimettersi in contatto con le proprie famiglie.. e dopo cosa fai?
Questa è una domanda che si sono dovuti porre gli abitanti della Val Roia, un territorio situato per metà in Francia e per metà in Italia. Una enclave francese in territorio italiano dove i rifugiati si perdono pensando di essere diretti verso Parigi quando invece stanno andando verso Torino. Il film racconta tre anni che hanno cambiato completamente le nostre routine.
Quando ho iniziato a girare, Cédric stava allevando i suoi polli e coltivando gli uliveti. La stampa non si era ancora accorta di lui, ed eravamo totalmente sconvolti dal modo in cui i governi francese e italiano stavano gestendo l’arrivo di quelle persone e la problematica della loro accoglienza.
Riportando quotidianamente al di là del confine bambini piccoli e persone in cerca di asilo, le autorità francesi stavano agendo in maniera illegale. Ma le soluzioni provvisorie messe in atto dagli abitanti della valle per assistere i migranti divennero presto pericolose e, paradossalmente, anche noi stavamo agendo al di fuori della legge, pur con lo scopo di far rispettare i principi di legge che il governo francese stava minando con il suo operato.
Ci limitavamo a fare ciò che consideravamo giusto e necessario per aiutare quelle persone, fare
in modo che fossero al sicuro e metterli nelle condizioni di proseguire il loro viaggio.
La sceneggiatura del documentario è stata scritta di giorno in giorno. Giravo da solo, la mia camera sulla spalla, improvvisando continuamente. A volte, in situazioni particolarmente tese e caotiche e grazie all’aiuto di pochi complici, abbiamo girato con i telefonini. Da un punto di vista estetico, le riprese che sono derivate da queste condizioni mi sono sembrate particolarmente riuscite perché riescono a trasmettere la necessità e l’importanza di quanto narrato e quello che provavamo in quei momenti. La facilità d’uso degli strumenti impiegati mi ha permesso di essere in grado di operare in qualunque momento e rimanere sempre a fianco dei protagonisti delle varie scene, che si trattasse di rifugiati, soldati o agenti di polizia.
Ci tenevo a filmare Cédric sia in situazioni ordinarie che straordinarie. Credo che filmare la sua dimensione più ordinaria e quotidiana permetta di rendersi meglio conto della sua dimensione eroica, sia da un punto di vista cinematografico che da un punto di vista umano. Sono rimasto colpito dal suo aplomb, dal fatto che era in grado di rischiare tutto mentre continuava a vivere la sua vita esattamente come aveva fatto fino a quel momento.
Mentre giravo questo film, ho ripensato spesso a Mr. Smith Goes va a Washington di Frank Capra.
Nel riprendere le azioni che mettevamo in atto, mi sono sempre più affezionato all’aspetto umano del senso di giustizia di Cédric – il suo impegno e la sua determinazione ad affrontare ogni difficoltà. La sua posizione politica è semplice: dove vivo c’è un problema e io sto cercando di risolverlo con il buon senso. Le sue azioni, le nostre azioni sono fortemente legate alle nostre vite e a questa terra, le cui autorità stanno gestendo la questione in una maniera totalmente inadeguata.
LIBERO è il cuore di una battaglia. Per me, filmare questa battaglia è un atto di creazione e di resistenza”
Ecco il trailer ufficiale di questa pellicola !!