Il Vostro Inviato comincia a non riuscire più a districarsi tra film da vedere e prenotazioni da fare, che se manchi l’orario esatto i posti scompaiono in pochi minuti. Ma come si fa, se si sta guardando un film? Organizzatori, ce lo spiegate? Oggi il primo film in concorso è l’iraniano Khorshid (Sole) di Majid Majidi. (nella foto mentre ringrazia commosso vicino a due interpreti del film). Ambientato tra i bambini di strada nella periferia di una grande città, bambini iraniani i cui genitori sono assenti perché in prigione, drogati, malati. Oppure figli di immigrati afghani irregolari. Sono bambini che sopravvivono con piccoli furti su commissione, o vendendo piccoli oggetti in metropolitana. Sembra ispirato a Dickens e Rossellini questo film decisamente neorealista ma molto amaro. Al punto che solo la violenza sembra avere un qualche senso nell’assenza totale dello Stato e della giustizia. Bravissimo il giovanissimo protagonista. Sarà difficile per le giurie quest’anno scegliere il miglior attore esordiente.
Il secondo film in concorso è l’americano “The World to Come” di Mona Hansen. Ambientato nell’America rurale dell’ottocento tra freddo, lavoro nei campi e disgrazie familiari, racconta l’amicizia che si trasforma in amore tra due vicine di casa. E’ un film delicato ma funestato da una onnipresente voce fuori campo che descrive a parole ciò che le immagini dovrebbero mostrare. Il Vostro Inviato che aveva molto amato il Ritratto della Giovane in Fiamme ha trovato invece questa storia fredda e non coinvolgente. Forse perché, pur girata da una donna, è tratta da un racconto di Jim Shepard ed è sceneggiata da Shepard e Ron Hansen i cui dialoghi sono troppo spirituali e mancano della passionalità materica dell’animo femminile.
All’uscita mentre si rende conto che non c’è tempo per pranzare, il Vostro Inviato incontra Alessandro Gassmann che sta andando a presentare il film di Mauro Mancini Non Odiare per la Settimana della Critica. Purtroppo il Vostro Inviato non lo vedrà perché oggi dopo aver saltato tutti i documentari che passano alle 14 in Sala Grande, ha deciso di dare fiducia a Guadagnino (qui sotto nella foto) che arriva al Lido con due documentari. Un corto Fiori, Fiori,Fiori ambientato in sicilia nella primavera del lockdown e un lungometraggio su Salvatore Ferragamo. Molto belli entrambi. Sul primo c’è poco da dire. Chiunque sia stato in Sicilia in primavera non può non essere stato colpito dall’esplosione di colori e profumi dei suoi fiori. In Salvatore, Shoemaker of dreams Guadagnino lega la figura di Ferragamo alla nascita del Cinema Hollywoodiano, e ne approfitta per parlarci molto di creatività nel cinema oltre che nelle scarpe.
Chiude la giornata veneziana del Vostro Inviato Assandira di Salvatore Mereu, interpretato da un grandissimo Gavino Ledda, nei panni di Costantino, un pastore il cui figlio decide, rimpatriando dalla Germania, di aprire un agriturismo nella casa di famiglia. Impostato come un thriller, è un film che riflette la tensione di Costantino, irritato di fronte a un’invasione sempre più dilagante dei suoi territori e dei suoi valori. Un scontro micidiale tra padre e figlio, tra tradizione e modernità dagli esiti tragici. Decisamente il miglior film della giornata. Passato, chissà perché fuori concorso.