Vi riassumiamo tutti gli aggiornamenti che abbiamo messo giorno per giorno sul nostro sito facebook con tutti i film piu’ interessanti presentati in concorso (e non) all’ultimo festival di Cannes !!
“Annette” di Leos Carax era il film di apertura, un musical atipico con Adam Driver e Marion Cotillard che e’ piaciuto quasi a tutti (tranne forse a Paolo Mereghetti) e che vedremo da noi distribuito da I Wonder Pictures.
Emozionante anche il nuovo film di François Ozon intitolato “Tout s’est bien passé” che racconta la storia di un figlio con un padre: un uomo che, dopo un ictus, chiede alla figlia di aiutarlo a morire, portandolo in Svizzera.
Finiamo questo primo giro con Nadav Lapid, vincitore di un festival di Berlino con un bellissimo film (“Synonymes”) mai uscito da noi, che a Cannes presenta “Ha’Berech”. Y., un regista israeliano di circa quarant’anni, arriva in un remoto villaggio in fondo al deserto per presentare uno dei suoi film. Lì incontra Yahalom, un funzionario del Ministero della Cultura, e si ritrova a combattere due battaglie perse: una contro la morte della libertà nel suo paese, l’altra contro la morte di sua madre.
Mahamat-Saleh Haroun aveva vinto nel 2006 un premio importante con “Daratt – La stagione del perdono” e dopo varie esprienze, anche come ministro della cultura, e’ tornato alla regia con il bel “Lingui” che racconta una storia di maternità nelle difficili periferie di N’djamena in Ciad.
“Verdend Verste Menneske” e’ inevece diretto da Joachim Trier (“Segreti di famiglia”, “Thelma”): il regista danese racconta la maturazione sentimentale ed emotiva di una ragazza di Oslo mescolando con garbo i toni della commedia e quelli del dramma.
Sicuramente vedremo “La Fracture” di Catherine Corsini con Valeria Bruni Tedeschi, Marina Foïs e Pio Marmaï.
E’ la storia di una coppia di donne che si trova nel mezzo delle proteste dei Gilet Gialli a Parigi e finisce in ospedale rischiando l’asfissia. Il loro incontro con Yann cambierà le convinzioni di entrambe.
Finiamo con uno dei film piu’ attesi del concorso “Benedetta” di Paul Verhoven, che tratta della vera storia di Benedetta Carlini, badessa di Pescia dal 1591, visionaria mistica processata per la relazione con una giovane suora.
Tante polemiche per una pellicola che vede nel cast Virginie Efira, Olivier Rabourdin e Daphne Patakia.
11 minuti di applausi al termine della proiezione hanno sancito almeno il successo di pubblico di “Tre piani” il nuovo attesissimo film di Nanni Moretti tratto dal romanzo di Eskhol Nevo.
E anche le recensioni della critica sembrano abbastanza positive.
Juho Kuosmanen e’ il regista di “La vera storia di Olli Mäki” ed e’ stato presentato “Hytti n.6” la bella storia di un lungo viaggio in treno e di come due sconosciuti comincino ad amarsi.
C’e’ anche altra Italia a Cannes ed e’ molto piaciuto il nuovo atipico film di Jonas Carpignano intitolato “A Chiara“.
Mia Hansen-løve e’ apprezzata anche qui da noi e la regista francese ha convinto con “Bergman Island“, film nel quale ci racconta la storia di una coppia di registi americani (Vicky Krieps e Tim Roth) che, in procinto di mettersi a scrivere, decide di stabilirsi sull’isola svedese di Fårö, luogo di vita e ispirazione di Ingmar Bergman.
“The french dispatch” e’ un film in tutto e per tutto di Wes Anderson, se lo amate amerete anche questa sua nuova fatica, altrimenti di sicuro non cambierete idea.
Cast come sempre oceanico per questa pellicola ispirata e dedicata a pezzi e firme storiche del New Yorker (ma ambientata in una Francia immaginaria).
“Petrov’s flu” di Kirill Serebrennikov ci porta in una giornata nella vita della famiglia Petrov durante un’epidemia di influenza che rivela come, al di là delle placide apparenze, le cose possano prendere una piega fuori dall’ordinario.
Il film del regista di “Parola di Dio” e “Summer” (molto critico verso la Russia di Putin) e’ piaciuto abbastanza, ma non si candida come uno dei favoriti.
Asghar Farhadi e’ tornato per fortuna ai suoi grandissimi livelli e con “Ghahreman” (“A hero”) ha davvero convinto e si candida come uno dei favoriti del festival.
Rahim è in prigione a causa di un debito che non è stato in grado di pagare. Durante un congedo di due giorni, cerca di convincere il creditore a ritirare la denuncia, ma le cose non vanno come previsto.
Ultima segnalazione per un piccolo film italiano che ha impressionato la critica, “Piccolo corpo” di Laura Samani.
Unica opera italiana alla Semaine de la critique di Cannes, e’ ambientato durante un freddo inverno agli inizi del’ 900, su un’isoletta del nord est in Italia e vede al centro della storia Agata, una giovane ragazza di quindici anni, che dà alla luce una bambina morta. Secondo la tradizione cattolica, la bambina nata senza respiro, non può essere battezzata, la sua anima è destinata così a rimanere in un Limbo e da questo partirà un lungo incredibile viaggio.
Dopo l’ottimo successo riscosso a Cannes nel 2017 con “The Florida Project”, Sean Baker torna a competere per la Palma d’Oro con la sua nuova pellicola: “Red Rocket“.
E’ la storia di Mikey Saber una pornostar fallita che torna nella sua piccola città natale in Texas, ma nessuno sembra volere il suo ritorno. Un film che colpisce ancora grazie al suo sguardo disincantato.
Ildiko Enyedi ci aveva emozionato molto qualche anno fa con “Corpo e anima” e quest’anno a Cannes la brava regista ungherese ritorna con “The story of my wife” con Léa Seydoux, Louis Garrel, Jasmine Trinca e Sergio Rubini.
Un melodramma ambientato negli Anni Venti del secolo scorso con protagonisti un capitano di fregata olandese e la sua irresistibile sposa francese. Giudizi contrastanti sulle varie testate del settore.
Jacques Audiard il festival lo ha gia’ vinto nel 2015 e quest’anno e’ in concorso con “Les Olympiades“, adattamento della graphic novel “Killing and Dying” di Adrian Tomine, sceneggiato con le registe Léa Mysius e Céline Sciamma.
Girato in uno splendido bianco e nero, Les Olympiades ci mostra e racconta l’amore contemporaneo tra Emilie, Camille e Nora.
Il film e’ piaciuto molto e lo aspettiamo con grande piacere.
Apichatpong Weerasethakul il festival lo ha vinto nel 2010 e ha diretto il suo primo film in lingua inglese con una grande diva come Tilda Swinton.
“Memoria” e’ ambientato durante gli Anni Settanta e Ottanta in Colombia e racconta la vicenda di una coltivatrice di orchidee che si reca a Bogotà per fare visita alla sorella malata quando incontra qualcuno che si presenta come un alieno…
Insomma se conoscete la filmografia del regista thailandese capirete che lo stile e’ immancabilmente sempre quello.
Gran finale con le segnalazioni dei film piu’ interessanti dal Festival di Cannes. Ora attendiamo solo i premi e il vincitore assoluto.
E di ovviamente di vedere tutti questi film in sala in Italia (e a Milano) !!
Bruno Dumont e’ quasi un mito in Francia seppur da noi sia invece pochissimo conosciuto.
Con “France” porta al festival la storia di una giornalista narcisista e manipolatrice che entra in crisi e impegnata nel riscatto della sua vita.
Nonostante la brava Léa Seydoux (al suo secondo film in concorso), il film ha ricevuto molte critiche negative.
Nei giorni scorsi non eravamo riusciti a parlarvi di “Drive my car” del regista giapponese Hamaguchi Ryusuke: a Berlino aveva entuasiasmato molto con “Wheel of Fortune and Fantasy” e anche con questa pellicola sembra aver fatto centro.
Yusuke Kafuku, attore e regista teatrale, sta cercando di recuperare da un terribile lutto familiare che l’ha colpito due anni prima. Accetta di allestire un proprio adattamento di Zio Vanja di Anton Pavlovic Cechov all’interno di un festival che si svolge a Hiroshima. Qui fa la conoscenza di Misaki, una ragazza che il festival gli assegna come chauffeur.
Justin Kurzel e’ poco famoso per film d’autore (“Macbeth” con Michael Fassbender e Marion Cotillard, “Assassin’s Creed”) e questa volta con “Nitram” rielabora una vicenda storica molto tragica: la strage avvenuta nella località di Port Arthur, nello Stato australiano della Tasmania dove persero la vita 35 persone.
Con l’emergente Caleb Landry Jones possibile candidato al premio come miglior attore.
L’ultimo film in concorso e’ invece “Les Intranquilles” di Joachim Lafosse con Leïla Behkti e Damien Bonnard.
Il regista belga pone al centro del suo film una coppia, nella quale l’uomo è affetto da bipolarismo.