Ieri (in questo articolo) vi abbiamo parlato del festival e di tutte le notizie di contorno, solo con un breve paragrafo dedicato a i film, ovvero il piatto forte della manifestazione, quello per cui tutti i cinefili del mondo prendono ferie per le due settimane del festival !!
E allora vi raccontiamo brevemente (grazie anche alle sinossi pubblicate sul sito della biennale) di cosa parlano i 23 film in gara e che seguiremo ogni giorno con notizie e con articoli!!
IN CONCORSO
ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED, regia di Laura Poitras (Francia)
E’ un documentario ritratto dell’artista Nan Goldin, ma anche di un’intera generazione che ha costruito il mito della New York underground anni ‘70-’80
Un film impegnato che racconta l’impegno di Goldin contro la famiglia Sachler, produttrice del medicinale a base di oppiacei che ha causato migliaia di vittime negli Stati Uniti, poi tolto dal mercato grazie alla campagna della Goldin insieme alle famiglie delle vittime.
ARGENTINA, 1985, regia di Santiago Mitre (Argentina)
Santiago Mitre è uno dei registi più interessanti del cinema argentino contemporaneo. Suo nel 2017 era “Il presidente” molto apprezzato dalla critica.
Di quel film era protagonista il bravissimo Ricardo Darín, che è tornato a lavorare con Mitre anche in questo film in concorso .
Anche in questo caso c’entra la politica, perché in “Argentina, 1985″ Mitre ricostruisce gli eventi del processo alla Giunta Militare Argentina, il primo e unico caso di processo da parte di un paese democratico contro un regime dittatoriale, nonché il più grande processo per crimini di guerra avvenuto dopo quelli di Norimberga.
ATHENA, regia di Romain Gavras (Francia)
Romain Gavras e’ il figlio di Costa Gavras ed e’ arrivato al suo terzo lungometraggio oltre a molti videoclip per artisti come M.I.A., Jay-Z & Kanye West, Justice, Jamie xx e molti altri.
A Venezia porta un film sceneggiato assieme a Ladj Ly (quello dell’ottimo I miserabili) e Elias Belkeddar, una coinvolgente tragedia moderna nella quale la vita di tre ragazzi viene travolta dal caos poche ore dopo la tragica morte del fratello minore, avvenuta in circostanze poco chiare.
Film prodotto e distribuito da Netflix e che non vedremo mai in sala.
THE BANSHEES OF INISHERIN, regia di Martin McDonagh (Regno Unito, Stati Uniti d’America)
Da noi sarà intitolato “Gli spiriti dell’isola” ed e’ la nuova pellicola del regista di “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”.
Ma anche di “In Bruges – La coscienza dell’assassino” dove aveva lavorato con Colin Farrell e Brendan Gleeson presenti proprio in questo film.
I due attori interpretano due amici tra cui nascerà un conflitto quando uno di loro interromperà bruscamente il rapporto, con conseguenze molto serie per entrambi.
BARDO, FALSA CRÓNICA DE UNAS CUANTAS VERDADES, regia di Alejandro González Iñárritu (Messico)
L’atteso nuovo lavoro del regista messicano di Birdman e Revenant e’ prodotto da Netflix, ma dovrebbe uscire in sala entro la fine dell’anno.
Il film e’ una commedia nostalgica ambientata durante un epico viaggio personale. Racconta la storia di un famoso giornalista e documentarista messicano, che torna a casa e lavora attraverso una crisi esistenziale mentre è alle prese con la sua identità, le relazioni familiari, la follia dei suoi ricordi e il passato del suo paese. Cerca risposte nel suo passato per riconciliare chi è nel presente.
BONES & ALL, regia di Luca Guadagnino (Italia, Stati Uniti d’America)
Come sempre Guadagnino e’ il regista italiano attualmente piu’ richiesto all’estero e torna a collaborare con Timothée Chalamet.
Ispirato all’omonimo romanzo scritto da Camille DeAngelis il film vede al centro della storia il primo amore tra Maren, una ragazza che impara a sopravvivere ai margini della società e che ha il volto di Taylor Russell, e Lee, un vagabondo disilluso con i capelli tinti di rosso fuoco interpretato proprio da Chalamet.
E il tutto venato da toni drammatici e crudeli con un grande cast internazionale (Michael Stuhlbarg, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Mark Rylance).
BLONDE, regia di Andrew Dominik (Stati Uniti d’America)
Altra attesa produzione Netflix nella quale il regista Andrew Dominik ripercorre la travagliata vita di Marilyn Monroe ed esplora anche i lati piu’ nascosti della celebre icona hollywoodiana.
Tratto dall’omonimo romanzo di Joyce Carol Oates, “Blonde” vede la lanciatissima Ana de Armas nel ruolo di Marilyn al fianco di Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel e Julianne Nicholson.
Lo potremo vedere dal 28 settembre sulla piattaforma, ma speriamo anche in sala.
UN COUPLE, regia di Frederick Wiseman (Stati Uniti d’America)
Wiseman e’ il piu’ grande documentarista vivente, ma questa volta si cimenta nella fiction con un film girato durante la pandemia quando il regsta è rimasto isolato nella campagna intorno a Parigi. Si concentra sulla corrispondenza tra Tolstoi e la moglie, a testimonianza del loro complesso e tormentato rapporto affettivo.
CHIARA, regia di Susanna Nicchiarelli (Italia)
La regista di “Nico 1988″ e “Miss Marx” torna a Venezia con un altro toccante ritratto femminile, il racconto della vita di San Chiara.
Nel cast Margherita Mazzucco (la Lenu’ della “Amica geniale”), Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli e Paola Tiziana Cruciani.
LES ENFANTS DES AUTRES, regia di Rebecca Zlotowski (Francia)
Da noi uscirà con il titolo “I FIGLI DEGLI ALTRI” gia’ dal 22 settembre e siamo contenti che la regista francese possa avere una distribuzione italiana dopo “Planetarium” e “Un estate con Sofia”.
Rachel, è una donna di quaranta anni che ama la sua vita, i suoi studenti, i suoi amici, le sue lezioni di chitarra. Quando si innamora di Alì, Rachel stringe un legame profondo con sua figlia di quattro anni, Leila. Si prende cura di lei, come fosse sua madre. Il desiderio di una famiglia tutta sua si fa sempre più grande, ma il tempo stringe e amare i figli degli altri comporta dei rischi.
Attori principali la brava coppia Virginie Efira e Roschdy Zem.
THE ETERNAL DAUGHTER, regia di Joanna Hogg (Regno Unito)
Tilda Swinton e’ la protagonista assoluta dell’ultimo affascinante film della regista londinese Joanna Hogg (“The Souvenir”) in una pellicola che e’ un’esplorazione brillante e accattivante delle relazioni parentali e delle cose che ci lasciamo alle spalle.
Un’artista e la sua anziana madre si confrontano con segreti a lungo sepolti quando tornano in una vecchia casa di famiglia, ora un hotel perseguitato dal suo misterioso passato.
L’IMMENSITÀ, regia di Emanuele Crialese (Italia)
Una star come Penelope Cruz guida tutto il cast (Vincenzo Amato, Luana Giuliani, Valentina Cenni) del nuovo film del regista romano.
Roma, anni 70: un mondo sospeso tra quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero, conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati.
Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi. A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà.
Lo vedremo in sala gia’ dal 15 settembre.
KHERS NIST, regia di Jafar Panahi (Iran)
Autore di film come Il palloncino bianco e Il cerchio, Jafar Panahi è uno dei tre registi incarcerati di recente in Iran dal regime di Teheran per via del suo supporto alle proteste anti-governative e siamo felici che si parli di lui anche per il cinema.
“Gli orsi non esistono” (titolo italiano) vede protagonista lo stesso Panahi assieme a Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiyar Panjei, Mina Kavani e Reza Heydari e racconta due storie d’amore parallele nelle quali gli amanti sono tormentati da ostacoli nascosti ma inevitabili, dalla forza della superstizione e dai meccanismi del potere.
Al cinema dal 6 ottobre 2022 distribuito da Academy Two.
LOVE LIFE, regia di Koji Fukada (Giappone, Francia)
Considerato uno dei maggiori autori del cinema giapponese contemporaneo e già premiato a Cannes per “Harmonium”, Fukada firma un nuovo intenso ritratto femminile, una riflessione sull’imprevedibilità della vita che appassiona e commuove.
Protagonista del film è Taeko (Fumino Kimura), la cui vita scorre tranquilla accanto al marito e al figlioletto Keita, finché un evento drammatico segna il ritorno del padre biologico del bambino, di cui la donna non aveva notizie da anni…
Lo vedremo in sala gia’ dal 9 settembre.
LES MIENS, regia di Roschdy Zem (Francia)
Piu’ noto come ottimo attore (vedi ad esempio “Roubaix, una luce nell’ombra”) Zem e’ comunque alla sua sesta regia e a Venezia sarà quindi presente con ben due film.
Moussa è sempre stato premuroso, altruista e disponibile nei confronti della sua famiglia, al contrario del fratello Ryad, presentatore televisivo di successo, criticato da parenti e amici per il suo egocentrismo.
L’unico a difenderlo è Moussa, che prova grande ammirazione per lui. Un giorno però una caduta accidentale provoca a Moussa un grave trauma cranico: ormai irriconoscibile, l’uomo parla senza filtri svelando agli amici e alla famiglia brutali verità difficili da accettare, e finisce per litigare con tutti, tranne che con Ryad.
MONICA, regia di Andrea Pallaoro (Italia, Stati Uniti d’America)
Un altro ritorno nel concorso veneziano è quello di Andrea Pallaoro, che in Laguna era venuto nel 2017 con Hannah, film che regalò la Coppa Volpi alla sua protagonista Charlotte Rampling.
Monica racconta la storia di una donna che torna a casa dopo una lunga assenza per prendersi cura della madre. Questo ritorno nella famiglia da cui si era allontanata da adolescente le fa intraprendere un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, nei suoi bisogni e nei suoi desideri, fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le ferite del proprio passato.
Protagoniste di Monica quattro straordinarie interpreti: Trace Lysette (Hustler) nella parte di Monica, Patricia Clarkson (Good Night and Good Luck, The Station Agent), Emily Browning (Sleeping Beauty, Sucker Punch) e Adriana Barraza (una nomination Oscar per Babel)
SHAB, DAKHELI, DIVAR, regia di Vahid Jalilvand (Iran)
Nel 2017 il suo “Il dubbio – Un caso di coscienza” aveva vinto la sezione Orizzonti e ora il regista iraniano passa al concorso principale.
Ali, un uomo cieco, sta cercando di togliersi la vita quando viene interrotto dal custode del palazzo in cui vive. Viene informato che la polizia sta cercando una donna in fuga che sembra essersi nascosta nell’edificio. Poco per volta, Ali scopre che la fuggitiva, Leila, si trova nel suo appartamento.
Con Navid Mohammadzadeh che era presente anche nel precedente film.
SAINT-OMER, regia di Alice Diop (Francia)
Alice Diop e’ senegale ed e’ una delle registe africane piu’ brave e talentuose di questi ultimi anni.
Principalmente documentarista, cacciatrice, più che di storie, di autentici frammenti di vita, ma anche regista di finzione come in questo film presentato in concorso.
Tribunale di Saint-Omer. La scrittrice trentenne Rama assiste al processo di Laurence Coly, una giovane donna accusata di aver ucciso la figlia di 15 mesi dopo averla abbandonata sulla riva di una spiaggia del nord della Francia. Rama intende trarre dal caso una rivisitazione contemporanea del mito di Medea. Ma mentre il processo va avanti, nulla procede come previsto e la scrittrice, incinta di quattro mesi, si ritroverà a mettere in discussione ogni certezza sulla propria maternità.
IL SIGNORE DELLE FORMICHE, regia di Gianni Amelio (Italia)
E’ sempre bello rivedere un film di Amelio che in questa pellicola e’ affiancato da Luigi Lo Cascio, Elio Germano e Sara Serraiocco.
Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne.
Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”.
Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della norma.
THE SON, regia di Florian Zeller (Regno Unito, Francia)
Il regista francese dopo il successo di “The Father” dirige un cast internazionale di star come Hugh Jackman, Laura Dern e Vanessa Kirby.
Il film racconta le difficoltà che la coppia formata da Peter (Jackman) e Beth (Kirby) incontrerà quando nella loro vita irromperanno Kate, ex moglie dell’uomo, e il figlio adolescente Nicolas. A subire le conseguenze maggiori sarà l’altro figlio di Peter, avuto da Beth e ancora bambino.
TÁR, regia di Todd Field (Stati Uniti d’America)
Ben sedici anni dopo il suo ultimo film, “Little Children”, il grande Todd Field è tornato sulla scena cinematografica.
Il suo nuovo film si intitola TÁR. Un titolo un po’ strano. Ma in realtà sarà incentrato sulla compositrice Lydia Tár, una delle migliori al mondo.
A interpretarla sarà il Premio Oscar Cate Blanchett. Sarà un film che parlerà di molte tematiche. In primis la musica. Ma ci sarà posto anche per la Pandemia Globale, ancora in corso. E tanto altro.
THE WHALE, regia di Darren Aronofsky (Stati Uniti d’America)
Tratto dalla pièce teatrale di Samuel D. Hunter, che ha scritto anche la sceneggiatura del film, The Whale e’ il nuovo film di Darren Aronofsky ed è la storia di Charlie, un professore d’inglese che soffre di grave obesità e tenta di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente, che si è allontanata da lui, per cercare un’ultima possibilità di riscatto.
Nei panni di Charlie ritorna un inconsueto Brendan Fraser, protagonista della trilogia de La Mummia e di Crash e al suo fianco Sadie Sink, amata protagonista della serie di culto Netflix Stranger Things.
WHITE NOISE, regia di Noah Baumbach (Stati Uniti d’America)
Altra produzione Netflix (che in Laguna si trova sempre bene), “Rumore bianco” e’ il nuovo film di uno dei registi piu’ bravi di questi ultimi anni.
Tratto dal romanzo di Don DeLillo, la pellicola ha come sempre i fedeli Adam Driver e Greta Gerwig (anche compagna del regista) nel cast e racconta i tentativi di una famiglia americana moderna di affrontare i conflitti della vita quotidiana e allo stesso tempo comprendere i misteri universali dell’amore, della morte e della felicità in un mondo pieno di incertezza.
Film d’apertura della mostra.
Questi invece i programmi dei film fuori concorso e delle altre sezioni (Orizzonti, Settimana della Critica, Giornate degli Autori)
FUORI CONCORSO
- Dead For a Dollar, regia di Walter Hill (Stati Uniti d’America)
- Don’t Worry Darling, regia di Olivia Wilde (Stati Uniti d’America)
- Dreamin’ Wild, regia di Bill Pohlad (Stati Uniti d’America)
- The Hanging Sun, regia di Francesco Carrozzini (Italia, Regno Unito) – film di chiusura
- Kapag wala nang mga alon, regia di Lav Diaz (Filippine, Francia, Portogallo, Danimarca)
- Kõne taevast, regia di Kim Ki-duk (Estonia, Kirghizistan, Lettonia)
- Living, regia di Oliver Hermanus (Regno Unito)
- Master Gardener, regia di Paul Schrader (Stati Uniti d’America)
- Pearl, regia di Ti West (Stati Uniti d’America)
- Siccità, regia di Paolo Virzì (Italia)
- Bobi Wine Ghetto President, regia di Christopher Sharp e Moses Bwayo (Uganda)
- A Compassionate Spy, regia di Steve James (Stati Uniti d’America)
- Freedom on Fire: Ukraine’s Fight For Freedom, regia di Evgenij Afineevskij (Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti d’America)
- In viaggio, regia di Gianfranco Rosi (Italia)
- The Kiev Trial, regia di Serhij Loznycja (Paesi Bassi, Ucraina)
- The Matchmaker, regia di Benedetta Argentieri (Italia)
- Music For Black Pigeons, regia di Jørgen Leth e Andreas Koefoed (Danimarca)
- Nuclear, regia di Oliver Stone (Stati Uniti d’America)
- Gli ultimi giorni dell’umanità, regia di Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo (Italia)
- Copenhagen Cowboy, regia di Nicolas Winding Refn – miniserie TV, 6 puntate (Danimarca)
- Riget: Exodus, regia di Lars von Trier – miniserie TV, 5 puntate (Danimarca)
ORIZZONTI
- Aru otoko, regia di Kei Ishikawa (Giappone)
- Autobiography, regia di Makbul Mubarak (Indonesia, Francia, Germania, Polonia, Singapore, Filippine, Qatar)
- Blanquita, regia di Fernando Guzzoni (Cile, Messico)
- Chleb i sól, regia di Damian Kocur (Polonia)
- En los márgenes, regia di Juan Diego Botto (Spagna, Regno Unito)
- Jang-e jahani sevvom, regia di Houman Seyyedi (Iran)
- Innocence, regia di Guy Davidi (Danimarca, Israele, Finlandia, Islanda)
- Ljuksemburg, Ljuksemburg, regia di Antonio Lukic (Ucraina)
- Najsrekniot covek na svetot, regia di Teona Strugar Mitevska (Macedonia del Nord, Bosnia-Erzegovina, Belgio, Croazia, Danimarca, Slovenia)
- A noiva, regia di Sérgio Tréfaut (Portogallo)
- Obet’, regia di Michal Blako (Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania)
- Pour la France, regia di Rachid Hami (Francia)
- Princess, regia di Roberto De Paolis (Italia) – film d’apertura
- Spre nord, regia di Mihai Mincan (Romania, Francia, Grecia, Bulgaria, Repubblica Ceca)
- Le Syndicaliste, regia di Jean-Paul Salomé (Francia, Germania)
- Ti mangio il cuore, regia di Pippo Mezzapesa (Italia)
- Trenque Lauquen, regia di Laura Citarella (Argentina, Germania)
- Vera, regia di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria)
ORIZZONTI EXTRA
- Amanda, regia di Carolina Cavalli (Italia)
- Bi-ro’ya, regia di Arian Vazirdaftari (Iran)
- Goliath, regia di Ádilhan Erjanov (Kazakistan, Russia)
- Jana?in mu?allaqa, regia di Ahmed Yassin Al Daradji (Iraq, Palestina, Arabia Saudita, Egitto, Regno Unito)
- Nezouh, regia di Soudade Kaadan (Regno Unito, Siria, Francia)
- Notte fantasma, regia di Fulvio Risuleo (Italia)
- L’Origine du mal, regia di Sébastien Marnier (Francia, Canada)
- Valeria mithatenet, regia di Michal Vinik (Israele, Francia)
- Zapatos rojos, regia di Carlos Eichelmann Kaiser (Messico, Italia)
SETTIMANA DELLA CRITICA
- Anhell69, regia di Theo Montoya (Colombia)
- Aus meiner Haut, regia di Alex Schaad (Germania)
- Da li ste videli ovu zenu?, regia di Dusan Zoric e Matija Gluscevic (Serbia, Croazia)
- Dogborn, regia di Isabella Carbonell (Svezia)
- Eismayer, regia di David Wagner (Austria)
- Margini, regia di Niccolò Falsetti (Italia)
- Tant que le soleil frappe, regia di Philippe Petit (Francia)
- Malikates, regia di Yasmine Benkiran (Marocco) – film di chiusura
- O sangue, regia di Pedro Costa (Portogallo, 1989)
- Trois nuits par semaine, regia di Florent Gouëlou (Francia) – film d’apertura
GIORNATE DEGLI AUTORI
- Bentu, regia di Salvatore Mereu (Italia)
- Bežná selhání, regia di Cristina Grosan (Repubblica Ceca, Ungheria, Italia, Slovacchia)
- Blue Jean, regia di Georgia Oakley (Regno Unito)
- Les damnés ne pleurent pas, regia di Fyzal Boulifa (Francia, Belgio, Marocco)
- Dirty, Difficult, Dangerous, regia di Wissam Charaf (Francia, Italia, Libano) – film d’apertura
- El Akhira, la dernière reine, regia di Adila Bendimerad e Damien Ounouri (Algeria, Francia, Arabia Saudita, Qatar, Taiwan)
- Lobo e Cão, regia di Cláudia Varejão (Portogallo, Francia)
- The Maiden, regia di Graham Foy (Stati Uniti d’America)
- Padre Pio, regia di Abel Ferrara (Italia, Germania, Regno Unito)
- Shimen, regia di Huang Ji e Ryuji Otsuka (Giappone)
- Fuori concorso
- The Listener, regia di Steve Buscemi (Stati Uniti d’America) – film di chiusura
- Eventi speciali
- Acqua e anice, regia di Corrado Ceron (Italia)
- Alone, regia di Jafar Najafi (Italia)
- Cara Susanna, regia di Sébastien Lifshitz (Francia, Stati Uniti d’America, Regno Unito)
- Marcia su Roma, regia di Mark Cousins (Italia)
- Siamo qui per provare, regia di Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri (Italia)
NOTTI VENEZIANE
- Le favolose, regia di Roberta Torre (Italia, Francia)
- Kristos, the Last Child, regia di Giulia Amati (Italia, Francia, Grecia)
- Las leonas, regia di Isabel Achával e Chiara Bondì (Italia)
- Un nemico invisibile, regia di Riccardo Campagna e Federico Savonitto (Italia)
- Pablo di Neanderthal, regia di Antonello Matarazzo (Italia)
- Il paese delle persone integre, regia di Christian Carmosino Mereu (Italia, Burkina Faso)
- Se fate i bravi, regia di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone (Italia Belgio)
- Spaccaossa, regia di Vincenzo Pirrotta (Italia)
- La timidezza delle chiome, regia di Valentina Bertani (Italia, Israele)
Siete pronti anche voi per una grande settimana (quasi due) di cinema ?