Siamo sempre molto felici quando un film che segnaliamo alla fine esce anche sugli schermi italiani.
Questa volta e’ il caso di “Manodopera” (in originale “Interdit aux chiens et aux Italiens”) il bellissimo film d’animazione diretto dal francese Alain Ughetto al suo secondo lungometraggio (dopo “Jasmine” del 2013).
Il film racconta la storia della sua famiglia di migranti italiani ed e’ realizzato completamente con la tecnica della stop motion con pupazzi in plastilina alti 23 centimetri.
Ughettera alla fine dell’800. Lì vive la famiglia Ughetto che attraverserà, con la propria condizione di contadini ed operai, la prima metà del ’900. Vivranno le guerre a cui gli uomini saranno chiamati e saranno costretti dalla povertà ad andare a cercare il lavoro dove c’è, cioè all’estero, dove però si trova anche la discriminazione per i ‘macaroni’.
La Borgata Ughettera non è un luogo immaginario. È una frazione di Giaveno a poca distanza da Torino ed ai piedi del Monviso.
Premio della giuria ad Annecy e aggiungiamo che le musiche sono di Nicola Piovani.
Sentiamo le belle parole del regista francese su questo film:
“Mio padre mi raccontava di un paesino in Italia in cui tutti portavano il nostro cognome. Questa storia mi aveva sempre intrigato fin da bambino ma poiché né io né mio padre parlavamo italiano era rimasta da parte. Poi quando lui è morto ho voluto recuperare le fila e mi ha incuriosito scoprire di Ughettera in Piemonte, cioè la ‘Terra degli Ughetto’, e venire a conoscenza della storia dei miei nonni, di quando si trasferirono in Francia. Avevo sentito cugini e lontani parenti e ho raccolto le loro testimonianze per quanto riguardava la parte francese.
In Italia invece mi sono imbattuto in un libro che si chiama Il mondo dei vinti di Nuto Revelli, in cui non c’erano esattamente le testimonianze dei miei parenti ma di chi comunque aveva vissuto quel periodo e l’odissea che aveva dovuto affrontare, tra guerre e miseria”. Una storia personale eppure universale, come si evince da un cartello che si vede ad un certo punto del film, ovvero ‘Non sono ammessi cani e italiani’.
Quello era un cartello che veniva esposto in Francia, in Belgio, in Svizzera e ha caratterizzato purtroppo un’epoca. Ci tenevo a mostrarlo e a costruirci intorno una scena. Mi sono messo nei panni dei miei nonni, mi sono chiesto come avessero potuto sopportare di arrivare in un posto e leggere quelle parole. Il razzismo oggi è ancora tristemente tra noi, i migranti sicuramente non sono ben accolti né in Italia né in Francia. La storia purtroppo tende a ripetersi.
La stop motion permette di esplicitare quella che è l’importanza del lavoro manuale. Mio nonno era un grande bricolere, faceva tante cose con le mani, era bravissimo, è una capacità, un talento che ha trasmesso a mio padre e lui a me. Ho cercato di raccontarlo in questo film da una generazione all’altra.
Hanno partecipato tantissime mani, che sono venute dal Portogallo, dalla Svizzera, dall’Italia. Tante mani insieme per realizzare il film che avete visto. Scenografie e personaggi sono stati creati a Rennes in due o tre mesi, i costumi sono stati forse la cosa più complicata, il team era di 25 persone a Rennes e 19 a Valence.
Post produzione ed effetti speciali sono stati fatti in Italia ma durante la pandemia quindi in modo virtuale a distanza, così come la colonna sonora. Le mani dei pupazzi simbolicamente sono quelle che si sono maggiormente danneggiate durante le riprese e delle quali quindi abbiamo dovuto costruire più copie”.
Questo e’ il bel trailer ufficiale !!