Si puo’ fare buon cinema unendo divertimento, riflessione e anche spirito civile ?
“Cosa resta della rivoluzione” ci dice che in effetti e’ possibile e il film della giovane attrice e regista francese Judith Davis (classe 1982, in Italia l’abbiamo vista in “Viva la liberta’” di Roberto Ando’) e’ una di quelle pellicole che vi consigliamo di cuore di non perdere.
Angèle aveva 8 anni quando a Berlino Est ha aperto il primo McDonald’s… Da allora lotta contro quella che è la maledizione della sua generazione: essere nata “troppo tardi”. Figlia di attivisti – anche se sua madre ha abbandonato da un giorno all’altro l’impegno per trasferirsi in campagna e sua sorella ha scelto il mondo degli affari – Angèle vede solo suo padre rimanere fedele agli ideali.
Arrabbiata e determinata, Angèle si applica tanto nel tentativo di cambiare il mondo quanto nel darsela a gambe dagli incontri romantici.
Che cosa resta della rivoluzione? La risposta è in questa commedia brillante con un’eroina un po’ Don Chisciotte un po’ Bridget Jones che indaga l’eredità intima e politica del Sessantotto e i dilemmi di oggi, invocando per se stessa e tutti noi la necessità di un cambiamento.
Con la stessa Judith Davis, Malik Zidi, Claire Dumas e Simon Bakhouche.
Questo l’estratto da una recente intervista della regista Judith Davis su questo suo film:
“La prima cosa che devo dire è che non ho mai avuto il desiderio di diventare un attrice o di cominciare a fare film, ma il film lo vedo come uno strumento per prendere parte alla vita civile, per mostrare quello che è il mio impegno politico ed è per questo che ho deciso di affrontare questa grande sfida nella creazione di “Cosa resta della rivoluzione”.
Sapevo anche di dover evitare, nel momento della scrittura in sceneggiatura ma anche durante le riprese certi dogmatismi stando attenta anche a come venivano create certe tipologie di personaggio. Una volta però che ho finito il film ho visto che questo creava l’opportunità di condividere il mio tempo e pensieri con altre persone, ed è per questo motivo che ho deciso di accompagnare il film nella sua presentazione proprio per poter creare un dialogo con il pubblico.
Questa storia è l’occasione per condividere insieme dei pensieri, per ragionare insieme su quanto sta accadendo in questo mondo.
Angéle è molto arrabbiata ed è un emozione che praticamente prende tutto quello che ha dentro. La rabbia è un presupposto per agire, serve per rendersi conto che c’è qualcosa che non funziona e che non si ha l’intenzione di accettare la situazione in cui si ci trova e che mette in movimento.
Allo stesso tempo spero che la rabbia non sia l’unica emozione che rimane da Quel che resta della rivoluzione, ma è estremamente importante il riuscirci ad aprire e mostrare le proprie emozioni, questo è senza dubbio un prerequisito necessario per agire.
C’è una forte connessione tra l’emozione e l’azione, e non vogliamo separare all’interno del film l’azione dalla teoria e l’emozioni da quello che sono i pensieri, allo stesso tempo però la rabbia ha preso un posto preponderante nel personaggio che deve riuscire a creare la propria strada sia aprendosi sia alle sue emozioni che alle emozioni di chi le sta attorno.
Vorrei però sottolineare che questo film è però una commedia, in un cui ho voluto utilizzare il tema del burlesque per amplificare il personaggio e il suo messaggio, per renderlo più umano.”
Come sempre finiamo con il trailer ufficiale !!