Terza regia (dopo “Coriolanus (2011)” e “The Invisible Woman (2013)” mai usciti da noi al cinema) di Ralph Fiennes, “Nureyev – The white crow” arriva finalmente nelle sale italiane per raccontarci l’incredibile e complicata storia del grande ballerino russo.
E’ la vita del leggendario ballerino Rudolf Nureyev, dell’infanzia sofferta nella gelida città sovietica di Ufa, fino a divenire ballerino nella scuola che ha frequentato a Leningrado.
Incontenibile e ribelle, a soli 22 anni fa a parte della rinomata Kirov Ballet Company, con la quale va a Parigi nel 1961, nel suo primo viaggio al di fuori dell’Unione Sovietica. Gli ufficiali del KGB, però, lo marcano stretto, diffidando enormemente del suo comportamento anticonformista e della sua amicizia con la giovane Parigina Clara Saint.
Le intemperanze avranno conseguenze drammatiche, il ballerino non potrà andare a Londra con la compagnia e dovrà essere immediatamente rimpatriato.
I “superiori” di Nureyev gli comunicano che deve assolutamente tornare in Patria per esibirsi al Cremlino ma lui comprende che sta pagando caro il prezzo della sua libertà nella capitale parigina.
Nel cast Oleg Ivenko, Adèle Exarchopoulos, Chulpan Khamatova, Aleksey Morozov e lo stesso Ralph Fiennes che si ritaglia il ruolo di Alexander Pushkin, famoso maestro russo di ballo.
Sentiamo le belle parole dell’attore/regista britannico su questa sua regia:
“Sebbene non avessi un grande interesse per il balletto e non conoscevo molto di Rudolf Nureyev, sono stato colpito dalla storia dei suoi primi anni. La sua giovinezza a Ufa, nella Russia degli anni ’40, i suoi anni da studente di danza a Leningrado/San Pietroburgo per poi arrivare alla decisione di emigrare in Occidente nel 1961. Quella storia mi è entrata dentro.
La storia secondo me era perfetta per ricavarne un film. Non mi vedevo di certo a dirigerlo personalmente. Era solo un’idea.
E’ così drammatico e tocca tantissimi temi. Ha una dinamica interiore molto personale, la spinta per realizzare se stessi e la spietatezza che ne consegue. E c’è anche il contesto del divario ideologico tra est e ovest al culmine della Guerra Fredda.
Abbiamo assunto due direttori di casting in Russia per fare una grande ricerca che si è conclusa con quattro o cinque candidati e ho identificato questo giovane ballerino ucraino, Oleg Ivenko, della compagnia Tartar State Ballet.
Sentivo che aveva una capacità di recitazione latente e poi era un ballerino bravissimo con una forte somiglianza fisica a Rudolf Nureyev”. Quando ho fatto le prove sullo schermo, ho visto che Oleg aveva preso immediatamente la strada giusta.
“Se gli spiegavo qualcosa, la capiva molto velocemente. Un paio di volte ho detto: No, non è questo quello che voglio. E gli ho mostrato un atteggiamento particolare e lui ha capito molto rapidamente. C’era qualcosa nel modo in cui stava davanti alla telecamera, un fattore X che mi faceva pensare: Potrebbe essere Rudi.
Questo film e’ un ritratto dell’artista da giovane, con tutti i suoi contorni frastagliati e la sua solitudine, la sua immaginazione e la sua malizia. C’è una durezza e una spietatezza in lui, ma è la giovinezza che cerca di realizzare se stessa. E lo trovo molto commovente.”
Finiamo con il trailer italiano di questo film !!